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Software per calcolare le parcelle, gli architetti li ritirano definitivamente

Software per calcolare le parcelle, gli architetti li ritirano definitivamente

Gli Ordini di Firenze, Roma e Torino si impegnano con l’Antitrust a diffondere l’obbligo del preventivo

Vedi Aggiornamento del 22/06/2016
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 22/06/2016
05/12/2014 - L’Autorità Antitrust ha accettato e reso obbligatori gli impegni assunti dagli Ordini degli architetti di Roma, Firenze e Torino in ordine alle tariffe professionali.
 
I tre Ordini provinciali si impegnano a non pubblicare mai più sui propri siti web i software per il calcolo delle parcelle professionali e ad evidenziare agli iscritti la piena libertà di determinazione dei compensi richiesti per le proprie prestazioni.
 
Inoltre, gli Ordini si sono impegnati a diffondere tra i propri iscritti l’obbligo di sottoporre al cliente un “dettagliato preventivo”, in modo da stipulare poi un “accordo scritto” da perfezionare prima di avviare la prestazione. Questo strumento, oltre ad agevolare il consumatore nella selezione delle offerte, potrà “accrescere il grado di trasparenza nel mercato”.
 
Si conclude così l’istruttoria avviata nel maggio scorso, quando gli Ordini di Roma, Firenze e Torino avevano messo a disposizione degli iscritti sui propri siti web dei software per calcolare i compensi professionali.
 
Secondo l’Antitrust, si introduceva “una surrettizia applicazione delle tariffe professionali definitivamente abrogate” nel 2012, in violazione delle norme comunitarie e nazionali sulla libera concorrenza.
 
Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori aveva duramente reagito alla contestazione, definendo ‘grave’ il fatto che “un’Autorità pubblica delegata a regolare il mercato e proteggere i consumatori, dedichi il suo tempo e le sue risorse a rincorrere i fantasmi di un inesistente trust di 150 mila architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, il cui reddito medio è certificato ormai inferiore ai 20 mila euro annui”.
 
Richiamati dall’Autorità, i tre Ordini si erano impegnati a ritirare i software. Quegli impegni sono stati ora definitivamente confermati dall’Antitrust.
 
 

 
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