
Nuovi minimi, i commercialisti chiedono regole fiscali più eque
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Nuovi minimi, i commercialisti chiedono regole fiscali più eque
Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili: riportare l’imposta al 5% e il tetto dei ricavi a 30mila euro per le Partite Iva
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del 19/02/2015

28/01/2015 - “Il nuovo regime dei minimi sia più equo e meno discriminatorio”. Lo chiede l’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec) preoccupata per gli effetti del nuovo sistema di tassazione forfetario per le Partite Iva.
L’Ungdcec sollecita un intervento correttivo alla Legge di Stabilità 2015 che - ricordiamo - prevede dal 1° gennaio 2015 un’imposta sostitutiva al 15% per chi consegue ricavi fino a 15 mila euro. Leggi i dettagli
I giovani commercialisti chiedono al presidente del Consiglio Matteo Renzi di:
- ripristinare immediatamente l’imposta sostitutiva al 5%;
- uniformare, per ogni settore di attività contraddistinto in base ai codici Ateco, il limite di ricavi o compensi percepibili ai fini dell’accesso e della permanenza nel regime (portandolo comunque ad un valore non inferiore a 30mila euro);
- ridurre le percentuali di redditività, rendendole standard per ogni settore di attività.
L’Ungdcec chiede, inoltre, che venga ripristinata anche per l’anno in corso l’aliquota per gli iscritti alla gestione separata Inps senza altra copertura previdenziale al 27,72% “aumentata, in spregio alla crisi” addirittura di tre punti percentuali.
Nonostante l’Ungdcec abbia presentato, già da tempo, precise indicazioni per migliorare il ‘vecchio regime dei minimi’ previsto dal DL 98/2011, il Governo non solo “non ha ascoltato i suggerimenti proposti ma è riuscito nella diabolica impresa di danneggiare ulteriormente migliaia di giovani professionisti, tartassati e beffati dalle novità introdotte” - spiega Maurizio Renna, delegato alla semplificazione degli adempimenti fiscali.
“Nel prendere atto dell’ammissione degli errori da parte del Governo - chiosa Renna - si sollecita un rapido intervento correttivo e si ribadisce la necessità di un confronto continuo nell’interesse dell’intero Paese”.
Pochi giorni fa, nel corso di un’intervista alle Invasioni Barbariche su La7, il premier Matteo Renzi ha definito il nuovo regime fiscale forfetario “un autogol clamoroso” per il Governo e ha confermato la volontà di correggere la norma.
Disponibile a rivedere il sistema di tassazione anche il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che a metà gennaio alla Camera ha detto che l’Esecutivo è intenzionato “ad intervenire immediatamente per modificare la situazione che si è determinata in un senso diverso di quello che il Governo avrebbe voluto”.
Sugli aspetti fiscali del nuovo regime - ha detto Poletti - “sarà il Ministero dell’Economia a predisporre opportune modifiche”, mentre per gli aspetti previdenziali “confermo e mi impegno ad adottare i necessari interventi. Posso anticipare la mia intenzione di incontrare le associazioni e le figure professionali interessate da questo provvedimento nei prossimi giorni per superare i profili critici”.
Già prima del via libera definitivo alla Legge di Stabilità 2015, Renzi aveva dichiarato che “per le giovani Partite Iva è sacrosanto un intervento correttivo e mi assumo la responsabilità di fare un provvedimento ad hoc nei prossimi mesi” .
Secondo uno studio della Confederazione Nazionale Artigianato e Piccola e Media Impresa (CNA), i risparmi per chi aderisce al nuovo regime forfetario sono completamente annullati dai maggiori oneri dovuti. Addirittura - secondo lo studio - in molti casi i maggiori tributi pagati sono superiori ai risparmi degli oneri burocratici.
Con gli attuali limiti di ricavi per l’accesso al regime e l’aliquota di imposta sostituiva applicata - spiega la CNA -, con una mano lo Stato dà (riduzione di oneri amministrativi) e con una mano prende (aumento delle imposte dovute), giocando sulla necessità degli imprenditori di semplicità degli oneri amministrativi.
Ma una scappatoia per rientrare nei ‘vecchi minimi’ è stata suggerita dal Collegio Nazionale degli Agrotecnici: aprire la Partita Iva entro il 30 gennaio 2015, dichiarando il 31 dicembre 2014 come data di inizio dell’attività e usufruendo dei 30 giorni di tempo previsti dalla legge per dichiarare all’Agenzia delle Entrate l’inizio di un’attività professionale o di impresa.
L’Ungdcec sollecita un intervento correttivo alla Legge di Stabilità 2015 che - ricordiamo - prevede dal 1° gennaio 2015 un’imposta sostitutiva al 15% per chi consegue ricavi fino a 15 mila euro. Leggi i dettagli
I giovani commercialisti chiedono al presidente del Consiglio Matteo Renzi di:
- ripristinare immediatamente l’imposta sostitutiva al 5%;
- uniformare, per ogni settore di attività contraddistinto in base ai codici Ateco, il limite di ricavi o compensi percepibili ai fini dell’accesso e della permanenza nel regime (portandolo comunque ad un valore non inferiore a 30mila euro);
- ridurre le percentuali di redditività, rendendole standard per ogni settore di attività.
L’Ungdcec chiede, inoltre, che venga ripristinata anche per l’anno in corso l’aliquota per gli iscritti alla gestione separata Inps senza altra copertura previdenziale al 27,72% “aumentata, in spregio alla crisi” addirittura di tre punti percentuali.
Nonostante l’Ungdcec abbia presentato, già da tempo, precise indicazioni per migliorare il ‘vecchio regime dei minimi’ previsto dal DL 98/2011, il Governo non solo “non ha ascoltato i suggerimenti proposti ma è riuscito nella diabolica impresa di danneggiare ulteriormente migliaia di giovani professionisti, tartassati e beffati dalle novità introdotte” - spiega Maurizio Renna, delegato alla semplificazione degli adempimenti fiscali.
“Nel prendere atto dell’ammissione degli errori da parte del Governo - chiosa Renna - si sollecita un rapido intervento correttivo e si ribadisce la necessità di un confronto continuo nell’interesse dell’intero Paese”.
Pochi giorni fa, nel corso di un’intervista alle Invasioni Barbariche su La7, il premier Matteo Renzi ha definito il nuovo regime fiscale forfetario “un autogol clamoroso” per il Governo e ha confermato la volontà di correggere la norma.
Disponibile a rivedere il sistema di tassazione anche il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che a metà gennaio alla Camera ha detto che l’Esecutivo è intenzionato “ad intervenire immediatamente per modificare la situazione che si è determinata in un senso diverso di quello che il Governo avrebbe voluto”.
Sugli aspetti fiscali del nuovo regime - ha detto Poletti - “sarà il Ministero dell’Economia a predisporre opportune modifiche”, mentre per gli aspetti previdenziali “confermo e mi impegno ad adottare i necessari interventi. Posso anticipare la mia intenzione di incontrare le associazioni e le figure professionali interessate da questo provvedimento nei prossimi giorni per superare i profili critici”.
Già prima del via libera definitivo alla Legge di Stabilità 2015, Renzi aveva dichiarato che “per le giovani Partite Iva è sacrosanto un intervento correttivo e mi assumo la responsabilità di fare un provvedimento ad hoc nei prossimi mesi” .
Secondo uno studio della Confederazione Nazionale Artigianato e Piccola e Media Impresa (CNA), i risparmi per chi aderisce al nuovo regime forfetario sono completamente annullati dai maggiori oneri dovuti. Addirittura - secondo lo studio - in molti casi i maggiori tributi pagati sono superiori ai risparmi degli oneri burocratici.
Con gli attuali limiti di ricavi per l’accesso al regime e l’aliquota di imposta sostituiva applicata - spiega la CNA -, con una mano lo Stato dà (riduzione di oneri amministrativi) e con una mano prende (aumento delle imposte dovute), giocando sulla necessità degli imprenditori di semplicità degli oneri amministrativi.
Ma una scappatoia per rientrare nei ‘vecchi minimi’ è stata suggerita dal Collegio Nazionale degli Agrotecnici: aprire la Partita Iva entro il 30 gennaio 2015, dichiarando il 31 dicembre 2014 come data di inizio dell’attività e usufruendo dei 30 giorni di tempo previsti dalla legge per dichiarare all’Agenzia delle Entrate l’inizio di un’attività professionale o di impresa.