NORMATIVA
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Inarsind: in vigore i moduli edilizi unici ma ogni Regione fa come vuole
LAVORI PUBBLICI
Inarsind: in vigore i moduli edilizi unici ma ogni Regione fa come vuole
Per il sindacato di architetti e ingegneri dovrebbero poter legiferare solo Stato e Comuni
20/02/2015 - Eliminare gli inutili iter burocratici, che rendono impossibile svolgere l’attività professionale e limitare gli enti che legiferano a due: Stato e Comuni.
Questa la proposta di Inarsind, sindacato degli Architetti e degli Ingegneri Liberi Professionisti, sul tema della semplificazione.
Secondo Inarsind l’obiettivo della semplificazione viene mancato di anno in anno da leggi che spesso complicano la normativa impedendo alle professioni tecniche di svolgere in modo lineare il proprio lavoro, come dimostra l’ossessiva legiferazione sia per la normativa che riguarda il territorio che per quella che regola le libere professioni.
La stessa gestione del territorio, dell'urbanistica, dell'edilizia o del dissesto idrogeologico risulta deficitaria e frammentata; non si salvano dalle “critiche” di Inarsind neanche gli ultimi provvedimenti governativi sui moduli unici nazionali per SCIA, Permesso di Costruire, CIL e CILA, fatti all'insegna della semplificazione, ma declinati da ogni regione in modo diverso, aggiungendo talvolta “ulteriori adempimenti che in alcuni casi sommano un altro centinaio di punti ai 270 dei moduli nazionali”.
Anche la riforma delle libere professioni e degli Ordini, secondo il sindacato, ha tradito le iniziali aspettative aumentando oneri e diffidenze; un esempio ne è l'emanazione di leggi chiaramente volte a contrastare il "malaffare” rafforzando l’idea, errata, secondo cui il libero professionista sia evasore, ricco e furbo.
L’atteggiamento negativo nei confronti dei liberi professionisti talvolta raggiunge aspetti paradossali come dimostrano alcune leggi che regolano materie di settore.
Tra queste l’Inarsind segnala quella sui lavori pubblici che “accomuna sostanzialmente il lavoro intellettuale a quello dell'impresa fornitrice di servizi, come se ogni giudizio tecnico del professionista fosse animato solo dall'ottenimento del massimo profitto e non da "scienza e coscienza" e la normativa sull'APE (Attestato di Prestazione Energetica) che vieta al professionista di svolgere la propria attività per i parenti fino al 4° grado (come se un medico non potesse visitare e prescrivere farmaci per una cugina)”.
Per questo il sindacato degli Architetti e degli Ingegneri Liberi Professionisti approva l’iniziativa di Confprofessioni "Rottamiamo le norme inutili", aggiungendo anche l’intenzione “di rottamare anche gli enti che emanano norme inutili”, dannosissime per il territorio, e che favoriscono i burocrati.
“Troppi enti pubblici forniscono sempre leggi e norme che invece di essere servizi utili per i cittadini sono necessari solo a giustificare la loro esistenza” scrive Salvo Garofalo, Presidente dell’ Inarsind. “Per non parlare delle continue modifiche e degli aggiornamenti: un esempio per tutti potrebbe essere la storia della certificazione energetica degli edifici che dal 2005 al 2014 ha subito almeno una dozzina di modifiche ed integrazioni oltre ad aver dato un’enorme spazio su schemi e norme alle singole regioni e ancora oggi siamo in attesa dei nuovi cambiamenti previsti in luglio 2015”.
Infine l’Inarsind ribadisce che in campo urbanistico edilizio bisogna limitare gli enti che legiferano a due: Stato e Comuni, ricordando alle Regioni la loro funzione, di controllo e unificazione, senza appesantimenti legislativi.
Questa la proposta di Inarsind, sindacato degli Architetti e degli Ingegneri Liberi Professionisti, sul tema della semplificazione.
Secondo Inarsind l’obiettivo della semplificazione viene mancato di anno in anno da leggi che spesso complicano la normativa impedendo alle professioni tecniche di svolgere in modo lineare il proprio lavoro, come dimostra l’ossessiva legiferazione sia per la normativa che riguarda il territorio che per quella che regola le libere professioni.
La stessa gestione del territorio, dell'urbanistica, dell'edilizia o del dissesto idrogeologico risulta deficitaria e frammentata; non si salvano dalle “critiche” di Inarsind neanche gli ultimi provvedimenti governativi sui moduli unici nazionali per SCIA, Permesso di Costruire, CIL e CILA, fatti all'insegna della semplificazione, ma declinati da ogni regione in modo diverso, aggiungendo talvolta “ulteriori adempimenti che in alcuni casi sommano un altro centinaio di punti ai 270 dei moduli nazionali”.
Anche la riforma delle libere professioni e degli Ordini, secondo il sindacato, ha tradito le iniziali aspettative aumentando oneri e diffidenze; un esempio ne è l'emanazione di leggi chiaramente volte a contrastare il "malaffare” rafforzando l’idea, errata, secondo cui il libero professionista sia evasore, ricco e furbo.
L’atteggiamento negativo nei confronti dei liberi professionisti talvolta raggiunge aspetti paradossali come dimostrano alcune leggi che regolano materie di settore.
Tra queste l’Inarsind segnala quella sui lavori pubblici che “accomuna sostanzialmente il lavoro intellettuale a quello dell'impresa fornitrice di servizi, come se ogni giudizio tecnico del professionista fosse animato solo dall'ottenimento del massimo profitto e non da "scienza e coscienza" e la normativa sull'APE (Attestato di Prestazione Energetica) che vieta al professionista di svolgere la propria attività per i parenti fino al 4° grado (come se un medico non potesse visitare e prescrivere farmaci per una cugina)”.
Per questo il sindacato degli Architetti e degli Ingegneri Liberi Professionisti approva l’iniziativa di Confprofessioni "Rottamiamo le norme inutili", aggiungendo anche l’intenzione “di rottamare anche gli enti che emanano norme inutili”, dannosissime per il territorio, e che favoriscono i burocrati.
“Troppi enti pubblici forniscono sempre leggi e norme che invece di essere servizi utili per i cittadini sono necessari solo a giustificare la loro esistenza” scrive Salvo Garofalo, Presidente dell’ Inarsind. “Per non parlare delle continue modifiche e degli aggiornamenti: un esempio per tutti potrebbe essere la storia della certificazione energetica degli edifici che dal 2005 al 2014 ha subito almeno una dozzina di modifiche ed integrazioni oltre ad aver dato un’enorme spazio su schemi e norme alle singole regioni e ancora oggi siamo in attesa dei nuovi cambiamenti previsti in luglio 2015”.
Infine l’Inarsind ribadisce che in campo urbanistico edilizio bisogna limitare gli enti che legiferano a due: Stato e Comuni, ricordando alle Regioni la loro funzione, di controllo e unificazione, senza appesantimenti legislativi.