Network
Pubblica i tuoi prodotti
Nell’80% dei bandi i Comuni ricorrono alla procedura negoziata

Nell’80% dei bandi i Comuni ricorrono alla procedura negoziata

Anticorruzione: ad Ancona, Bologna e Firenze il dato supera il 94%. Torino, Napoli e Milano le più virtuose

Vedi Aggiornamento del 09/03/2015
Nell’80% dei bandi i Comuni ricorrono alla procedura negoziata
di Alessandra Marra
Vedi Aggiornamento del 09/03/2015
23/02/2015 - strong>- Nel periodo che va dal 2011 al 2014 la procedura negoziata per i lavori pubblici in Italia è stata utilizzata nel 60% dei casi e circa la metà dei comuni capoluogo oggetto di indagine superano la media nazionale ricorrendo a tale procedura per più dell’80% dei bandi, arrivando a punte del 97,88%.  
 
Questi alcuni dati diffusi dal presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), Raffaele Cantone, che ha comunicato alle amministrazioni interessate le criticità emerse dai monitoraggi dell'Anac affinché gli enti interessati possano prevenire fenomeni distorsivi dell’azione amministrativa.

I dati presi in considerazione, estratti dalla Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici, si riferiscono alle procedure di importo superiore a 40 mila euro, effettuate nei venti comuni capoluogo di regione nel quadriennio 2011-2014.
 
Per ogni comune e a seconda della tipologia di appalto (lavori, servizi e forniture) è stata calcolata la percentuale di contratti affidati con procedura negoziata, in termini di numero e di importo, rispetto alla totalità di quelli attivati nello stesso periodo.
 
I comuni che maggiormente sono ricorsi alla procedura negoziata per l’affidamento dei lavori sono Ancona (97,88%), Bologna (95,50%) e Firenze (94,40); le più virtuose risultano invece Torino (18,95%), Napoli (29,37%) e Milano (38,49%).
 
Anche per quanto riguarda l’affidamento di servizi e forniture si preferisce la procedura negoziata alla procedura di gara aperta.
 
Secondo Cantone queste percentuali evidenziano una criticità, a livello nazionale, nell’applicazione del Codice dei contratti pubblici secondo il quale va adottata come regola la procedura aperta e come eccezione, da motivare, la procedura negoziata. Al contrario, i dati nazionali sulle procedure negoziate dimostrano l’utilizzo eccessivo di tale procedura.
 
“Relativamente agli importi”, continua Cantone, “in molti comuni si registra una percentuale inferiore alla media nazionale, ossia il 34,66%, ma comunque merita di essere rimarcato poiché la media nazionale degli importi dei contratti affidati tramite procedura negoziata, risulta elevata rispetto al carattere di eccezionalità attribuito a quel tipo di procedura dalla normativa vigente”.

L’analisi mostra anche un’elevata incidenza degli affidamenti in economia, evidenziandone un utilizzo particolarmente diffuso. Si tratta, infatti, di affidamenti lasciati alla discrezionalità delle stazioni appaltanti che dovrebbero provvedere a dettagliarne l’utilizzo tramite l’adozione di regolamenti interni per evitare che venga utilizzata impropriamente.

L’aumento del ricorso a questa procedura è un effetto provocato dalla modifica normativa introdotta dal DL 70/2011 (convertito in legge 106/2011) che innalzato da 500 mila euro ad un 1 milione di euro la soglia dei contratti di lavori al cui affidamento si può provvedere tramite procedura negoziata.
 
Infatti dal 2011 al 2014 i dati evidenziano chiaramente che il ricorso alla procedura negoziata in tutti i comuni presi in considerazione è in aumento, sia per i lavori, sia per i servizi, sia per le forniture; per tale ragione i dati sono stati comunicati ai sindaci dei comuni per i provvedimenti che riterranno di adottare.


Le più lette