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Split payment, definite le regole anti evasione

Split payment, definite le regole anti evasione

Le Pubbliche Amministrazioni pagheranno solo il prezzo del bene o servizio e verseranno l’Iva allo Stato. Perplessi ingegneri e imprese edili

Vedi Aggiornamento del 11/05/2023
Split payment, definite le regole anti evasione
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 11/05/2023
04/02/2015 - E' stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DM 23 gennaio 2015 con le regole applicative dello Split Payment. Si tratta dello strumento, introdotto dalla Legge di Stabilità 2015, pensato per ridurre l’evasione fiscale relativa all’Iva, che sta già destando incertezze e lamentele da parte di professionisti ed imprese.
 
Cosa è lo Split Payment
Finora i soggetti che hanno ceduto beni o prestato servizi nei confronti della Pubblica Amministrazione hanno emesso ed incassato fatture contenenti sia il prezzo del bene ceduto o del servizio prestato sia l’Iva. L’Iva è stata sempre pagata all’Erario in un secondo momento, ma l’alto tasso di evasione ha spinto verso una soluzione diversa. 

Con lo Split Payment, la Pubblica Amministrazione sdoppia il pagamento. Ciò significa che paga al fornitore il prezzo del bene o del servizio e versa l’Iva direttamente all’Erario, in modo che chi incassa la fattura non “dimentichi” di corrispondere successivamente l’imposta allo Stato.
 
Come funziona
Definita la regola generale, è stato demandato ad un decreto ministeriale di regolare il funzionamento del nuovo meccanismo. I fornitori di beni e servizi emettono la fattura con l’annotazione “scissione dei pagamenti”.
 
L’Iva diventa esigibile nel momento in cui vengono pagati i corrispettivi ai fornitori. Le Amministrazioni possono però optare per l’esigibilità anticipata al momento della ricezione della fattura. Il versamento dell’Iva è effettuato il giorno 16 del mese successivo a quello in cui l’imposta diventa esigibile. Le Amministrazioni devono annotare le fatture entro il giorno 15 del mese successivo a quello in cui l’imposta è diventata esigibile.
 
Il monitoraggio sul rispetto delle procedure e dei versamenti sarà effettuato dall’Agenzia delle Entrate. Le nuove regole varranno per le operazioni per cui la fattura è stata emessa a partire dal primo gennaio 2015.

Le reazioni di professionisti e imprese
Le disposizioni stanno suscitando perplessità e lamentele, dovute alla crisi di liquidità che il nuovo sistema potrebbe creare.
 
Secondo il Consiglio Nazionale Ingegneri (CNI), la norma è poco chiara e bisognerebbe specificare che le nuove regole non coinvolgono i professionisti con Partita Iva. La legge di Stabilità per il 2015 prevede che lo Split Payment non si applichi “ai compensi per prestazioni di servizi assoggettati a ritenute alla fonte a titolo di imposta sul reddito”. Per questo motivo si potrebbe dedurre che i professionisti, già assoggettati alla ritenuta Irpef, non siano coinvolti dalla nuova norma.
 
In realtà, però, i professionisti sono soggetti alla ritenuta d’acconto e non a quella di imposta. Nei giorni scorsi la Fondazione Nazionale Commercialisti ha spiegato che, analizzando il testo normativo alla luce della volontà del legislatore, dovrebbero essere considerati esclusi dallo Split Payment anche i professionisti. Nonostante questa sia la versione più accreditata, sarebbe auspicabile un chiarimento ufficiale.
 
Critiche sullo Split Payment sono arrivate anche dal mondo delle imprese. Per l’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), la norma avrà conseguenze disastrose per il settore dell’edilizia, già colpito dalla mancanza di liquidità dovuta ai ritardati pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione.
 


 
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