Toscana, un fondo contro la crisi edilizia e il caro-affitti
04/03/2015 - Rilanciare il settore immobiliare e combattere il caro-affitto attraverso il Fondo Housing Toscano in cui potrebbero confluire anche i tanti immobili invenduti che si accumulano nelle città.
Questo l’impegno della regione che il 3 marzo 2015 ha siglato un protocollo in cui sancisce ufficialmente il suo ingresso nel Fondo Housing Toscano gestito e partecipato dalla Cassa Depositi e Prestiti (CDP).
L’idea di ricorrere all’housing sociale è una risposta non solo all’emergenza abitativa ( soprattutto per coloro che sono “troppo ricchi” per avere un alloggio popolare ma troppo poveri per permettersi un affitto a prezzo di mercato) ma anche alla crisi del settore edile, in quanto nel fondo potrebbero essere immessi gli immobili invenduti, che in molti casi necessitano di completamenti o interventi manutentivi, fornendo in questo modo lavoro a tante piccole e medie imprese toscane.
L'intesa tra Regione, CDP e Investire immobiliare Sgr risulterà essere un modo per coordinare le diverse politiche dell'abitare e coinvolgere nella programmazione coloro che si occupano della gestione delle case popolari.
Un'opportunità per recuperare gli immobili vuoti e renderli nuovamente patrimonio abitativo da riservare, attraverso un bando di prossima pubblicazione, all’edilizia abitativa senza utilizzare suolo nuovo.
Ricordiamo che l'housing sociale è una formula che consente di realizzare alloggi e servizi, con investimenti privati, per chi non riesce a soddisfare il bisogno di una casa; ciò accade a coloro che non hanno i requisiti per accedere all'assegnazione di alloggi pubblici ma non riescono ad accedere al mercato privato.
L'housing sociale rimane dunque un'edilizia low cost, che però si differenzia dall'edilizia popolare pura per la sua declinazione in chiave welfare, attraverso affitti calmierati, moderati o agevolati, o attraverso un acquisto a prezzo convenzionato.