DEF: tutte le Pubbliche Amministrazioni dovranno centralizzare gli appalti
LAVORI PUBBLICI
DEF: tutte le Pubbliche Amministrazioni dovranno centralizzare gli appalti
In arrivo un disegno di legge delega per il riordino del sistema degli acquisti
Vedi Aggiornamento
del 15/05/2018
16/04/2015 - L’obbligo degli appalti centralizzati potrebbe riguardare tutte le Pubbliche Amministrazioni e non solo i Comuni non capoluogo. Per la razionalizzazione dell’acquisizione di beni e servizi da parte della Pubblica Amministrazione sono inoltre necessarie delle modifiche normative, che saranno probabilmente inserite in una legge delega di riordino.
Sono queste alcune delle novità contenute nel Programma nazionale di riforma, sezione III del Documento di economia e finanza (DEF).
In base alla normativa attuale, introdotta dalla Spending Review (Legge 89/2014 che ha convertito il DL 66/2014) i Comuni non capoluogo procedono all’acquisizione di lavori, beni e servizi nell’ambito di unioni di comuni o costituendo un accordo consortile avvalendosi delle Province o di altri soggetti aggregatori. In alternativa, i comuni possono utilizzare gli strumenti elettronici di acquisto gestiti da Consip SpA o da un altro soggetto aggregatore. Il mancato rispetto di queste regole rende impossibile il rilascio del Codice Identificativo di Gara (CIG). Ricordiamo che, come stabilito dal Milleproroghe, l’obbligo scatterà dal primo settembre 2015.
Come si legge nel Programma nazionale di riforma, è stato inoltre avviato un percorso di razionalizzazione delle centrali di acquisto, che saranno ridotte a circa 35 e saranno gestite dalle regioni e delle città metropolitane o unioni di comuni oltre che dalla centrale di committenza nazionale Consip S.p.A.
Dal 2016 i soggetti aggregatori condivideranno i propri piani merceologici e parteciperanno ad un tavolo che renderà possibile la condivisione delle banche dati, l’analisi dei fabbisogni delle amministrazioni, la mappatura completa delle procedure di acquisto su tutto il territorio e la semplificazione dei processi di e-procurement, cioè degli appalti elettronici.
Sono queste alcune delle novità contenute nel Programma nazionale di riforma, sezione III del Documento di economia e finanza (DEF).
In base alla normativa attuale, introdotta dalla Spending Review (Legge 89/2014 che ha convertito il DL 66/2014) i Comuni non capoluogo procedono all’acquisizione di lavori, beni e servizi nell’ambito di unioni di comuni o costituendo un accordo consortile avvalendosi delle Province o di altri soggetti aggregatori. In alternativa, i comuni possono utilizzare gli strumenti elettronici di acquisto gestiti da Consip SpA o da un altro soggetto aggregatore. Il mancato rispetto di queste regole rende impossibile il rilascio del Codice Identificativo di Gara (CIG). Ricordiamo che, come stabilito dal Milleproroghe, l’obbligo scatterà dal primo settembre 2015.
Come si legge nel Programma nazionale di riforma, è stato inoltre avviato un percorso di razionalizzazione delle centrali di acquisto, che saranno ridotte a circa 35 e saranno gestite dalle regioni e delle città metropolitane o unioni di comuni oltre che dalla centrale di committenza nazionale Consip S.p.A.
Dal 2016 i soggetti aggregatori condivideranno i propri piani merceologici e parteciperanno ad un tavolo che renderà possibile la condivisione delle banche dati, l’analisi dei fabbisogni delle amministrazioni, la mappatura completa delle procedure di acquisto su tutto il territorio e la semplificazione dei processi di e-procurement, cioè degli appalti elettronici.