20/04/2015 - “Abbiamo inviato da tempo le nostre proposte al Governo Renzi, oggi chiediamo un incontro al ministro Graziano Delrio. Gli edili non possono più aspettare, e non può più aspettare il Paese”. Bisogna investire di più nelle opere pubbliche.
Questa la richiesta dei sindacati delle costruzioni Cgil Cisl Uil, riuniti il 16 aprile 2015 a Roma in Assemblea per avviare la fase di contrattazione territoriale prevista dal contratto nazionale dell’edilizia.
Per i sindacati la crisi del settore edile non accenna a fermarsi e i dati registrati dalle Casse edili lo confermano: “dal 2008 al dicembre 2014 -48% di ore lavorate, -45% di lavoratori, -38% di imprese e -41% di massa salariale”.
Secondo i generali di FenealUil Filca Cisl e Fillea Cgil (Vito Panzarella, Domenico Pesenti, Walter Schiavella) nei 7 anni di crisi l’Italia ha subito un crollo dell’occupazione, del lavoro buono e regolare, dei redditi e dei consumi, della legalità e della trasparenza nella gestione della cosa pubblica e degli appalti.
I sindacati denunciano la mancanza di interventi decisivi da parte del Governo che risponde “con interventi timidi, promesse, ostentazione di ottimismo ed annunci propagandistici di una imminente ripresa, come se gli annunci da soli bastassero a renderla possibile”.
I sindacati delle costruzioni quindi richiedono con urgenza un incontro con il ministro Delrio per proporre delle soluzioni volte al rilancio del settore nel segno della qualità e della sostenibilità. “Le proposte sono semplici e concrete, molte a costo zero, in particolare quelle che intervengono sulle storiche distorsioni del settore: parliamo del sistema degli appalti, del rafforzamento dei controlli contro l’irregolarità del lavoro e per la sicurezza, del ripristino del Durc, cancellato dal decreto Poletti, della lotta alle infiltrazioni mafiose”.
Nel corso della riunione è stata evidenziata l’importanza degli investimenti nelle opere pubbliche, prevedendo però un avvio più celere e delle risorse più cospicue.
I sindacati delle costruzioni hanno dichiarato: “A spingere sulla ripresa nel 2015 potrebbe incidere la crescita degli investimenti in opere pubbliche, prevista del 2%, ma ciò dipende in gran parte dall’auspicato successo dei provvedimenti per il rilancio dell’economia quali lo Sblocca Italia e la Legge di Stabilità 2015, che purtroppo sono ancora fermi agli annunci”.
Secondo i leader di Feneal Filca Fillea sono insufficienti le opere già programmate: “sulle opere è indiscutibile che alcuni interventi siano partiti, ma ancora una volta non corrispondono agli annunci e continuano ad essere una goccia nel mare in tempesta. Un esempio su tutti il progetto #scuolebelle, che dai nostri monitoraggi dell’ottobre 2014 era realizzato solo per il 10%, mentre per il Governo per il 94%.
I sindacati fanno notare che anche sugli interventi per il dissesto idrogeologico “l’impegno del governo è stato di accelerare l’utilizzo delle risorse stanziate per lo più 5 anni fa. Ma se andiamo a vedere quelle disponibili e nuove per il 2015, ci sono solo 100 milioni per le aree metropolitane”.
Per Panzarella, Pesenti e Schiavella “le prime dichiarazioni del ministro Delrio fanno sperare che qualcosa possa cambiare, in particolare la bocciatura della Legge Obiettivo, che rappresenta la punta massima della inadeguatezza dei Governi sul piano della programmazione economica: dal 2001, dei 285 miliardi di opere inserite nel programma, quelle ultimate rappresentano l’8,4% del totale; rispetto ai 149 miliardi di investimenti deliberati dal Cipe, le opere concluse ammontano a 6,5 miliardi. Se guardiamo ai costi delle opere, come segnalato dall’ultimo rapporto del Cresme, siamo in presenza di un incremento di oltre il 40% rispetto ai costi di partenza”.
E’ fondamentale per gli esponenti sindacali liberare subito risorse per opere utili, immediatamente cantierabili, rendere trasparenti le assegnazioni, monitorare l’esecuzione ed effettuare seri controlli sulla qualità delle imprese, dei materiali, del lavoro e della sicurezza, guardando alle priorità della messa in sicurezza del territorio e alla riqualificazione urbana.
Altro tema caro ai sindacati quello sugli ammortizzatori sociali e delle pensioni; propongono l’estensione degli ammortizzatori sociali e una revisione della riforma Fornero, che costringe gli operai a lavorare sulle impalcature fino a 67 anni.