Gli edifici abusivi possono essere automaticamente espropriati
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NORMATIVA
Gli edifici abusivi possono essere automaticamente espropriati
CdS: se il Comune impone il ripristino e il responsabile non adempie, i manufatti diventano di proprietà comunale
Vedi Aggiornamento del 05/11/2015
Vedi Aggiornamento del 05/11/2015
01/04/2015 - bsp;- Gli edifici abusivi possono essere espropriati in modo automatico dal Comune. Lo ha chiarito il Consiglio di Stato con la sentenza 1064/2015.
I giudici hanno ricordato che, in base all’articolo 31 del Testo unico dell’edilizia (Dpr 380/2001), se il Comune impone il ripristino della situazione preesistente e l’autore dell’abuso non obbedisce, l’acquisizione da parte dell’Amministrazione avviene automaticamente.
Nel caso preso in esame dal CdS, era stato chiesto al Comune un permesso di costruire in sanatoria, ma poi era stato effettuato un cambio di destinazione d’uso in totale difformità dal titolo abilitativo. Uno dei locali, assentito come deposito, era stato trasformato in cucine anche se, contrariamente a quanto previsto dal regolamento edilizio comunale, l’altezza era minore di 2,70 metri.
Dato che il cambiamento di destinazione d’uso era risultato difforme dal titolo abilitativo e comportava una diversa incidenza sul carico urbanistico, il Comune l’aveva considerato come una trasformazione edilizia.
Di fronte all’inerzia dell’autore dell’abuso, cui era stato intimato di ripristinare la situazione preesistente, l’Amministrazione aveva quindi acquisito il bene e l’area di sedime, che erano entrati a far parte del patrimonio comunale.
Di fronte all’opposizione dell’interessato, i giudici hanno chiarito che l’acquisizione non è un provvedimento di autotutela, ma una misura sanzionatoria che segue all’inottemperanza dell’ordine di demolizione e ripristino. Per questo motivo entra in funzione in modo automatico.
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I giudici hanno ricordato che, in base all’articolo 31 del Testo unico dell’edilizia (Dpr 380/2001), se il Comune impone il ripristino della situazione preesistente e l’autore dell’abuso non obbedisce, l’acquisizione da parte dell’Amministrazione avviene automaticamente.
Nel caso preso in esame dal CdS, era stato chiesto al Comune un permesso di costruire in sanatoria, ma poi era stato effettuato un cambio di destinazione d’uso in totale difformità dal titolo abilitativo. Uno dei locali, assentito come deposito, era stato trasformato in cucine anche se, contrariamente a quanto previsto dal regolamento edilizio comunale, l’altezza era minore di 2,70 metri.
Dato che il cambiamento di destinazione d’uso era risultato difforme dal titolo abilitativo e comportava una diversa incidenza sul carico urbanistico, il Comune l’aveva considerato come una trasformazione edilizia.
Di fronte all’inerzia dell’autore dell’abuso, cui era stato intimato di ripristinare la situazione preesistente, l’Amministrazione aveva quindi acquisito il bene e l’area di sedime, che erano entrati a far parte del patrimonio comunale.
Di fronte all’opposizione dell’interessato, i giudici hanno chiarito che l’acquisizione non è un provvedimento di autotutela, ma una misura sanzionatoria che segue all’inottemperanza dell’ordine di demolizione e ripristino. Per questo motivo entra in funzione in modo automatico.
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Norme correlate
Sentenza 04/03/2015 n.1064
Consiglio di Stato - Gli abusi edilizi possono essere espropriati in modo automatico dal Comune
Decreto Pres. Repubblica 06/06/2001 n.380
Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di edilizia (Testo Unico Edilizia - TUE)
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