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La Basilicata verso una legge sull’archeologia industriale

La Basilicata verso una legge sull’archeologia industriale

Obiettivo: trasformare i siti non più utilizzabili per la produzione in risorse per il turismo

Vedi Aggiornamento del 07/07/2017
La Basilicata verso una legge sull’archeologia industriale
di Alessandra Marra
Vedi Aggiornamento del 07/07/2017
14/04/2015 - Valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale presente sul territorio regionale salvaguardando spazi che altrimenti sarebbero destinati alla demolizione.
 
Questo l’obiettivo della proposta di legge presentata dai consiglieri regionali PD della Basilicata Mario Polese e Roberto Cifarelli nel corso di una conferenza stampa.

L’idea nasce dalla riflessione sull’esperienza analoga della regione Puglia, ma anche dalla necessità di porre al centro del ragionamento programmatico la tutela e la valorizzazione di quei siti che vengono percepiti come un “vulnus dalla comunità” ma che possono diventare punti di forza della programmazione turistica regionale.
 
Il patrimonio di archeologia industriale è quel complesso di beni materiali ed immateriali non più utilizzabili per il processo produttivo, che costituiscono testimonianza storica  del lavoro e della cultura industriale presenti sul territorio regionale, quali i complessi industriali, le fabbriche e le relative strutture di servizio e di pertinenza, le macchine e le attrezzature, i prodotti originali dei processi industriali, gli archivi, le raccolte librarie e documentarie, ivi comprese quelle relative a disegni, fotografie e filmati, le collezioni e le serie di oggetti riguardanti l’industria, nonché i siti estrattivi dismessi.

Per Mario Polese, primo firmatario della pdl, l’intezione è ridare nuova vita e dignità agli edifici, soprattutto a quelli che “hanno scritto pagine di storia della regione”.
 
Per raggiungere quest’obiettivo è previsto un censimento regionale, aggiornando annualmente la mappatura, dei beni materiali ed immateriali non più utilizzabili per il processo produttivo presenti sul territorio regionale.
 
Per portare a compimento l’operazione sarà fondamentale la collaborazione con i Comuni e con gli istituti di ricerca con la relativa acquisizione di dati e informazioni ed una consulta che provvederà  a proporre un piano triennale per la valorizzazione dell’archeologia industriale.

Roberto Cifarelli ha dichiarato: “Con questa proposta di legge si vuole partire dallo studio dei luoghi, dei processi produttivi, dei resti immateriali e materiali dell’industrializzazione per giungere alla ricostruzione della fisionomia di un determinato territorio, della sua storia, delle sue modificazioni e con essa alla conoscenza della storia di un popolo, della sua cultura e della sua civiltà”.

“Stiamo lavorando con la Giunta ad un disegno di legge sui beni culturali che contemplerà anche l’archeologia perché il termine cultura è una funzione che la Regione deve declinare e coltivare  quale vera opportunità di sviluppo ed occasione di nuova occupazione” ha concluso Cifarelli.
 
L’argomento già da tempo è oggetto di riflessioni, infatti l’Università degli studi di Basilicata ha attivato da tempo il corso di archeologia industriale.

Presente alla conferenza stampa anche Antonella Pellettieri, dirigente di ricerca dell’Ibam Cnr di Potenza la quale ha annunciato che, all’interno del progetto “Mensale”, Mense Storiche e Artistiche Lucane, il 30 aprile si svolgerà un convegno internazionale, in occasione dell’anno europeo di archeologia industriale, con una tavola rotonda tra gli amministratori di Umbria, Puglia e Basilicata proprio sul tema dei siti da recuperare.

Foto: Mulino Spolidoro (PZ) dal sito aceaviggiano.it
 
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