Riforma degli appalti, più spazio alla meritocrazia delle imprese
NORMATIVA
Riforma degli appalti, più spazio alla meritocrazia delle imprese
Qualificazione in base alla capacità di rispettare i tempi di consegna delle opere ed evitare varianti e contenziosi, le novità all’esame del Senato
08/04/2015 - Premiare le imprese che rispettano i tempi di consegna delle opere, scoraggiare le varianti e snellire le norme sui contratti pubblici. Sono i cardini della riforma degli appalti che, dopo una lunga permanenza in Commissione Lavori Pubblici, dovrebbe approdare in aula al Senato nei prossimi giorni.
Scarica la NUOVA BOZZA DEL CODICE APPALTI presentata oggi.
Per raggiungere gli obiettivi di semplificazione, il nuovo Codice avrà 250 articoli, contro i 650 della norma precedente.
Con il nuovo sistema la qualificazione delle imprese non si baserà solo sulla valutazione dei requisiti formali, come il fatturato o il numero di addetti, ma prenderà in considerazione la “buona condotta” tenuta negli appalti precedenti. Le imprese capaci di rispettare i tempi di consegna delle opere, senza creare contenziosi con i committenti, avranno quindi più possibilità di accedere al mercato dei lavori pubblici.
Secondo Dino Piacentini, presidente dell’associazione nazionale delle piccole e medie imprese edili (Aniem) si tratta di un passo avanti verso la meritocrazia delle imprese. In altre parole, un miglioramento del settore che spesso è stato caratterizzato da un aumento del costo delle opere dovuto a rallentamenti e varianti.
Un altro strumento per evitare contenziosi e rallentamenti sarà probabilmente il debat public. Si tratta di un sistema, diffuso in Francia, in base al quale le comunità locali sono coinvolte nella fase di progettazione delle opere strategiche e non solo in quelle successive della realizzazione.
Nel nuovo Codice non potranno esserci regole più onerose di quelle europee. Si tratta del divieto di overdesign, in base al quale eventuali adempimenti aggiuntivi dovranno essere valutati in funzione della loro effettiva necessità, della sostenibilità economica e finanziaria e del loro impatto sui tempi di realizzazione dell’opera.
Per garantire una maggiore efficienza, l’Anac valuterà la capacità di gestione, l’organizzazione e la conoscenza delle norme del settore da parte delle Stazioni Appaltanti. L’Autorità anticorruzione detterà i criteri per la loro riduzione e razionalizzazione. In generale, i contratti più complessi potranno essere gestiti dalle Stazioni Appaltanti che abbiano raggiunto un maggiore grado di qualificazione.
L’Anac avrà inoltre maggiori funzioni di vigilanza, che comprenderanno poteri di controllo, raccomandazione, intervento cautelare e sanzionatorio, adozione di atti di indirizzo, linee guida, bandi tipo e contratti tipo.
Sarà incentivata la partecipazione dei capitali privati grazie al potenziamento del project financing. Per garantire la semplificazione e la trasparenza si cercherà di evitare le deroghe, che saranno possibili solo in caso di emergenza.
Per valorizzare le esigenze sociali e ambientali, la delega prevede poi l’introduzione di criteri premiali nella valutazione delle offerte presentate da imprese che operano nel proprio territorio in ottemperanza ai principi di economicità dell’appalto, accesso delle Pmi, territorialità e filiera corta.
Gli appalti integrati saranno ridimensionati e ci sarà un maggiore ricorso alle aggiudicazioni secondo il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa.
Positivo il commento del presidente dell'Oice, Patrizia Lotti, che ha però esortato a procedere in tempi brevi.
Ricordiamo che con il disegno di legge in discussione al Senato saranno recepite le seguenti direttive:
- Direttiva 2014/24/UE sugli appalti pubblici (che abroga la direttiva 2004/18/CE);
- Direttiva 2014/25/UE sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali (che abroga la direttiva 2004/17/CE);
- Direttiva 2014/23/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione.
La nuova legge costituirà il quadro per l’adozione di una serie di decreti che completeranno la riforma.
Scarica la NUOVA BOZZA DEL CODICE APPALTI presentata oggi.
Per raggiungere gli obiettivi di semplificazione, il nuovo Codice avrà 250 articoli, contro i 650 della norma precedente.
Con il nuovo sistema la qualificazione delle imprese non si baserà solo sulla valutazione dei requisiti formali, come il fatturato o il numero di addetti, ma prenderà in considerazione la “buona condotta” tenuta negli appalti precedenti. Le imprese capaci di rispettare i tempi di consegna delle opere, senza creare contenziosi con i committenti, avranno quindi più possibilità di accedere al mercato dei lavori pubblici.
Secondo Dino Piacentini, presidente dell’associazione nazionale delle piccole e medie imprese edili (Aniem) si tratta di un passo avanti verso la meritocrazia delle imprese. In altre parole, un miglioramento del settore che spesso è stato caratterizzato da un aumento del costo delle opere dovuto a rallentamenti e varianti.
Un altro strumento per evitare contenziosi e rallentamenti sarà probabilmente il debat public. Si tratta di un sistema, diffuso in Francia, in base al quale le comunità locali sono coinvolte nella fase di progettazione delle opere strategiche e non solo in quelle successive della realizzazione.
Nel nuovo Codice non potranno esserci regole più onerose di quelle europee. Si tratta del divieto di overdesign, in base al quale eventuali adempimenti aggiuntivi dovranno essere valutati in funzione della loro effettiva necessità, della sostenibilità economica e finanziaria e del loro impatto sui tempi di realizzazione dell’opera.
Per garantire una maggiore efficienza, l’Anac valuterà la capacità di gestione, l’organizzazione e la conoscenza delle norme del settore da parte delle Stazioni Appaltanti. L’Autorità anticorruzione detterà i criteri per la loro riduzione e razionalizzazione. In generale, i contratti più complessi potranno essere gestiti dalle Stazioni Appaltanti che abbiano raggiunto un maggiore grado di qualificazione.
L’Anac avrà inoltre maggiori funzioni di vigilanza, che comprenderanno poteri di controllo, raccomandazione, intervento cautelare e sanzionatorio, adozione di atti di indirizzo, linee guida, bandi tipo e contratti tipo.
Sarà incentivata la partecipazione dei capitali privati grazie al potenziamento del project financing. Per garantire la semplificazione e la trasparenza si cercherà di evitare le deroghe, che saranno possibili solo in caso di emergenza.
Per valorizzare le esigenze sociali e ambientali, la delega prevede poi l’introduzione di criteri premiali nella valutazione delle offerte presentate da imprese che operano nel proprio territorio in ottemperanza ai principi di economicità dell’appalto, accesso delle Pmi, territorialità e filiera corta.
Gli appalti integrati saranno ridimensionati e ci sarà un maggiore ricorso alle aggiudicazioni secondo il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa.
Positivo il commento del presidente dell'Oice, Patrizia Lotti, che ha però esortato a procedere in tempi brevi.
Ricordiamo che con il disegno di legge in discussione al Senato saranno recepite le seguenti direttive:
- Direttiva 2014/24/UE sugli appalti pubblici (che abroga la direttiva 2004/18/CE);
- Direttiva 2014/25/UE sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali (che abroga la direttiva 2004/17/CE);
- Direttiva 2014/23/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione.
La nuova legge costituirà il quadro per l’adozione di una serie di decreti che completeranno la riforma.