I Comuni non capoluogo non creino unioni e consorzi di facciata, ma aggreghino realmente la gestione degli appalti. Questo il monito lanciato dal documento dell’Autorità, che chiede che l’aggregazione sia reale senza che i Comuni, dopo essersi uniti, gestiscano in modo autonomo i lavori di propria competenza.
Appalti centralizzati, i chiarimenti ANAC
Ricordiamo che l’obbligo di ricorrere agli appalti centralizzati nei Comuni non capoluogo è stato introdotto dal Decreto sulla Spending Review (DL 66/2014).Come spiegato dall’Anac dopo i dubbi sollevati dagli operatori del settore, i soggetti aggregatori sono la Consip S.p.A., una centrale di committenza per ogni Regione e gli altri soggetti che svolgono attività di centrale di committenza iscritti nell’elenco dei soggetti aggregatori ai sensi del dpcm 11 novembre 2014. Rientrano in questo gruppo anche le società interamente pubbliche istituite quale soggetto operativo di associazioni, consorzi o unioni di Comuni.
È importante però, sottolinea l’Anac, che questi organismi non diventino uno strumento per eludere la centralizzazione.
Per raggiungere una effettiva centralizzazione dovrebbe essere coordinata tutta la programmazione degli interventi e degli acquisti. Non solo, perché l’Anac consiglia anche la nomina di un unico responsabile del procedimento per le fasi della progettazione, dell'affidamento e dell'esecuzione. L’Autorità ha inoltre spiegato che “il responsabile del procedimento deve essere un dipendente dell’amministrazione che bandisce la gara”.