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Split Payment, ok dalla Commissione Europea

Split Payment, ok dalla Commissione Europea

Ance: ‘è un passo indietro rispetto al tema dei ritardi nei pagamenti e dei problemi di liquidità delle imprese’

Vedi Aggiornamento del 26/01/2018
Split Payment, ok dalla Commissione Europea
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 26/01/2018
16/06/2015 - Via libera dalla Commissione Europea allo Split Payment. Lo strumento ideato per la lotta all’evasione fiscale, ma osteggiato dalle imprese in crisi di liquidità, sarà in uso nel triennio 2015 - 2017 anche se attende l’ok finale del Consiglio. La Commissione ha inoltre obbligato l'Italia a presentare un rapporto sui tempi medi di rimborso dei crediti Iva vantati dalle imprese.
 

Split Payment, cos’è e come funziona

Il sistema per la lotta all’evasione fiscale è stato introdotto dalla Legge di Stabilità per il 2015 e regolato nei dettagli dal DM 23 gennaio 2015. Consiste in uno sdoppiamento del pagamento del bene o del servizio e dell’Iva. Significa che la Pubblica Amministrazione paga al fornitore il prezzo del bene o del servizio e versa l’Iva direttamente all’Erario, in modo che chi incassa la fattura non “dimentichi” di corrispondere successivamente l’imposta allo Stato.

I fornitori di beni e servizi emettono la fattura con l’annotazione “scissione dei pagamenti”. L’Iva diventa esigibile nel momento in cui vengono pagati i corrispettivi ai fornitori. Le Amministrazioni possono però optare per l’esigibilità anticipata al momento della ricezione della fattura. Il versamento dell’Iva è effettuato il giorno 16 del mese successivo a quello in cui l’imposta diventa esigibile. Le Amministrazioni devono annotare le fatture entro il giorno 15 del mese successivo a quello in cui l’imposta è diventata esigibile.
 
Le nuove regole valgono per le operazioni per cui la fattura è stata emessa a partire dal primo gennaio 2015.
 
La misura ha subito suscitato lo scontento delle imprese, che hanno presentato una denuncia alla Commissione Europea, ed è rimasta congelata fino al via libera di Bruxelles.
 

Perché lo Split Payment non piace alle imprese

Secondo l’Associazione nazionale costruttori edili (ANCE) la misura causerà conseguenze disastrose per il settore dell’edilizia, già colpito dalla mancanza di liquidità dovuta ai ritardati pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione. Le imprese con lo Split Payment non ricevereranno più l'Iva dalle Amministrazioni, ma dovranno comunque continuare a pagarla ai loro fornitori. In cassa al posto della liquidità rimarreanno quindi i crediti Iva. A ciò si aggiunge che il settore delle costruzioni è vittima di un crollo dei finanziamenti concessi dalle banche, che dal 2007 al 2013 sono scesi del 70%.
 
Dopo aver appreso del via libera da parte di Bruxelles, il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, ha commentato la decisione come “un passo indietro rispetto all’attenzione dimostrata negli ultimi anni sul tema della liquidità delle imprese e dei pagamenti della Pubblica Amministrazione”. “Questo meccanismo - ha continuato Buzzetti - non tiene conto dei ritardi stratosferici che ci sono già nei pagamenti della pa e nei rimborsi dell’Iva, è una misura anti-Pmi: sottrae risorse dovute alle imprese, pari a 1,3 miliardi di euro all’anno solo nelle costruzioni e rischia di far pagare il conto della lotta all’evasione alle migliaia di imprese oneste.

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