Appalti centralizzati, le soglie potrebbero essere riviste
NORMATIVA
Appalti centralizzati, le soglie potrebbero essere riviste
Comuni scettici sulle capacità di coordinamento delle centrali di committenza: 'le nuove regole potrebbero paralizzare il mercato'
09/07/2015 - Criticità e opportunità delle centrali di committenza. Sono gli aspetti trattati nel documento elaborato da Ifel - Fondazione Anci, ente che assiste i Comuni in materia di finanza ed economia locale, e che potrebbero portare ad una revisione delle soglie al di sopra delle quali far scattare l’obbligo di gestione centralizzata degli appalti.
Al momento, oltre alle norme sulla Spending Review, il disegno di legge per la riforma del Codice Appalti prevede che le Regioni gestiscano le gare sopra la soglia comunitaria, che ammonta a 5,2 milioni per i lavori e 200 mila euro per i servizi e le forniture.
Per importi compresi tra la soglia comunitaria e 100 mila euro, le gare devono essere gestite a livello provinciale.
Nelle prime fasi, però, l’Anci teme la paralisi del mercato nazionale a causa dei possibili dubbi sui confini tra le competenze dei vari enti e dell’effettiva capacità delle centrali di committenza di coordinare un alto numero di gare.
Per questi motivi, durante il passaggio alla Camera potrebbero essere riviste le soglie al di sopra delle quali far scattare l’obbligo della centralizzazione. La revisione potrebbe andare incontro alle esigenze dei piccoli comuni, che secondo le norme vigenti non hanno il potere di bandire gare in autonomia.
L’entrata in vigore di queste regole era prevista per il primo luglio 2014 e ai trasgressori non sarebbe stato rilasciato il CIG.
La Legge 114/2014 ha posticipato l’avvio delle nuove regole al primo gennaio 2015 per l’acquisto di beni e servizi e al primo luglio 2015 per gli appalti di lavori pubblici. La stessa norma ha stabilito che i Comuni non capoluogo con una popolazione superiore a 10 mila abitanti potranno procedere autonomamente all’acquisizione di lavori, beni e servizi di valore inferiore a 40 mila euro.
La Legge 11/2015 (Milleproroghe) ha nuovamente posticipato l’obbligo di centralizzazione, prevedendo l’applicazione delle nuove regole alle gare bandite dal primo settembre 2015. La legge ha allineato l’avvio del nuovo sistema sia per l'acquisto di beni e servizi sia per i lavori.
La riforma della scuola farà slittare quasi sicuramente questo termine al primo novembre 2015.
I dubbi sugli appalti centralizzati
Secondo Ifel-Fondazione Anci, l’aggregazione degli appalti è una strada necessaria, ma deve essere affrontata con un percorso di riforma graduale.Al momento, oltre alle norme sulla Spending Review, il disegno di legge per la riforma del Codice Appalti prevede che le Regioni gestiscano le gare sopra la soglia comunitaria, che ammonta a 5,2 milioni per i lavori e 200 mila euro per i servizi e le forniture.
Per importi compresi tra la soglia comunitaria e 100 mila euro, le gare devono essere gestite a livello provinciale.
Nelle prime fasi, però, l’Anci teme la paralisi del mercato nazionale a causa dei possibili dubbi sui confini tra le competenze dei vari enti e dell’effettiva capacità delle centrali di committenza di coordinare un alto numero di gare.
Per questi motivi, durante il passaggio alla Camera potrebbero essere riviste le soglie al di sopra delle quali far scattare l’obbligo della centralizzazione. La revisione potrebbe andare incontro alle esigenze dei piccoli comuni, che secondo le norme vigenti non hanno il potere di bandire gare in autonomia.
Come funzioneranno gli appalti centralizzati
Ricordiamo che la Legge 89/2014 (Spending Review) ha previsto che i Comuni non capoluogo procedano all’acquisizione di lavori, beni e servizi nell’ambito di unioni di comuni o costituendo un accordo consortile avvalendosi delle Province o di altri soggetti aggregatori. In alternativa, i comuni possono utilizzare gli strumenti elettronici di acquisto gestiti da Consip SpA o da un altro soggetto aggregatore.L’entrata in vigore di queste regole era prevista per il primo luglio 2014 e ai trasgressori non sarebbe stato rilasciato il CIG.
La Legge 114/2014 ha posticipato l’avvio delle nuove regole al primo gennaio 2015 per l’acquisto di beni e servizi e al primo luglio 2015 per gli appalti di lavori pubblici. La stessa norma ha stabilito che i Comuni non capoluogo con una popolazione superiore a 10 mila abitanti potranno procedere autonomamente all’acquisizione di lavori, beni e servizi di valore inferiore a 40 mila euro.
La Legge 11/2015 (Milleproroghe) ha nuovamente posticipato l’obbligo di centralizzazione, prevedendo l’applicazione delle nuove regole alle gare bandite dal primo settembre 2015. La legge ha allineato l’avvio del nuovo sistema sia per l'acquisto di beni e servizi sia per i lavori.
La riforma della scuola farà slittare quasi sicuramente questo termine al primo novembre 2015.