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Ingegneri: la formazione universitaria è poco professionalizzante

Ingegneri: la formazione universitaria è poco professionalizzante

CNI: 'Necessari corsi di studio più specializzanti e coerenti con il mondo del lavoro e degli ordini'

Vedi Aggiornamento del 04/01/2017
Ingegneri: la formazione universitaria è poco professionalizzante
di Alessandra Marra
Vedi Aggiornamento del 04/01/2017
10/07/2015 - L’offerta formativa della varie facoltà d’ingegneria non sempre fornisce tutte le competenze attinenti al profilo professionale.
 
Questa l’amara conclusione a cui giunge il Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri (CNI) nel rapporto “Esercizio della professione di ingegnere e formazione universitaria: un rapporto da rinsaldare”.
 

Ingegneri, formazione universitaria da rivedere

Secondo lo studio del CNI, nel corso del tempo si è verificato uno scollamento tra sistema formativo e sistema ordinistico: è stata infatti riscontrata un’elevata difformità di contenuti nei percorsi formativi della stessa classe di laurea tra un’università e l’altra e in generale le varie offerte formative non sono state in grado di trasmettere le competenze specializzanti per profilo professionale.
 
Lo studio è nato allo scopo di analizzare a fondo l’offerta formativa universitaria nel settore dell’ingegneria, soprattutto alla luce delle evoluzioni normative che negli ultimi anni hanno modificato sia il sistema universitario che l’accesso all’albo professionale.
 
Il Centro Studi ha esaminato 1.008 piani di studio delle facoltà di ingegneria, di cui 412 di primo livello, 34 corsi magistrali a ciclo unico e 562 corsi di laurea magistrale. In particolare, sono stati messi a confronto i percorsi formativi di tutti i corsi di laurea di primo e di secondo livello dell'ambito ingegneristico, suddivisi per classe di laurea, con un'analisi dettagliata dei settori scientifico-disciplinari coinvolti e dei crediti attribuiti ad ogni insegnamento.  L’analisi è stata suddivisa in due fasi, realizzate rispettivamente nel 2013 e nel 2014.

 
Formazione universitaria ingegneri: le 4 criticità

Il Presidente del Centro Studi CNI, Luigi Ronsivalle, ha commentato così i dati del rapporto: “Dalla nostra ricerca emergono quattro criticità che descrivono la delicatezza e la complessità della questione legata alla formazione universitaria degli ingegneri. La prima è la possibilità di accedere all’albo degli ingegneri anche per i laureati provenienti da Dipartimenti focalizzati su metodi e discipline distanti dall’Ingegneria (Matematica, Fisica e Scienze Naturali); la seconda è l’impossibilità per alcuni laureati delle classi di laurea ingegneristiche di sostenere l’esame di Stato per l’abilitazione professionale; la terza è la non corrispondenza biunivoca tra corso di studi e settore dell’Albo professionale a cui è possibile iscriversi; la quarta è l’incoerenza tra corsi di primo e secondo livello per quanto riguarda l’accesso all’albo professionale”.
 
“Siamo di fronte ad eterogeneità e disallineamenti tra i vari corsi di studio compresi nel vasto alveo dell’ingegneria. Alcune delle asimmetrie sono prive di logica. Per fare un esempio, ci sono classi di laurea in cui, se lo studente ha conseguito un diploma di primo livello, può iscriversi alla sezione B dell’albo degli ingegneri, ma se prosegue gli studi e consegue il corrispondente titolo di secondo livello non può iscriversi nella sezione A dell’albo” ha proseguito Ronsivalle.
 
“Le cause di queste incongruenze sono molteplici e non dipendono necessariamente dalle Università o dagli Ordini Professionali. Sono soprattutto il risultato delle molteplici rivisitazioni delle norme che hanno contraddistinto gli ultimi 15 anni” ha concluso il Presidente del Centro studi CNI.

Il documento del Centro Studi CNI, infatti, mostra come gli Atenei, colpiti pesantemente da tagli di spesa e da frequenti cambiamenti normativi, siano stati obbligati a trasformare rapidamente e spesso radicalmente l'architettura dei corsi, dovendo sfruttare al massimo le scarse risorse economiche e umane disponibili.
 
Dall’altra parte gli Ordini professionali si sono trovati di fronte ad un decreto, il DPR 328/2001, che ha mutato completamente l'accesso agli albi professionali ed in particolare all'albo degli ingegneri, consentendolo anche a nuovi profili prima esclusi, come ad esempio gli informatici o alcune categorie di architetti e di dottori "specialistici" in Scienze matematiche, fisiche e naturali e, contemporaneamente, impedendolo ad altri.
 
In particolare l'indagine mostra che la tripartizione dell’Albo, operata dal DPR.328/2001, che ha apportato un minimo di razionalizzazione nella individuazione delle competenze ingegneristiche, non basta se non si opera una riforma compiuta dell’Università, coerente con quella degli Ordini professionali.
 
In termini concreti, lo studio mostra come i 180 crediti necessari per conseguire la laurea vengano suddivisi tra le diverse attività formative con modalità che variano sensibilmente da corso a corso.  Per queste ragioni, il documento del Centro Studi CNI sottolinea l’opportunità di un'attività di monitoraggio continuo dell'offerta formativa ingegneristica italiana, in accordo e con la collaborazione della Conferenza per l'Ingegneria, già coinvolta nella discussione sulle risultanze di questa ricerca. 


 
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