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Città Metropolitane, ecco la Carta di Reggio Calabria

Città Metropolitane, ecco la Carta di Reggio Calabria

Tra gli impegni: piani di gestione dei centri storici e un grande parco metropolitano. Cresme e Inu presentano DemoSI

Vedi Aggiornamento del 07/04/2016
Città Metropolitane, ecco la Carta di Reggio Calabria
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 07/04/2016
21/07/2015 - Un vincolo di spesa del 20% da destinare alle politiche ambientali, la realizzazione di un grande parco metropolitano, piani di gestione dei centri storici e di tutti i beni culturali.
 
Sono solo alcuni degli impegni che l’Istituto Nazionale di Urbanistica e l’Ordine provinciale degli architetti richiedono espressamente alle nascenti Città Metropolitane e alle istituzioni in generale con la “Carta di Reggio Calabria”.
 
Il documento è stato siglato sabato 18 luglio dalla presidente dell’Inu Silvia Viviani e dal presidente dell’Ordine provinciale degli architetti Paolo Malara, a conclusione del Festival delle Città Metropolitane, la tre giorni di approfondimenti e dibattiti che si è svolta nella città calabrese a partire dal 16 luglio e che ha visto gli esperti confrontarsi con i rappresentanti di Governo, Regione, Provincia e Comune.
 
L’ultima, suggestiva tappa è consistita in una minicrociera lungo la costa tirrenica - da Reggio fino a Palmi e ritorno - che assume chiaramente il forte valore simbolico di un territorio che  vuole riappropriarsi delle sua identità e dalle sue straordinarie bellezze. Una “Carta di Reggio Calabria”, dunque, che rappresenta la sintesi finale del Festival ma anche di tutta una serie di iniziative intraprese nei mesi scorsi.
 
“L’abbiamo detto più volte in questi giorni - evidenzia la presidente dell’Inu Silvia Viviani - le Città Metropolitane non devono essere intese come una mera sostituzione delle Province, bensì come organismi completamente nuovi nelle finalità e nella struttura, che sappiano superare l’attuale logica politica dei ‘compartimenti stagni’ per abbracciare in una visione più ampia l’organizzazione degli spazi urbani e dei processi socio - economici”.
 
Paolo Malara promette che la Carta sarà sottoposta “a tutte le istituzioni ai vari livelli, dal Governo centrale alle nascenti città metropolitane. Quello che proponiamo è un modo nuovo di guardare al territorio, recuperando una visione d’insieme per puntare a nuovi modelli di sviluppo sostenibile”.
 
Le Città Metropolitane, dunque, come grande opportunità per invertire la rotta per una pianificazione - grazie anche ai fondi europei del Pon Metro - capace di rimettere al centro le relazioni tra le persone, la qualità della vita, la sostenibilità ambientale.
 
Tra gli altri impegni richiesti alle nuove Città Metropolitane: sistemi di mobilità multimodale, la creazione di nuovi paesaggi urbani e territoriali salubri ed ecologici, iniziative per comprendere la domanda di progetto espressa dalle cittadinanze autoctone e straniere per la formazione della città interculturale, la valorizzazione dei capitali socio - territoriali per favorire uno sviluppo locale in grado di autosostenersi.
 
Sul piano più prettamente istituzionale si chiede tra l’altro che “nell’ordinamento per l’elezione dei sindaci sia obbligo nei programmi elettorali di fare riferimento in modo esplicito e approfondito alle proposte politiche metropolitane”, che “si istituisca la Conferenza Stato/Città Metropolitane” e che “si utilizzino le Città Metropolitane per avviare il processo di costituzione delle macroregioni”.
 

DemoSI, uno strumento Cresme - Inu

Nel corso del Festival delle Città Metropolitane è stato presentato ‘DemoSI’, uno strumento sviluppato dal Cresme con la collaborazione dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, per la produzione di scenari utili alla pianificazione territoriale.
 
DemoSI prende in considerazione 30 anni di storia e 20 di previsioni su dati e categorie fondamentali per la programmazione degli interventi e degli investimenti sul territorio: popolazione per classi di età, sesso e cittadinanza, dei movimenti migratori e demografici (che comprendono i rapporti tra nascite e decessi), della distribuzione delle famiglie per livello di reddito.
 
Gli utilizzatori, come ad esempio decisori e amministratori, possono ottenere, oltre alle evoluzioni ‘storiche’ degli ultimi 30 anni sui dati citati, proiezioni impostate e tarate su un territorio comunale o un gruppo di territori comunali selezionati in partenza.
 
Possono quindi osservare e leggere gli scenari più probabili in un arco di tempo lungo 20 anni per quanto riguarda l’evoluzione dell’età della popolazione, dell’incidenza degli stranieri e di quella della popolazione in età scolare, dei livelli di reddito, e programmare sulla base di questi dati gli interventi conseguenti, come la predisposizione di piani di edilizia sociale, la realizzazione delle strutture scolastiche e l’organizzazione dei servizi sanitari e sociali sul territori.
 
DemoSI consente anche la riorganizzazione dei dati in modo dettagliato all’interno dei territori selezionati, ed è in grado di individuare aree omogenee sulla base delle categorie.

 
Fonte: ufficio stampa INU
 
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