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Sicilia, impugnata la riforma degli appalti con lo stop ai ribassi

Sicilia, impugnata la riforma degli appalti con lo stop ai ribassi

Governo: violata la competenza esclusiva dello Stato sulla concorrenza. Avviato un tavolo per soluzioni concordate

Vedi Aggiornamento del 07/06/2016
Sicilia, impugnata la riforma degli appalti con lo stop ai ribassi
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 07/06/2016
14/09/2015 - Potrebbe essere incostituzionale la LR 14/2015, adottata in Sicilia per limitare i ribassi negli appalti fino al 31 dicembre 2015. Il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare la norma, che a suo avviso non rispetta la competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela della concorrenza.
 
Sulla questione dovrà ora pronunciarsi la Corte Costituzionale. Contemporaneamente è stato deciso di aprire un tavolo di confronto istituzionale tra Governo e Regione Siciliana per procedere all’individuazione di possibili soluzioni concordate.
 

Competenze sulla concorrenza

Come affermato in Consiglio dei Ministri, sul piano strettamente tecnico, la disposizione è in contrasto con l’articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione che riserva esclusivamente alla competenza  legislativa dello Stato la materia della tutela della concorrenza.
 

Limiti ai ribassi per la concorrenza negli appalti

La LR 14/2015 ha stabilito che, fino al 31 dicembre 2015, negli appalti da aggiudicare col criterio del prezzo più basso, che non hanno carattere transfrontaliero e di importo inferiore alla soglia comunitaria, la Stazione Appaltante può prevedere nel bando che siano automaticamente escluse le offerte con una percentuale di ribasso maggiore o uguale alla soglia di anomalia. Una circolare successiva ha spiegato come calcolare le soglie di anomalia.
 
L’individuazione delle soglie porta all’eliminazione automatica di alcune offerte considerate anomale. Secondo il legislatore regionale, questo sistema garantisce l’accesso delle imprese oneste al mercato degli appalti e quindi determina un miglioramento in termini di concorrenza.
 
Secondo il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, invece, il meccanismo di calcolo non è adeguato perché, determinando in modo casuale la variazione in aumento o in diminuzione, crea una sostanziale variazione del numero delle offerte escluse automaticamente rispetto all'esclusione automatica che ne è derivata finora.
 
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