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Ance e Confindustria al Governo: ‘usare la leva fiscale per risollevare l’edilizia’

Ance e Confindustria al Governo: ‘usare la leva fiscale per risollevare l’edilizia’

Le proposte: detassare l’acquisto di case nuove in classe A e B e la rottamazione dei vecchi edifici, confermare l’ecobonus 65% per il 2016

Vedi Aggiornamento del 09/07/2019
di Rossella Calabrese
25/09/2015 - Meno spreco di energia, meno tasse e più innovazione. Sono questi gli obiettivi del pacchetto di proposte presentate da Ance e Confindustria al Governo, in vista della Legge di Stabilità, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta mercoledì scorso a Roma, alla presenza dei Presidenti Claudio De Albertis e Giorgio Squinzi.
 
“Il nostro patrimonio immobiliare è vecchio, energivoro e in molti casi poco sicuro - ha detto il Presidente dell’Ance De Albertis. Dobbiamo mettere in moto un processo su larga scala di sostituzione edilizia. Dobbiamo promuovere la cultura del bello ed efficiente che ancora in Italia è un tabù: comprare case ad alta efficienza energetica deve diventare conveniente e soprattutto un valore aggiunto che migliora la qualità della vita dei cittadini e delle nostre città”.
 
Il pacchetto di proposte presentato insieme a Confindustria mira a cogliere questi obiettivi, utilizzando la leva fiscale per ridurre il consumo di energia e promuovere la competitività delle imprese.
 
Secondo Ance e Confindustria, la proposta del Governo di eliminare la TASI sulla prima casa va nella giusta direzione. L’Italia negli anni di crisi ha visto un aumento delle tasse sugli immobili del 111%, contro una media europea del 23%. Un macigno che ha portato il nostro Paese al terzo posto in Europa per livello di tassazione sulla proprietà immobiliare.
 
Ma non basta. Il pacchetto di misure urgenti presentato da Ance e Confindustria, da approvare nella prossima Legge di Stabilità, propone di utilizzare il fisco per avviare una politica industriale di settore che mira al risparmio energetico, alla sostenibilità e alla crescita economica.
 
Ecco le proposte:
 
1. Meno spreco di energia=meno tasse
- per chi compra casa: detassazione dell’acquisto di case nuove in classe A e B e esenzione di IMU, TASI o futura Local Tax fino al 2018;
- per chi rottama un vecchio edificio: introdurre un’imposta di registro, ipotecaria e castale fissa nelle operazioni di rottamazione degli edifici inquinanti e di sostituzione con fabbricati di nuova generazione;
- per chi ristruttura: confermare per il 2016 il bonus del 65% per la riqualificazione energetica degli edifici e stabilizzare il potenziamento degli incentivi per le ristrutturazioni edilizie.
 
2. Sostenibilità per imprese e P.A.
- introdurre incentivi a sostegno degli investimenti in efficienza energetica di imprese e pubbliche amministrazioni e favorire il riuso a fini produttivi dei capannoni dismessi;
- adattare il meccanismo già collaudato con la “nuova Sabatini” a investimenti in efficienza energetica;
- prevedere un abbattimento totale dell’Imu, nella fase di avviamento, sugli immobili industriali riutilizzati oppure riconoscere un credito d’imposta su Ires e Irap all’impresa che ha riciclato l’immobile dismesso.
 
3. Risposte innovative al disagio abitativo
- agevolare operazioni di affitto con patto di futura vendita, che possono favorire l’accesso alla casa;
- rimodulare l’imposizione fiscale nel rent to buy per spostare il pagamento delle imposte al momento dell’effettivo trasferimento della proprietà.
 
4. Via le storture fiscali che penalizzano le imprese
- Imu deducibile sugli immobili strumentali delle imprese: l’imposta municipale pesa sui fattori produttivi delle imprese e in tal modo non rispetta il principio costituzionale di capacità contributiva. Per questo è necessario aumentare la quota di deducibilità dell’IMU dalle imposte sui redditi e prevederne la deducibilità anche dall’IRAP;
 
- niente tasse patrimoniali su immobili invenduti dalle imprese e su aree fabbricabili: l’Imu e la Tasi sulle aree fabbricabili e la Tasi sull’invenduto delle imprese sono prelievi ingiusti che vanno ad intaccare beni che non producono ancora reddito per le aziende;
 
- no a Imu su macchinari imbullonati. l’imposizione fiscale sui macchinari e gli impianti funzionali al processo produttivo è una vera e propria patrimoniale su chi investe e fa impresa! Per questo occorre escluderli dalla rendita catastale.
 
“Abbiamo deciso di fare questo percorso insieme - ha detto Claudio De Albertis - perché mai come ora il sistema industriale è unito e deciso a fare la sua parte per delineare una nuova politica industriale che guardi verso l’innovazione, la ricerca e la sostenibilità”. Secondo De Albertis, “dobbiamo incentivare un processo di sostituzione di tutti quegli edifici che, costruiti  prima degli anni ’70, sono obsoleti ed energivori”. Di qui la proposta di detassare l’acquisto di case ad alta efficienza energetica, di estendere al 2016 il bonus del 65% per la riqualificazione energetica e introdurre un’imposta di registro fissa per chi rottama un vecchio edificio.
 
“La ripresa è dietro l’angolo e noi vediamo con ottimismo alle prossime sfide del mercato perché le imprese che ce l’hanno fatta sono ben attrezzate e sono consapevoli della necessità di promuovere un processo di industrializzazione dei propri prodotti che, allo stesso modo di quanto avviene in altri settori industriali, hanno una data di produzione e una di scadenza, con costi di esercizio e di gestione ben precisi” - ha aggiunto De Albertis. “Ma perché il settore riparta ci vuole una scintilla che queste proposte, che ci auguriamo il Governo inserisca nella Legge di Stabilità, potrebbero innescare”.
 
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