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Edifici storici: da oggi parte l’obbligo del modulo per il rischio sismico

Edifici storici: da oggi parte l’obbligo del modulo per il rischio sismico

La scheda costituirà una sintesi dell’approccio progettuale e non comporterà un aggravio dell’attività tecnica

Vedi Aggiornamento del 21/02/2018
Edifici storici: da oggi parte l’obbligo del modulo per il rischio sismico
di Alessandra Marra
Vedi Aggiornamento del 21/02/2018
01/09/2015 - Da oggi, 1° settembre 2015, scatta l’obbligo di compilazione di una nuova scheda per ottenere l’autorizzazione degli interventi sugli edifici storici, come previsto dalla circolare 15/2015 adottata dal Ministero dei Beni e della Attività Culturali e del Turismo (Mibact) per la tutela del patrimonio architettonico e la mitigazione del rischio sismico.
 
Di conseguenza per interventi di miglioramento sismico, anche di singoli elementi strutturali, o per interventi di manutenzione straordinaria, che prevedono lavorazioni edili significative nei confronti dell'interazione con la struttura, bisognerà allegare alla richiesta di autorizzazione o di pareri la scheda sinottica degli interventi (allegato 1 alla circolare 15/2015).
 
La scheda costituirà una sintesi dell’approccio progettuale seguito e, come fa notare il Mibact, non comporterà un aggravio dell’attività tecnica connessa alla presentazione delle istanze.
 

Riduzione del rischio sismico negli edifici storici

Da oggi gli interventi di riparazione locali, o quelli più estesi, devono essere effettuati seguendo l’approccio del miglioramento sismico, previsto dall’articolo 29 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.lgs 42/2004), e verificando l’applicazione dei criteri contenuti nella Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 febbraio 2011, contenente la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle NTC - Norme tecniche sulle costruzioni (DM 14 gennaio 2008).
 
Nelle manutenzioni straordinarie il Mibact prescrive inoltre particolare attenzione alle lavorazioni edili anche non riguardanti gli elementi portanti, come la realizzazione o la modifica di porte e finestre, l’introduzione di pavimenti più pesanti, la modifica del manto di copertura, la modifica della distribuzione dei tramezzi, le tracce e i fori che riducono le sezioni resistenti.
 
L’applicazione di queste buone pratiche consentirà, assicura il Mibact, la rilevazione di altre carenze eventualmente già esistenti e non connesse con i progetti da realizzare, ma anche la previsione di ulteriori interventi senza sensibili costi aggiuntivi.
 
La raccolta delle schede, che saranno archiviate nella piattaforma "Community Mibact", renderà possibile l’aggiornamento delle mappe di rischio dei centri urbani.
 

Edifici storici: conoscenza della vulnerabilità del patrimonio

Con l’applicazione di questa nuova scheda il Mibact ha predisposto un’azione per la sensibilizzazione degli enti coinvolti nel rilascio dei permessi e per una conoscenza più approfondita della vulnerabilità del patrimonio architettonico.
 
Come rilevato dal Mibact, nell’edilizia storica ci sono specifiche vulnerabilità strutturali. I terremoti hanno infatti rivelato che ogni elemento architettonico, anche se secondario e non strutturalmente portante, può influenzare la risposta strutturale in caso di sollecitazione sismica.
 
Nel centri storici, infatti, gli effetti disastrosi degli eventi sismici sono correlati a carenze strutturali locali o a interventi sugli elementi secondari, considerati ininfluenti, ma che invece hanno comportato una modifica dell’assetto strutturale.

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