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Gare di progettazione, Oice contro gli affidamenti in house

Gare di progettazione, Oice contro gli affidamenti in house

L’associazione delle società di ingegneria e architettura chiede di aprire ai privati per garantire maggiore qualità e risparmi

Vedi Aggiornamento del 14/12/2015
Gare di progettazione, Oice contro gli affidamenti in house
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 14/12/2015
30/09/2015 - Negli affidamenti bisognerebbe includere i privati per garantire maggiore qualificazione professionale e risparmi di spesa. È il monito dell’Oice, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria, lanciato mentre riprende alla Camera l’esame della Riforma degli Appalti.
 

Oice: settore privato e qualità della progettazione

L’allarme dell’Oice è stato scatenato dopo l’avviso del Comune di Messina che, per l’affidamento di progetti esecutivi in materia di difesa del suolo, ha bandito una manifestazione di interesse aperta solo alle Pubbliche Amministrazioni, escludendo i progettisti privati, gli studi e le società di ingegneria.
 
Secondo il Presidente dell’Oice, Patrizia Lotti, in un ambito delicato come la difesa del suolo, chiedere progetti esecutivi al solo settore pubblico, escludendo l’offerta privata, è insensato e non coglie le opportunità che invece potrebbero essere date dai progettisti operanti nel settore privato, dato che nell’avviso non si prevede alcun requisito per chi svolgerà la prestazione, creando un vulnus sotto il profilo della professionalità e dell’adeguatezza tecnica di chi redigerà i progetti.
 
In questo modo, lamenta l’Oice, non si applicano le stesse regole per tutti. Ai progettisti che operano sul mercato, ha commentato Patrizia Lotti, si chiedono requisiti di capacità tecnica, organizzativa ed economica, mentre nell’ambito degli affidamenti fra Amministrazioni pubbliche si presume che un determinato tecnico sia all’altezza di svolgere prestazioni anche molto delicate.
 
Dal punto di vista dei costi, Patrizia Lotti ha affermato che la restrizione non può essere giustificata con motivazioni di risparmio. A suo avviso, l’incentivo del 2% che spetta ai progettisti interni delle Amministrazioni non crea risparmi dato che nelle gare di progettazione i ribassi medi vanno oltre il 40%.
 

Qualità della progettazione nella Riforma degli Appalti

L'Oice chiede quindi di inserire nel nuovo Codice Appalti regole certe per evitare che gli incarichi di progettazione siano affidati solo in house, senza una verifica preventiva dei requisiti. L’appello dell’Oice si riferisce alla qualità della progettazione, che è uno dei temi centrali su cui punta il disegno di legge per la Riforma degli Appalti, oggi e domani in discussione in Commissione Ambiente alla Camera.
 
Il disegno di legge delega costituisce il primo step per recepire le Direttive 2014/23/Ue sui contratti di concessione, 2014/24/Ue sugli appalti pubblici (che abroga la direttiva 2004/18/CE) e 2014/25/Ue sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali (che abroga la direttiva 2004/17/CE).
 
Nei sei mesi successivi all’approvazione il Governo dovrà varare una serie di decreti legislativi rispettando il divieto di gold plating. Nella normativa italiana non si potranno cioè introdurre livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti dalle direttive.
 
In base al testo approvato dal Senato, i servizi di ingegneria e architettura e tutti i servizi di natura tecnica non potranno più essere affidati basandosi solo sul criterio del prezzo o del costo, ma su quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa per assicurare più attenzione alla qualità dei progetti. La fase progettuale e la qualità architettonica saranno valorizzate con l’introduzione dei concorsi di progettazione.
 
Gli appalti integrati saranno limitati ai casi in cui l’oggetto dell’appalto o della concessione dei lavori sia costituito per più del 70% da opere caratterizzate da un notevole contenuto innovativo o tecnologico.
 
La qualificazione delle imprese non prenderà in considerazione solo i requisiti formali, come il fatturato o il numero di addetti, ma anche la “buona condotta” tenuta negli appalti precedenti. Per questo si sta studiando l’introduzione della patente a punti.
 
Per garantire l’effettiva semplificazione delle regole, il nuovo Codice non sarà seguito da un regolamento attuativo, ma da una norma più leggera, una sorta di soft law di tipo anglosassone. Sarà l’autorità nazionale anticorruzione (ANAC) a predisporre queste linee guida che avranno la funzione di regolamentazione e controllo e che dovranno essere sottoposte al parere non vincolante del Parlamento.
 
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