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Incentivo 2%, con la sua abolizione il mercato guadagnerà 200 milioni di euro

Incentivo 2%, con la sua abolizione il mercato guadagnerà 200 milioni di euro

La stima nell’ultimo report dell’Oice. Riscontrate anomalie nelle gare di progettazione su compensi e requisiti dei professionisti

Vedi Aggiornamento del 19/05/2016
Incentivo 2%, con la sua abolizione il mercato guadagnerà 200 milioni di euro
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 19/05/2016
30/12/2015 - Con l’abolizione dell’incentivo del 2% alla progettazione interna alla Pubblica Amministrazione, il mercato dei servizi di ingegneria e architettura crescerà almeno di 200 milioni di euro.
 
Parola dell’Oice, Associazione delle organizzazioni di ingegneria, di architettura e di consulenza tecnico-economica, che ha elaborato un report in cui, oltre ad analizzare l’impatto della misura sul mercato della progettazione, ha esposto una serie di criticità riscontrate nelle gare.
 

Incentivo 2% ai progettisti della Pubblica Amministrazione

Il report messo a punto dall'ufficio legislativo dell'OICE stima l’impatto  derivante dall’abrogazione dell’incentivo del 2% voluta dalla Riforma degli Appalti.

Secondo l’Oice, ad oggi il 72% del numero degli affidamenti non avviene con procedure aperte ma nel 13% dei casi con affidamenti diretti e nel 58,9% con procedure negoziate. Le gare affidate con il criterio del prezzo più basso sono il 55% del totale delle gare e il ribasso medio è stato pari al 30%.

Come si legge nel report, nel 2013 la quota di servizi di ingegneria e architettura svolti “in house” è stata di 1,3 miliardi di euro. La quota della sola progettazione può essere stimata in 800 milioni. Con l'abolizione del 2% di incentivo per la progettazione interna si stima che si possa liberare per il mercato una cifra pari a 200 o 300 milioni di euro.
 

Criticità e anomalie delle gare

L’Oice ha inoltre tracciato un panorama delle anomalie che permangono nelle gare per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura nonostante le linee guida dell’Authority anticorruzione (ANAC) abbiano cercato di fare chiarezza.
 
La prima criticità è la mancata applicazione, o l’applicazione scorretta, del decreto parametri (DM 143/2012)per la determinazione dei compensi da porre a base di gara.
 
Diverse le anomalie anche nella richiesta dei requisiti per poter partecipare alle gare. In alcuni casi le società di ingegneria sono escluse, ma sono ammesse solo le persone fisiche. In altri si chiede ai concorrenti di aver partecipato a iniziative analoghe nello stesso territorio, o di risiedere in una zona vicina a quella della stazione appaltante. Vengono inoltre posti vincoli sulle modalità di costituzione dei raggruppamenti temporanei di professionisti (RTP).
 
In molti casi, denuncia l’Oice, il pagamento del compenso professionale è subordinato al formale provvedimento di ammissione al finanziamento, specificando che in caso di mancato finanziamento dell’opera, l’aggiudicatario non avrà diritto a compensi o a pretese risarcitorie.
 
Per evitare il ricorso alle gare, in certi casi l’Oice ha rilevato che gli interventi sono suddivisi in più incarichi di importo inferiore a 40 mila euro.
 
Per quanto riguarda l’utilizzo del Building information modeling (BIM), l’Associazione sottolinea infine che nei bandi non vengono né indicati gli esatti formati tecnici, né vengono specificati gli obiettivi attesi dall’utilizzo di questo strumento.
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