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Professionisti: ecco tutte le novità del 2016
PROFESSIONE
Professionisti: ecco tutte le novità del 2016
Nuovo regime forfettario, obbligo di Pos, accesso ai fondi europei, superammortamenti e revisione degli studi di settore
11/02/2016 - Molte le novità per i professionisti, introdotte (o di prossima introduzione) dal Governo; tra queste il nuovo regime fiscale forfettario, l'obbligo di Pos, l’accesso dei professionisti ai fondi europei ed una futura revisione degli studi di settore.
Sono previste agevolazioni per i primi cinque anni di attività; in questo periodo l’aliquota dell’imposta è ridotta al 5%
In questo modo la Legge di stabilità 2016, amplia la platea dei possibili beneficiari (il precedente regime fiscale prevedeva ricavi fino a 15 mila euro) e aumenta i benefici discendenti dall’adesione al regime.
Infatti l’aliquota d’imposta da applicare ai redditi forfetizzati, pari 15%, è fissa nel tempo ed è al 5% nei primi 5 anni di attività. Il regime così modificato sostituisce definitivamente il regime “dei minimi”.
Il nuovo regime forfetario è aperto anche ai lavoratori dipendenti e pensionati che hanno un’attività in proprio, sempreché il loro reddito da lavoro dipendente o da pensione non superi i 30mila euro.
Il dato non è però confrontabile con quello di dicembre 2014. A dicembre 2015 era infatti fissata l’ultima possibilità di aderire al regime fiscale “di vantaggio”, che dal 1° gennaio 2016 è stato definitivamente sostituito dal regime “forfetario”, mentre durante tutto lo scorso anno è stata data la possibilità di opzione tra i due regimi.
Secondo il Mef questa circostanza spiega l’incremento rispetto al mese di novembre, imputabile al fatto che alcuni professionisti hanno ritenuto di aderire al regime di vantaggio prima della sua definitiva cancellazione (15.108 soggetti, con un aumento del 62% rispetto a novembre) mentre 2.049 soggetti hanno aderito al nuovo regime forfetario.
Fino al 2015 l’obbligo è stato applicato solo all’acquisto di prodotti o alla prestazione di servizi di importo superiore a 30 euro. Dal 2016 invece i professionisti e gli esercenti commerciali dovranno accettare pagamenti elettronici di piccolo importo sia con carte di debito che con carte di credito.
Non avranno l’obbligo di dotarsi del POS i professionisti che dimostrano l’esistenza di una “oggettiva impossibilità tecnica”.
Attualmente però chi non rispetta l'obbligo di accettare pagamenti digitali non incorre in alcuna sanzione; le multe per i trasgressori e la specifica su quali siano gli “impedimenti tecnici” saranno definite da un decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, che sarebbe dovuto uscire il 1 febbraio 2016.
La norma equipara i professionisti alle piccole e medie imprese come esercenti attività economica, a prescindere dalla forma giuridica rivestita.
Ciò significa che, oltre all'ammortamento immediato il primo anno, avranno anche una deduzione fiscale extra del 40%. Nell’agevolazione sono inclusi mobili, computer, macchine da cantiere e auto aziendali, ma non gli immobili (ad esempio studi e capannoni) e software applicativi. L'agevolazione non produrrà effetti ai fini dei calcoli per gli studi di settore.
Secondo le anticipazioni, si dovrebbe scendere dagli attuali 204 modelli a 170, mentre i circa 2mila cluster, cioè i gruppi omogenei di ricavi e compensi, dovrebbero essere sostituiti dai “modelli organizzativi di business” (MOB).
Nelle intenzioni dell’Esecutivo c’è però l’eliminazione di un buon numero di studi di settore, che saranno soppiantati da altri strumenti, come la fatturazione elettronica, in grado di ridurre maggiormente il rischio di evasione. Questo perché, come sottolineato da Rossella Orlandi, anche senza studi di settore ci saranno sempre delle possibilità di controllo, che però verranno semplificate.
Saranno inoltre totalmente deducibili, nel limite di 5 mila euro all’anno, le spese per i servizi di certificazione delle competenze, orientamento, ricerca e sostegno all’autoimprenditorialità erogati da organismi accreditati e utili per trovare sbocchi occupazionali.
Il Jobs Act degli Autonomi introdurrà anche maggiori tutele contro i ritardi nei pagamenti: saranno considerate abusive le clausole contrattuali con cui le parti concordano tempi di pagamento superiori a sessanta giorni dal momento in cui il committente riceve la fattura.
Infine saranno attivate maggiori tutele nel caso di malattie, anche gravi, e maternità.
Professionisti: il nuovo regime forfetario
La novità fiscale più importante per i professionisti riguarda la modifica del quadro fiscale previgente con l'introduzione del nuovo regime forfettario; dal 1° gennaio 2016 infatti professionisti titolari di Partita iva, con ricavi fino a 30 mila euro, pagano un’imposta forfettaria al 15%.Sono previste agevolazioni per i primi cinque anni di attività; in questo periodo l’aliquota dell’imposta è ridotta al 5%
In questo modo la Legge di stabilità 2016, amplia la platea dei possibili beneficiari (il precedente regime fiscale prevedeva ricavi fino a 15 mila euro) e aumenta i benefici discendenti dall’adesione al regime.
Infatti l’aliquota d’imposta da applicare ai redditi forfetizzati, pari 15%, è fissa nel tempo ed è al 5% nei primi 5 anni di attività. Il regime così modificato sostituisce definitivamente il regime “dei minimi”.
Il nuovo regime forfetario è aperto anche ai lavoratori dipendenti e pensionati che hanno un’attività in proprio, sempreché il loro reddito da lavoro dipendente o da pensione non superi i 30mila euro.
Partite Iva: i dati del Mef
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato i dati sulle partite IVA rilevando che nel mese di dicembre 2015 sono state aperte 40.674 nuove partite Iva, con un incremento rispetto al mese precedente pari +5,1%.Il dato non è però confrontabile con quello di dicembre 2014. A dicembre 2015 era infatti fissata l’ultima possibilità di aderire al regime fiscale “di vantaggio”, che dal 1° gennaio 2016 è stato definitivamente sostituito dal regime “forfetario”, mentre durante tutto lo scorso anno è stata data la possibilità di opzione tra i due regimi.
Secondo il Mef questa circostanza spiega l’incremento rispetto al mese di novembre, imputabile al fatto che alcuni professionisti hanno ritenuto di aderire al regime di vantaggio prima della sua definitiva cancellazione (15.108 soggetti, con un aumento del 62% rispetto a novembre) mentre 2.049 soggetti hanno aderito al nuovo regime forfetario.
Obbligo di POS per i professionisti ma multe da definire
Un’altra novità introdotta dalla Legge di Stabilità 2016 riguarda l’obbligo di Pos: dal 1° gennaio 2016 è diventato obbligatorio per i professionisti accettare pagamenti elettronici di qualsiasi importo (anche sotto i cinque euro).Fino al 2015 l’obbligo è stato applicato solo all’acquisto di prodotti o alla prestazione di servizi di importo superiore a 30 euro. Dal 2016 invece i professionisti e gli esercenti commerciali dovranno accettare pagamenti elettronici di piccolo importo sia con carte di debito che con carte di credito.
Non avranno l’obbligo di dotarsi del POS i professionisti che dimostrano l’esistenza di una “oggettiva impossibilità tecnica”.
Attualmente però chi non rispetta l'obbligo di accettare pagamenti digitali non incorre in alcuna sanzione; le multe per i trasgressori e la specifica su quali siano gli “impedimenti tecnici” saranno definite da un decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, che sarebbe dovuto uscire il 1 febbraio 2016.
Professionisti: accesso ai fondi europei
La Legge di Stabilità 2016 ha riconosciuto il diritto di tutti i liberi professionisti, regolamentati e non, ad accedere ai finanziamenti del Fondo sociale europeo (FSE) e del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), rientranti nella programmazione dei fondi strutturali europei 2014/2020.La norma equipara i professionisti alle piccole e medie imprese come esercenti attività economica, a prescindere dalla forma giuridica rivestita.
Super ammortamenti sugli investimenti in beni strumentali
Imprese e professionisti che investono in beni strumentali nuovi dal 15 ottobre 2015 fino al 31 dicembre 2016 potranno portare in ammortamento, in un solo anno, un valore maggiorato del 40%.Ciò significa che, oltre all'ammortamento immediato il primo anno, avranno anche una deduzione fiscale extra del 40%. Nell’agevolazione sono inclusi mobili, computer, macchine da cantiere e auto aziendali, ma non gli immobili (ad esempio studi e capannoni) e software applicativi. L'agevolazione non produrrà effetti ai fini dei calcoli per gli studi di settore.
Professionisti: verso la revisione degli studi di settore
Un’altra novità che potrà riguardare i professionisti nel prossimo futuro è la revisione, o l’abolizione, degli studi di settore. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze infatti ha recentemente manifestato l'intenzione di procedere ad una revisione degli studi di settore, nati per valutare la capacità di produrre reddito e scoprire eventuali evasioni, per renderli più efficaci ed attenibili. La semplificazione passerà anche attraverso la riduzione del loro numero.Secondo le anticipazioni, si dovrebbe scendere dagli attuali 204 modelli a 170, mentre i circa 2mila cluster, cioè i gruppi omogenei di ricavi e compensi, dovrebbero essere sostituiti dai “modelli organizzativi di business” (MOB).
Nelle intenzioni dell’Esecutivo c’è però l’eliminazione di un buon numero di studi di settore, che saranno soppiantati da altri strumenti, come la fatturazione elettronica, in grado di ridurre maggiormente il rischio di evasione. Questo perché, come sottolineato da Rossella Orlandi, anche senza studi di settore ci saranno sempre delle possibilità di controllo, che però verranno semplificate.
Partite Iva: le novità del Jobs Act degli autonomi
Novità per i liberi professionisti arriveranno anche dallo Statuto dei lavoratori autonomi (Jobs Act degli Autonomi) che introdurrà la totale deducibilità (nel limite di 10 mila euro all’anno) per spese di iscrizione a master e corsi di formazione o aggiornamento professionale.Saranno inoltre totalmente deducibili, nel limite di 5 mila euro all’anno, le spese per i servizi di certificazione delle competenze, orientamento, ricerca e sostegno all’autoimprenditorialità erogati da organismi accreditati e utili per trovare sbocchi occupazionali.
Il Jobs Act degli Autonomi introdurrà anche maggiori tutele contro i ritardi nei pagamenti: saranno considerate abusive le clausole contrattuali con cui le parti concordano tempi di pagamento superiori a sessanta giorni dal momento in cui il committente riceve la fattura.
Infine saranno attivate maggiori tutele nel caso di malattie, anche gravi, e maternità.