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Delrio: ‘mapperemo tutte le opere incompiute entro il 30 giugno’

Delrio: ‘mapperemo tutte le opere incompiute entro il 30 giugno’

Successivamente il Ministero deciderà quali infrastrutture completare, riutilizzare anche in forma ridimensionata o demolire

Vedi Aggiornamento del 16/02/2017
Delrio: ‘mapperemo tutte le opere incompiute entro il 30 giugno’
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 16/02/2017
15/03/2016 - Completare l’anagrafe delle opere incompiute entro il 30 giugno 2016. È l'obiettivo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) che ha scritto a Ministeri, Regioni, Province autonome, Associazione nazionale comuni italiani (Anci), Unione delle province d’Italia (Upi) e altri enti e istituzioni nazionali e locali.

Il Mit ha chiesto agli enti pubblici di aggiornare entro il 31 marzo 2016 gli elenchi delle opere incompiute di loro competenza, ma anche di sensibilizzare le stazioni appaltanti sulle quali svolgono attività di vigilanza per far sì che queste inseriscano nel database le infrastrutture non terminate sotto la loro responsabilità.
 
Sulla base dei dati raccolti, saranno pubblicati gli elenchi delle opere di importanza nazionale e regionale e si deciderà quali completare, cedere o demolire a seconda dell'interesse pubblico.
 

Monitoraggio delle opere incompiute

Dal 2013 il Mit ha attivato il SIMOI, sistema informativo di monitoraggio delle opere incompiute, accessibile dal sito del Servizio Contratti pubblici, contenente elenchi-anagrafe delle opere incompiute di competenza delle amministrazioni statali, regionali e locali.
 
Lo strumento è stato regolamentato col DM 42/2013, che consente di monitorare ogni anno lo stato di avanzamento delle opere pubbliche incompiute secondo parametri predeterminati.
 
Lo strumento è partito nel 2013 con un elenco di 571 opere ed è passato a 689 nel 2014 e a 868 opere registrate nel 2015.
 
Molte opere pubbliche, nonostante rientrino nei parametri per poter essere valutate come incompiute, ancora non sono state  segnalate o inserite da parte delle stazioni appaltanti nella banca dati. Per questo il Mit ha inviato nei giorni scorsi il sollecito per l’aggiornamento.

L’attenzione del Ministro Delrio sulle opere incompiute è attiva già da tempo. La scorsa estate Delrio ha annunciato che sarebbe andato oltre la compilazione di un elenco delle infrastrutture ferme, ma che avrebbe istituito una task force per seguire punto per punto le opere meritevoli di essere completate.
 
L’anagrafe delle incompiute fornisce la base di partenza per questo lavoro. Per ogni opera sono segnalate la stazione appaltante, le risorse spese e quelle necessarie per il completamento, la percentuale di lavori compiuti e le cause rilevanti dell’interruzione.

Tra le cause per la mancata conclusione delle opere le più frequenti sono la mancanza di fondi, problemi tecnici, sopravvenute nuove norme tecniche o disposizioni di legge, fallimento, liquidazione coatta e concordato preventivo dell'impresa appaltatrice, risoluzione del contratto o recesso, mancato interesse al completamento da parte della stazione appaltante, dell'ente aggiudicatore o di altro soggetto aggiudicatore.
 

Opere incompiute nel nuovo Codice Appalti

Come ricordato dal Ministero delle Infrastrutture, con il nuovo Codice Appalti quasi sicuramente ogni Amministrazione pubblica in fase di predisposizione dei piani triennali degli investimenti dovrà effettuare la ricognizione delle opere incompiute.
 
Le Amministrazioni non potranno però limitarsi a fornire l’elenco delle incompiute, ma dovranno effettuare degli approfondimenti per valutare se sia più conveniente completarle, riutilizzarle in forma ridimensionata, dar loro una nuova destinazione d’uso, cederle a fronte di un corrispettivo da utilizzare per la realizzazione di altre opere o, in ultima analisi, demolirle se si accerta la mancanza di un interesse pubblico.
 
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