Le spiegazioni sono arrivate dalla Corte dei conti, che con la delibera 18/2016 ha risposto ad una serie di dubbi delle sezioni territoriali.
Incentivi ai progettisti interni e nuovo Codice Appalti
Una delle maggiori battaglie del nuovo Codice Appalti è stata l’abolizione dell’incentivo ai progettisti interni alla Pubblica Amministrazione per le attività di progettazione. Il bonus, pari al 2% degli importi a base di gara, passa alle attività di programmazione delle spese, controllo delle procedure di gara, direzione dei lavori e collaudi svolti dai dipendenti pubblici. L’80% di queste somme sarà ripartito tra il responsabile del procedimento e i suoi collaboratori, mentre sono esclusi i dipendenti con qualifica dirigenziale. I premi non potranno superare il 50% dello stipendio annuo lordo. Il restante 20% sarà invece destinato all’acquisto di beni, strumenti tecnologici, strumenti BIM e al miglioramento delle banche dati.Anche se l’incentivo tradizionalmente riconosciuto ai progettisti dipendenti della PA è stato abolito, la Corte dei conti ha spiegato che il bonus deve essere riconosciuto se le attività sono state svolte prima dell’entrata in vigore del nuovo Codice Appalti (19 aprile 2016).
Incentivi ai progettisti interni e progettazione all’esterno
Cosa succede, invece, se una parte delle attività di progettazione è stata affidata a progettisti esterni? La Corte dei conti ha ricordato che l’incentivo è un riconoscimento per il maggior carico di lavoro e di responsabilità dovuti allo svolgimento di attività non rientranti tra i compiti abituali dei dipendenti. In base alla Riforma Madia (Legge 114/2014), le risorse non sono più assegnate in riferimento alla singola opera, ma confluiscono in un fondo per la progettazione e l’innovazione. Ne consegue che, ha affermato la Corte, l’incentivo può essere corrisposto al Responsabile unico del procedimento (RUP) che ha svolto le sue funzioni avvalendosi di personale dipendente anche se una parte delle attività di progettazione è stata svolta da professionisti esterni.Analogamente, l’incentivo può essere pagato anche a incaricati della redazione del progetto, del piano della sicurezza, della direzione dei lavori, del collaudo, e loro collaboratori, anche se questi soggetti hanno svolto solo una parte delle attività di progettazione.
Ovviamente, ha precisato la Corte dei conti, l’incentivo deve essere proporzionale alle attività effettivamente svolte ed è fondamentale che gli Enti locali adottino un regolamento che ripartisca gli incentivi in maniera conforme alle responsabilità attribuite e devolva in economia la quota relativa agli incarichi conferiti a professionisti esterni.
Incentivi e collaboratori
Una volta chiarito quando spetta l’incentivo, la Corte dei conti è intervenuta anche sul concetto di collaboratore. Alcune sedi territoriali avevano infatti sollevato il dubbio che il bonus non spettasse solo al personale tecnico, ma anche agli amministrativi strettamente coinvolti nelle attività di progettazione.Anche in questo caso la Corte dei Conti ha affermato che la portata dell’incentivo non può essere limitata in relazione al bagaglio professionale. Allo stesso tempo, però, gli Enti locali devono definire, con un regolamento interno, i limiti dei collaboratori evitando uno sproporzionato ampliamento dei beneficiari dell’incentivo.