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Riqualificazione urbana, da Ance proposte per 400 milioni di euro

Riqualificazione urbana, da Ance proposte per 400 milioni di euro

Puntare sull’estensione degli incentivi per demolizioni e ricostruzioni e sulle detassazione dei capitali privati

Vedi Aggiornamento del 18/07/2016
di Alessandra Marra
20/06/2016 - Promuovere la riqualificazione delle città rendendo convenienti le operazioni di demolizione e ricostruzione di edifici obsoleti e fatiscenti, estendendo e prorogando gli incentivi per l’efficienza energetica e detassando i capitali privati delle imprese che investono nello sviluppo delle città.
 
Queste alcune delle proposte che l'Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) ha presentato in un documento al Governo nel corso del convegno “Verso il futuro. Idee e strategie per governare il cambiamento” svolto il 16 giugno nella giornata conclusiva delle celebrazioni dei 70 anni dell'Ance.
 
Il pacchetto presentato prevede la semplificazione delle norme urbanistiche sullo sviluppo delle città ed un pacchetto di interventi fiscali, per un investimento complessivo di 400 milioni di euro.
 

Rigenerazione urbana: puntare su una fiscalità di vantaggio

Secondo i costruttori edili per prima occorre incentivare fiscalmente la sostituzione edilizia estendendo il bonus Irpef per la riqualificazione agli interventi di demolizione e ricostruzione di edifici obsoleti, anche in presenza di aumenti volumetrici, purché comportino un miglioramento dell’efficienza energetica dell’edificio.
 
In secondo luogo per Ance bisogna ridurre il carico fiscale (imposte di registro e ipo catastali fisse) nelle operazioni di permuta tra gli edifici vecchi e nuovi e nel trasferimento di immobili a imprese che si impegnino a realizzare o riqualificare edifici ad elevati standard energetici.
 
E’ necessario anche prorogare la detrazione Irpef pari al 50% dell’Iva sull’acquisto di abitazioni in classe A o B, per eliminare la disparità di trattamento fiscale tra abitazioni vecchie ed energivore e quelle nuove e più efficienti. In questo senso vanno stabilizzati e rimodulati gli incentivi sulla riqualificazione e gli ecobonus premiando gli interventi che consentono di ottenere i migliori risultati di risparmio energetico.
 
Infine per sfruttare i capitali privati per la riqualificazione bisognerebbe detassare i dividendi di chi investe nel capitale di rischio di imprese impegnate in operazioni di rigenerazione delle città.
 

Rigenerazione urbana e semplificazione delle procedure

Ance ha evidenziato anche l’importanza di semplificare le procedure per la sostituzione edilizia, superando la rigidità delle disposizioni in tema di altezze, distanze, densità edilizia e prevedendo una riduzione degli oneri concessori da versare al Comune.
 
Sarebbe utile anche consentire che la modifica dei prospetti sia classificata come ‘ristrutturazione leggera’ e determinare i costi di costruzione da versare al Comune in proporzione al miglioramento dell’efficienza energetica degli immobili.
 
Bisogna inoltre ripensare l’utilizzo degli immobili in linea con le nuove esigenze dei cittadini, rendendo più flessibili i cambi di destinazione d’uso o eliminando quelle prescrizioni che di fatto li rendono impossibili.
 

Rilancio delle città: fondi pubblici e infrastrutture

I costruttori edili chiedono interventi anche sul fronte delle infrastrutture dove le stazioni appaltanti "devono digerire meglio il codice degli appalti ed una accelerazione delle procedure perché non è accettabile che passino 4-5 anni dal momento in cui si decide di fare un'opera a quando si sceglie l'impresa che deve realizzarla".
 
Bisogna inoltre avere un nuovo approccio per l’utilizzo dei fondi pubblici ragionando in termini di veri fabbisogni e non di finanziamenti disponibili.E’ necessario evitare logiche di distribuzione a pioggia delle risorse ma realizzare interventi in grado di migliorare la qualità della vita e far crescere l’attrattività delle città.
 
Per  il presidente Ance Claudio De Albertis le prospettive di crescita alle condizioni attuali sono a rischio: “Avevamo pensato che quello in corso potesse essere l’anno della svolta e invece i segnali che arrivano sia dal comparto delle infrastrutture che dal mercato privato non sono per nulla confortanti”.
 
“Proprio per questo dobbiamo guardare ai problemi in modo complessivo. L'ultima Legge di Stabilità sicuramente ha introdotto alcuni provvedimenti importanti ma servono iniziative di respiro più lungo. Questo vuol dire ridare fiducia al mercato e dare una svolta vera al nostro Paese" ha concluso De Albertis.
 
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