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Appalti: pronto il nuovo decreto parametri, ma l’applicazione sarà facoltativa

Appalti: pronto il nuovo decreto parametri, ma l’applicazione sarà facoltativa

Lapenna, CNI: 'testo prematuro perché manca il decreto sui livelli di progettazione, professionisti esclusi dalle decisioni'

Vedi Aggiornamento del 02/05/2018
Appalti: pronto il nuovo decreto parametri, ma l’applicazione sarà facoltativa
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 02/05/2018
27/06/2016 - Il nuovo Decreto Parametri previsto dal Codice Appalti (D.lgs. 50/2016) è pronto. Il Ministero della Giustizia ha messo a punto le tabelle per la definizione dei corrispettivi che le Pubbliche Amministrazioni potranno utilizzare nei bandi di gara.
 

Nuovo Decreto Parametri, stessi contenuti ma applicazione facoltativa

La bozza datata 27 giugno 2016, che Edilportale è riuscito a consultare in anteprima, ripropone in sostanza i vecchi parametri contenuti nel DM 143/2013 ma elimina l'obbligo per le Stazioni appaltanti di utilizzarli.

Restano infatti i parametri V, G, Q e P che determinano il corrispettivi sulla base delle categorie dell'opera e della complessità della prestazione. All'articolo 1 del nuovo decreto si legge però che questi corrispettivi "possono" essere utilizzati dalle Stazioni appaltanti, se ritenuti adeguati, per la determinazione dell'importo dell'affidamento. La Stazione appaltante dovrà inoltre motivare adeguatamente la sua scelta di rifarsi ai parametri.

Questa impostazione si pone in contrasto con quanto affermato dall'Anac (e accettato dalle Stazioni appaltanti) nella determina 4/2015 che, dettando le linee guida per l'affidamento dei servizi attinenti all'ingegneria e all'architettura, ha sancito l'obbligo di utilizzare il DM Parametri. 
 

Nuovo Decreto Parametri, CNI deluso

La notizia dell’approvazione del decreto è arrivata venerdì scorso, durante la giornata conclusiva del 61° Congresso nazionale degli Ordini degli ingegneri d’Italia.
 
Michele Lapenna, consigliere del CNI, ha espresso sorpresa e delusione. Sorpresa perché il Ministero della Giustizia (che insieme al Ministero delle Infrastrutture ha predisposto il testo) non ha dato nessuna comunicazione sull’avvio dei lavori. Delusione per il mancato coinvolgimento dei professionisti ma anche perché, mancando ancora l’altro decreto attuativo del Codice Appalti che definisce i contenuti dei livelli di progettazione, i “nuovi parametri” rischiano di essere transitori e inadatti al nuovo panorama legislativo.
 
Facendosi portavoce dello scontento degli Ingegneri, Lapenna ha inoltre giudicato “vergognoso” che non sia obbligatorio, ma solo facoltativo, utilizzare le tabelle del decreto parametri per la definizione dei corrispettivi dei professionisti. “Così - ha spiegato - ci sarà un ritorno al passato e non sarà possibile individuare con certezza gli importi delle gare e, di conseguenza, le procedure corrette da utilizzare”. “Non si capisce perché - ha concluso - per i lavori esiste un tariffario di riferimento e per i servizi professionali non è possibile”.
 
Le esternazioni di Lapenna ripercorrono il tema dell’abolizione delle tariffe professionali e delle conseguenti incertezze per i professionisti, spesso coinvolti in meccanismi di ribassi e mancato riconoscimento della qualità della progettazione. In questo sistema il decreto parametri del 2013, ma soprattutto l’obbligo di utilizzarlo in gara, aveva rappresentato una bussola per le Stazioni appaltanti e per i professionisti.
 
 
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