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Edilizia, Ance: ‘2016 occasione mancata per la ripresa’
MERCATI
Edilizia, Ance: ‘2016 occasione mancata per la ripresa’
L’associazione degli edili presenta l’Osservatorio congiunturale: gli investimenti cresceranno solo dello 0,3%
07/07/2016 - Il 2016 è stato un’occasione mancata per la ripresa dell’edilizia. Sono questi i risultati dell’Osservatorio congiunturale Ance, presentati ieri a Roma.
L’occupazione nel primo trimestre si è ridotta di un ulteriore 3,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Dall’inizio della crisi, nel 2008, ad oggi sono stati persi in tutto 580mila posti di lavoro, che diventeranno 800mila considerando i settori collegati.
Tra il 2008 e il 2014 oltre 100mila imprese sono uscite dal mercato. Sono state colpite prevalentemente le realtà più strutturate: ha cessato la propria attività il 26,9% delle imprese con 2-9 addetti, il 40% di quelle tra 9 e 49 addetti e il 31% di quelle con più di 50 addetti.
Alla fine del 2015 era stata ipotizzata una crescita per il settore edile pari all’1%. La stima è stata però rivista al ribasso e si attesterà allo 0,3%. Non si potrà quindi parlare di ripresa.
A detta dell’Ance questi dati giustificano le preoccupazioni sul rallentamento della domanda pubblica per la mancanza di un periodo transitorio prima dell’applicazione del nuovo Codice Appalti. È considerato particolarmente allarmante il dato delle gare bandite dai comuni che segna a giugno un calo del 60,3%.
Gli investimenti in riqualificazione degli immobili a fine anno dovrebbero aumentare di 1,3 miliardi, ossia l’1,9% in più rispetto al 2015. Merito degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie e per l’efficientamento energetico.
Nel mercato dell’usato le compravendite sono cresciute del 6,5% nel 2015 e nel primo trimestre 2016 il trend è stato confermato con una crescita del 20,6%. La ripresa è stata influenzata dalla diminuzione del prezzo delle case, dall’aumento delle famiglie e da un aumento dei mutui concessi del 70,6% nel 2015 e del 55% nel primo trimestre del 2016.
Il 32% delle imprese aderenti all’indagine Ance ha registrato però una crescita del fabbisogno finanziario per sostenere gli investimenti.
La mancanza di liquidità colpisce soprattutto le imprese che lavorano con la Pubblica Amministrazione. Nei primi sei mesi del 2016, infatti, le imprese che realizzano lavori pubblici sono pagate mediamente dopo 168 giorni, contro i 60 giorni previsti dalla normativa. Si è interrotto un trend positivo iniziato nel 2014, quando le istituzioni si erano impegnate a ridurre i tempi per saldare le fatture.
Per scongiurare questo rischio l’Ance propone un periodo transitorio per l’applicazione del nuovo Codice Appalti, la messa a regime e la rimodulazione degli incentivi per la ristrutturazione edilizia e per la riqualificazione energetica, l’adozione di norme per favorire gli interventi di sostituzione edilizia e la proroga per altri tre anni della detrazione Irpef pari al 50% dell’IVA dovuta sull’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B.
Con questi strumenti, conclude l’Ance, nel 2017 si registrerebbe una crescita dei livelli produttivi dell’1,1% in termini reali su base annua. Nel dettaglio dei singoli comparti si osserverebbe una crescita dello 0,5% rispetto al 2016 per gli investimenti in opere pubbliche, un ulteriore aumento dell’1,7% per gli investimenti in manutenzione straordinaria e un incremento per gli investimenti in nuove abitazioni dell’1,8%.
Edilizia, i dati dell’Osservatorio congiunturale
L’indice di produzione, nei primi quattro mesi del 2016, è stato caratterizzato da un andamento altalenante.L’occupazione nel primo trimestre si è ridotta di un ulteriore 3,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Dall’inizio della crisi, nel 2008, ad oggi sono stati persi in tutto 580mila posti di lavoro, che diventeranno 800mila considerando i settori collegati.
Tra il 2008 e il 2014 oltre 100mila imprese sono uscite dal mercato. Sono state colpite prevalentemente le realtà più strutturate: ha cessato la propria attività il 26,9% delle imprese con 2-9 addetti, il 40% di quelle tra 9 e 49 addetti e il 31% di quelle con più di 50 addetti.
Alla fine del 2015 era stata ipotizzata una crescita per il settore edile pari all’1%. La stima è stata però rivista al ribasso e si attesterà allo 0,3%. Non si potrà quindi parlare di ripresa.
Edilizia, ecco perché la ripresa non c’è stata
Le previsioni di un aumento degli investimenti nel settore, alla fine dello scorso anno, erano trainate da una stima di crescita dei lavori pubblici del 6%, grazie all’aumento delle risorse (+9,2%), alla cancellazione del Patto di stabilità interno e alla clausola europea per gli investimenti disposte dalla Legge di Stabilità 2016. Dato che non è stato facile utilizzare questi strumenti, si stima che gli investimenti in opere pubbliche cresceranno solo dello 0,4%.Crisi edilizia e diminuzione dei bandi di gara
Nonostante gli aumenti di gennaio, nel primo trimestre del 2016 c’è stato un calo del 13,6% nel numero di bandi pubblicati e del 36,2% nell’importo posto in gara. Ad aprile c’è stata una momentanea inversione di tendenza. Prima dell’entrata in vigore del nuovo Codice Appalti (19 aprile 2016) c’è stata la corsa a pubblicare i bandi secondo il vecchio codice degli appalti. Con l’entrata in vigore delle nuove norme, si è assistito nel mese di maggio a una drastica flessione delle pubblicazioni: -26,7% in numero e del -75,1% in valore, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Giugno conferma il trend negativo con un calo del 34,9% rispetto a giugno 2015.A detta dell’Ance questi dati giustificano le preoccupazioni sul rallentamento della domanda pubblica per la mancanza di un periodo transitorio prima dell’applicazione del nuovo Codice Appalti. È considerato particolarmente allarmante il dato delle gare bandite dai comuni che segna a giugno un calo del 60,3%.
Mercato immobiliare e riqualificazione edilizia
Nel 2016, si legge nei dati diffusi dall’Ance, c’è stata una drastica riduzione dei permessi di costruire. Di conseguenza ci sarà una diminuzione degli investimenti in nuove abitazioni del 3,4% rispetto al 2015.Gli investimenti in riqualificazione degli immobili a fine anno dovrebbero aumentare di 1,3 miliardi, ossia l’1,9% in più rispetto al 2015. Merito degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie e per l’efficientamento energetico.
Nel mercato dell’usato le compravendite sono cresciute del 6,5% nel 2015 e nel primo trimestre 2016 il trend è stato confermato con una crescita del 20,6%. La ripresa è stata influenzata dalla diminuzione del prezzo delle case, dall’aumento delle famiglie e da un aumento dei mutui concessi del 70,6% nel 2015 e del 55% nel primo trimestre del 2016.
Edilizia: accesso al credito e ritardo nei pagamenti
L’accesso al credito per le imprese continua ad essere problematico. Il primo trimestre 2016 ha visto una riduzione dei finanziamenti per investimenti dell’11,1%, che si va ad aggiungere al -10,6% del 2015. Complessivamente, si è passati dai 31,5 miliardi di euro erogati nel 2007 ad appena 8 miliardi erogati nel 2015, una diminuzione che supera il 70%.Il 32% delle imprese aderenti all’indagine Ance ha registrato però una crescita del fabbisogno finanziario per sostenere gli investimenti.
La mancanza di liquidità colpisce soprattutto le imprese che lavorano con la Pubblica Amministrazione. Nei primi sei mesi del 2016, infatti, le imprese che realizzano lavori pubblici sono pagate mediamente dopo 168 giorni, contro i 60 giorni previsti dalla normativa. Si è interrotto un trend positivo iniziato nel 2014, quando le istituzioni si erano impegnate a ridurre i tempi per saldare le fatture.
Edilizia: proposte Ance per evitare il decimo anno di crisi
Basandosi su questa situazione l’Ance ritiene che nel 2017 ci sarà una nuova flessione dei livelli produttivi dell’1,2% in termini reali su base annua, con una riduzione del 3,6% delle opere pubbliche, del 3% della nuova edilizia residenziale e dello 0,2% nel comparto delle ristrutturazioni.Per scongiurare questo rischio l’Ance propone un periodo transitorio per l’applicazione del nuovo Codice Appalti, la messa a regime e la rimodulazione degli incentivi per la ristrutturazione edilizia e per la riqualificazione energetica, l’adozione di norme per favorire gli interventi di sostituzione edilizia e la proroga per altri tre anni della detrazione Irpef pari al 50% dell’IVA dovuta sull’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B.
Con questi strumenti, conclude l’Ance, nel 2017 si registrerebbe una crescita dei livelli produttivi dell’1,1% in termini reali su base annua. Nel dettaglio dei singoli comparti si osserverebbe una crescita dello 0,5% rispetto al 2016 per gli investimenti in opere pubbliche, un ulteriore aumento dell’1,7% per gli investimenti in manutenzione straordinaria e un incremento per gli investimenti in nuove abitazioni dell’1,8%.