Jobs Act Autonomi: proposti contratti di rete per i professionisti
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Jobs Act Autonomi: proposti contratti di rete per i professionisti
Confprofessioni chiede di inserire nel ddl convenzioni con i centri per l’impiego, deducibilità dei contributi sanitari e semplificazioni per la sicurezza negli studi
27/07/2016 - Contratti di rete estesi ai liberi professionisti, convenzioni tra ordini professionali e centri per l’impiego, deducibilità dei contributi volontari versati agli enti bilaterali e semplificazioni per la sicurezza negli studi professionali.
Queste alcune proposte migliorative per il Jobs Act degli Autonomi avanzate durante l’incontro, lo scorso 20 luglio, tra il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, e il presidente della Commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi.
E in tale direzione va anche un emendamento al DDL sul lavoro autonomo del relatore Sacconi, al quale Confprofessioni ha manifestato il pieno appoggio.
Il contratto di rete è, infatti, uno strumento giuridico indirizzato a imprenditori che perseguono lo scopo di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato; la norma prevede che le imprese possano collaborare tra di loro, ad esempio, mettendo in comune risorse, tecnologie, informazioni, prestazioni tecniche, commerciali o, ancora, esercitando in comune una o più attività. Il contratto consente alle imprese di mantenere la propria individualità (la loro aggregazione non costituisce, quindi, né una nuova società né un consorzio) e di godere di incentivi e agevolazioni fiscali.
Un'altra proposta lanciata da Confprofessioni è quella che prevede la deducibilità, nel limite di 250 euro annui, dei contributi volontari versati a favore degli enti bilaterali previsti dal Contratto collettivo nazionale (Ccnl) di settore o altre forme mutualistiche che erogano prestazioni di assistenza sanitaria.
Infine Sacconi ha espresso la volontà di semplificare gli oneri in materia di sicurezza sul lavoro in ambiti, come gli studi professionali, che presentano caratteristiche estremamente meno complesse rispetto ad altre realtà produttive.
Tale visione trova l'appoggio di Confprofessioni che, tuttavia, auspica un coinvolgimento delle rappresentanze del mondo professionale nella fase di attuazione degli interventi da parte del Governo.
Queste alcune proposte migliorative per il Jobs Act degli Autonomi avanzate durante l’incontro, lo scorso 20 luglio, tra il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, e il presidente della Commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi.
DDL lavoro autonomo: contratti di rete per i professionisti
Il presidente di Confprofessioni ha sottolineato la necessità di “includere i liberi professionisti nel sistema del contratto di rete per dotare la categoria di uno strumento agile e dinamico, utile soprattutto per intercettare le occasioni dischiuse dalla apertura ai bandi europei e nazionali”.E in tale direzione va anche un emendamento al DDL sul lavoro autonomo del relatore Sacconi, al quale Confprofessioni ha manifestato il pieno appoggio.
Il contratto di rete è, infatti, uno strumento giuridico indirizzato a imprenditori che perseguono lo scopo di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato; la norma prevede che le imprese possano collaborare tra di loro, ad esempio, mettendo in comune risorse, tecnologie, informazioni, prestazioni tecniche, commerciali o, ancora, esercitando in comune una o più attività. Il contratto consente alle imprese di mantenere la propria individualità (la loro aggregazione non costituisce, quindi, né una nuova società né un consorzio) e di godere di incentivi e agevolazioni fiscali.
Jobs Act autonomi: centri per l’impiego, deducibilità e sicurezza
Stella ha anche ricordato l’esigenza di coinvolgere le associazioni delle professioni ordinistiche tra i soggetti che possono stipulare convenzioni con gli sportelli del lavoro autonomo che verranno costituiti nell’ambito dei centri per l’impiego.Un'altra proposta lanciata da Confprofessioni è quella che prevede la deducibilità, nel limite di 250 euro annui, dei contributi volontari versati a favore degli enti bilaterali previsti dal Contratto collettivo nazionale (Ccnl) di settore o altre forme mutualistiche che erogano prestazioni di assistenza sanitaria.
Infine Sacconi ha espresso la volontà di semplificare gli oneri in materia di sicurezza sul lavoro in ambiti, come gli studi professionali, che presentano caratteristiche estremamente meno complesse rispetto ad altre realtà produttive.
Tale visione trova l'appoggio di Confprofessioni che, tuttavia, auspica un coinvolgimento delle rappresentanze del mondo professionale nella fase di attuazione degli interventi da parte del Governo.