L’articolo 15 del testo stabilisce infatti che nel rispetto di quanto stabilito dalla normativa europea e statale in materia, tutte le disposizioni regionali che prevedono la concessione di contributi finanziati con risorse regionali e fondi europei per lo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese “si intendono estese anche ai lavoratori autonomi titolari di partita Iva”.
Professionisti, l’accesso ai fondi europei e regionali
A livello italiano l’equiparazione tra professionisti e imprese nell’accesso ai fondi europei e ad altre risorse regionali è avvenuto con la Legge di Stabilità per il 2016. I professionisti, infatti, sono considerati esercenti attività economica a prescindere dalla forma giuridica rivestita.La legge ha accolto i contenuti della raccomandazione della Commissione Europea 2013/361/CE, del Regolamento europeo 1303/2013 e delle linee d’azione per le libere professioni del piano imprenditorialità 2020.
Nel 2014 Antonio Tajani, che rivestiva la carica di vicepresidente della Commissione Europea, ha chiarito che sarebbero stati disponibili anche per i professionisti i fondi strutturali gestiti a livello nazionale o regionale, gli 80 miliardi di fondi Horizon 2020 per la ricerca e l’innovazione e i 2,4 miliardi di fondi Cosme, studiati per la competitività e la crescita economica. L’Unione Europea, che prima non permetteva ai professionisti di accedere alle agevolazioni per le imprese, ha infatti deciso di correggere il tiro valorizzando il giro d’affari creato dai professionisti.
Dopo gli entusiasmi iniziali, era stata sottolineata la necessità che le Regioni, cioè gli enti che materialmente gestiscono l’erogazione di questi fondi, si adeguassero scrivendo bandi chiari ed esplicitamente aperti ai liberi professionisti.
La proposta di legge del Lazio sembra andare in questo senso. Adesso bisogna attendere l’iter per la sua approvazione.