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Ristrutturazioni, alla Camera una proposta per anticipare i bonus

Ristrutturazioni, alla Camera una proposta per anticipare i bonus

La banca pagherebbe subito i lavori e recupererebbe la spesa in dieci anni al posto del cittadino o impresa beneficiari

Vedi Aggiornamento del 08/11/2016
Ristrutturazioni, alla Camera una proposta per anticipare i bonus
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 08/11/2016
08/07/2016 - Dare la possibilità di anticipare, presso banche e intermediari finanziari, le agevolazioni fiscali previste per le ristrutturazioni edilizie, senza l’obbligo di attendere i dieci anni di recupero rateale in dichiarazione dei redditi.
 
È questo lo scopo della proposta di legge “Disposizioni per la cessione dei crediti di imposta maturati per interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici mediante contratto di sconto con un intermediario finanziario” formulata tenendo conto degli spunti della Confederazione Nazionale degli Artigiani (CNA) e presentata ieri alla Camera.
 

Gli obiettivi della proposta di legge

In primis si sostiene il rilancio del settore edilizio: il dato sulle ristrutturazioni registra un calo dal 2013 (30.373 miliardi di euro) al 2015 (27.465). La proposta di legge produrrebbe un incremento stimato di 5 miliardi di spese per lavori edili, secondo calcoli CNA, e un aumento di circa 24 mila dipendenti nel primo anno di applicazione.
 
Dall’altro lato, si amplia la platea dei beneficiari includendo anche le famiglie incapienti: le stime di Cna parlano di 3 milioni di pensionati (il 20% del totale) e di 5 milioni di dipendenti (25%) incapienti in Italia.
 

Cessione del credito, come funzionerebbe

La procedura di cessione delineata dalla proposta di legge è la seguente: il beneficiario dell’agevolazione, cittadino o impresa, in primo luogo individua l’istituto cui destinare il credito. Immediatamente dopo trasmette il modello di opzione all’Agenzia delle Entrate, indicando la banca cessionaria che ha sottoscritto il modello.
 
Da quel momento il cittadino o l’impresa pagheranno esclusivamente la parte di fattura non inclusa nel beneficio. Il 50% o il 65% saranno a carico dell’intermediario finanziario che la recupererà nei canonici 10 anni. Ad esempio, per ogni 1.000 euro di spesa per le ristrutturazioni, considerate le normali condizioni di sconto bancario (i proponenti indicano un tasso di sconto del 3,09%, media dei tassi applicati per i mutui sulle operazioni di ristrutturazione nel mese di maggio 2016), solo 580 euro saranno a carico della famiglia o dell’impresa, mentre la restante parte di spesa sarà sostenuta dalla banca. Allo stesso modo, 1.000 euro di spesa per la riqualificazione energetica dell’edificio si traducono in 450 euro a carico della famiglia o dell’impresa e 550 euro erogati dalla banca.

L’onere per lo Stato è stimato in circa 100 milioni di euro dal 2018, anche per effetto di 450 milioni di maggiori Entrate stimate.
 

I promotori della proposta di legge

“Oggi lo strumento delle detrazioni fiscali sconta il limite della durata nel tempo della loro effettiva fruizione ed esclude totalmente le fasce incapienti, ovvero i soggetti a più basso reddito - ha spiegato la deputata Sara Moretto, che ha depositato la proposta di legge -. Non va sottovalutato inoltre l’effetto di porre un freno al ricorso al lavoro nero che ancora oggi offre la percezione di una ‘convenienza’ più immediata, preferibile al rimborso decennale. Rimane infatti ancora attrattivo, per alcuni, lo sconto immediato in cambio di una parziale non fatturazione dei lavori. La proposta mette in campo un’opportunità che intende superare questi limiti”.
 
Se la proposta diverrà legge - ha proseguito Moretto - “si riuscirà a trasformare la rendita decennale in liquidità immediata con l’applicazione di tassi ridotti e pressoché uniformi, dovuti al basso grado di rischio del finanziamento che sarebbe di fatto garantito dallo Stato. Questo consentirebbe di creare un ulteriore volano per la domanda di servizi di ristrutturazione delle abitazioni o di miglioramento degli edifici sotto il profilo della riqualificazione energetica”.
 
“Ci aspettiamo un iter parlamentare favorevole e veloce - ha dichiarato il Presidente della CNA Daniele Vaccarino -. Bisogna mettere in campo strumenti e soluzioni che consentano all’edilizia di uscire definitivamente da una crisi dolorosissima. Questa proposta rappresenta una leva potente per rimettere in moto il mercato, aprendo le porte a lavori che calzano perfettamente alla taglia delle micro e delle piccole imprese. Consente inoltre ai soggetti incapienti di accedere al mercato delle ristrutturazioni e della riqualificazione edilizia. Si potrà rilanciare anche il mercato strategico dei condomini, dove spesso i lavori sono bloccati dalle difficoltà economiche di alcuni proprietari. Ovviamente sarà fondamentale la riconferma degli attuali incentivi in materia di ristrutturazione e di efficientamento energetico ai livelli attuali del 50 e del 65%”.
 
Alla conferenza stampa di presentazione sono intervenuti anche i deputati Marco Di Maio e Marco Donati quali firmatari della proposta di legge.
 

Detrazioni fiscali 50% e 65%, come funzionano

Ad oggi chi voglia usufruire delle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie (50%) e per le riqualificazioni energetiche (65%) effettua i lavori, ne paga le spese e recupera la quota spettante in 10 anni.
 

Cessione del credito, come funziona

L’articolo 1, comma 74, della Legge di Stabilità 2016 prevede che, a partire dal 2016, per le spese di riqualificazione energetica effettuati sulle parti comuni degli edifici, per le quali spetta la detrazione dall’imposta lorda del 65%, esclusivamente i contribuenti che ricadono nella “no tax area” possono usufruire dell’ecobonus del 65% attraverso la cessione del credito corrispondente ai fornitori che hanno eseguito i lavori o le prestazioni, come parte del pagamento dovuto.
 
A fine marzo l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato le regole per consentire a questi contribuenti di cedere il bonus all’impresa che effettua i lavori e fruire così dell’agevolazione fiscale: il condominio comunica all’Agenzia delle Entrate la decisione di avvalersi dell’opzione; i fornitori che ricevono il credito come pagamento possono utilizzarlo in compensazione in 10 rate annuali di pari importo, a partire dal 10 aprile 2017.
 
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