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Sicilia, scongiurato il rischio di un condono edilizio per gli abusi sulle coste

Sicilia, scongiurato il rischio di un condono edilizio per gli abusi sulle coste

Dichiarata inammissibile la sanatoria per gli edifici abusivi costruiti a meno di 150 metri dal mare

Vedi Aggiornamento del 20/07/2017
di Rossella Calabrese
02/08/2016 - Oggi pomeriggio l’Assemblea regionale siciliana si sarebbe dovuta esprimere su un emendamento che proponeva la sanatoria per gli abusi edilizi commessi tra il 1976 e il 1985 entro 150 metri dalla costa.
 
Ma ieri il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, ha dichiarato inammissibile la proposta emendativa al disegno di legge regionale di recepimento del Testo Unico dell’edilizia Dpr 380/2001, a firma da Girolamo Fazio, già bocciata in Commissione Ambiente e Territorio e pronta per essere ripresentata in Aula.
 
L’emendamento - ha spiegato Ardizzone - “contiene evidenti profili di incostituzionalità, pertanto è inammissibile e quindi domani non verrà discusso in Aula” aggiungendo che “gli uffici dell’Ars avevano già evidenziato tali anomalie durante l’esame in Commissione Ambiente e Territorio, ma l’emendamento è stato inopinatamente messo ai voti”.
 
Nei giorni scorsi l’emendamento aveva scatenato le proteste di istituzioni, professionisti e magistratura: il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, si era detto pronto, in caso di approvazione, a impugnare il provvedimento davanti alla Corte Costituzionale. “Non possiamo lasciare soli i magistrati e i Sindaci”, aveva aggiunto Galletti, invitando questi ultimi ad utilizzare il Fondo da 10 milioni di euro per le demolizioni degli edifici abusivi in zone a rischio, istituito dal Governo.
 
“Ci auguriamo che l’Assemblea Regionale siciliana voglia recedere dall’intraprendere la pericolosa strada del condono viziosamente legata ad abusivismo, malaffare e criminalità e che rappresenterebbe un ennesima vergogna non solo per l’Isola, ma per l’intero Paese” - aveva commentato il Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.
 
“L’era dei condoni è ormai finita per sempre - aveva sottolineato il Presidente del Cnappc, Giuseppe Cappochin - così come lo deve essere quella dell’abusivismo. Dopo lo scempio delle coste e le ferite che sono state inferte ai territori e all’ambiente, il nostro Paese ha bisogno di essere messo in sicurezza, preservato attraverso un programma nazionale di salvaguardia ambientale e paesaggistica fondato su progetti di sviluppo non invasivi”.
 
Meno drastico il Presidente della Regione, Rosario Crocetta: è importante “non avere un approccio ideologico alla problematica. Nessuno vuole una sanatoria ma non si deve nemmeno pensare che l’approccio per salvaguardare l’ambiente sia demolire tutto. Valutiamo - aveva aggiunto Crocetta - se ci sono edifici che possono essere sanati per adibirli a strutture ricettive visto che il nostro turismo ne avrà bisogno nel futuro. Se si dovesse decidere di demolire tutto dovremmo portare in discarica milioni di metri cubi di cemento armato. Dobbiamo valutare costi e benefici. Io dico che bisogna salvare ciò che può essere valorizzato e demolire ciò che è insanabile o che deturpa l’ambiente. I piani dovrebbero farli i Comuni”.
 
“Se l’emendamento Fazio dovesse essere approvato - aveva avvertito il Procuratore aggiunto di Agrigento Ignazio Fonzo - l’eventuale impugnativa dovrebbe passare al vaglio della Corte costituzionale. E nel frattempo in Sicilia regnerebbe il caos perché la sanatoria entrerebbe in vigore. Ci sarebbe la corsa degli abusivi a dimostrare che tutto sarebbe antecedente al periodo indicato dall’entrata in vigore della legge. Già ci hanno provato”.
 
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