10/10/2016 - I professionisti che fanno parte di uno studio associato pagano sempre l’Irap, anche se non hanno dipendenti e non usano capitali. Quelli che, invece, esercitano la professione in modo individuale, pagano l’Irap solo se dotati di autonoma organizzazione.
Il chiarimento è arrivato dal viceministro dell’Economia, Luigi Casero, durante un question time in Commissione Finanze alla Camera e dovrebbe mettere fine ai numerosi dubbi e contenziosi che si sono sviluppati sull’argomento.
Le norme in vigore prevedono che, se il professionista dimostra di non avvalersi di autonoma organizzazione, è esente dal pagamento dell’Irap.
Tutto ciò, però, non vale per gli studi associati. Lo ha affermato la Cassazione a inizio anno con la sentenza 7371/2016 e lo ha ribadito il viceministro.
Questo perché, ha spiegato il viceministro Casero, anche in presenza di società semplici o associazioni senza personalità giuridica fra persone fisiche per l'esercizio in forma associata di arti e professioni, esiste una struttura organizzata.
Anche l’anno scorso, ha ricordato Casero, la Cassazione ha affermato che negli studi associati ci si può avvalere della reciproca collaborazione, delle rispettive competenze e della sostituibilità nell'espletamento di alcune incombenze. In questo modo è possibile ritenere che il reddito prodotto non è frutto di una sola professionalità interna allo studio, ma è stato creato o comunque favorito dalla collaborazione tra i professionisti.
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