14/12/2016 - “Finalmente è la giustizia a fermare una
iniziativa scandalosa, negativa e anche preoccupante, poiché avrebbe potuto creare precedenti, ed assolutamente agli antipodi dei principi della trasparenza e della concorrenza, ma soprattutto di quello della centralità del progetto”.
“È la giustizia ad affermare in modo chiaro che
gli architetti non sono professionisti figli di un Dio minore che devono offrire le loro prestazioni senza ricevere alcun compenso, né gli abitanti di Catanzaro cittadini di serie B che non meritano di vivere in luoghi belli”.
Così Giuseppe Cappochin, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, commenta la sentenza del Tar della Calabria che ha accolto il ricorso dell’Ordine degli Architetti di Catanzaro e di altri ordini territoriali, affiancati dallo stesso Consiglio Nazionale, contro il Comune di Catanzaro che aveva indetto un
Bando per il conferimento di incarichi professionali a titolo gratuito, salvo rimborso spese, per la redazione del Piano Strutturale Comunale. Analogo ricorso è stato anche proposto all’Anac.
“Il Bando - continua Cappochin - non solo violava il sacrosanto diritto a vedere adeguatamente
remunerata ogni prestazione professionale, così come sancito da Costituzione e Codice Civile, ma, più in generale ha posto la questione del mancato riconoscimento della qualità progettuale - e dell’architettura in generale - fondamentale per la comunità dei cittadini soprattutto in un settore così delicato come quello della pianificazione urbanistica”.
“
Qualità che certamente ha un costo - prosegue il Presidente del Cnappc - che è certamente inferiore rispetto al plusvalore che genera in termini di benessere e di qualità dell’habitat ai quali potrà contribuire l’utilizzo di concorsi di progettazione basati su una preliminare attenta lettura del paesaggio urbano e paesaggistico preesistente”.
“Quanto ciò sia importante lo dimostrano anche le
recenti affermazioni di Papa Bergoglio il quale auspica che le
periferie e le città in genere contengano
“scintille di bellezza”, riconoscendo, in questo senso, un ruolo fondamentale agli architetti che con le loro realizzazioni - attraverso iniziative di riqualificazione e di valorizzazione degli spazi pubblici come luoghi di aggregazione - possono incidere sulla qualità della vita dei cittadini e positivamente sulle dinamiche sociali”.