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Ricostruzione Centro Italia, massimo 30 incarichi per ogni professionista

Ricostruzione Centro Italia, massimo 30 incarichi per ogni professionista

Definiti anche i criteri per l’iscrizione all'elenco speciale e il contratto-tipo tra progettista e proprietario beneficiario dei contributi

Vedi Aggiornamento del 15/02/2017
Ricostruzione Centro Italia, massimo 30 incarichi per ogni professionista
di Alessandra Marra
Vedi Aggiornamento del 15/02/2017
16/01/2017 - Nelle attività di ricostruzione del Centro Italia ciascun professionista potrà aver massimo 30 incarichi, in modo da evitare concentrazioni nelle mani di pochi tecnici. 
 
A stabilirlo l’Ordinanza 12/2017 che definisce i criteri per l’iscrizione nell’Elenco speciale dei professionisti e contiene anche il Protocollo d’intesa tra il Commissario Straordinario e la Rete Nazionale delle Professioni Tecniche sui requisiti minimi dei professionisti e lo Schema di contratto tipo per lo svolgimento di prestazioni d’opera intellettuale in favore di committenti privati per la ricostruzione post-sisma 2016.
 

Ricostruzione: requisiti per l’iscrizione nell’Elenco speciale

Possono presentare domanda d’iscrizione nell’Elenco speciale, previsto dall’articolo 34 del DL 189/2016, solo i professionisti iscritti all'albo professionale, in regola con gli obblighi formativi, non soggetti a sanzioni disciplinari e in regola con la contribuzione obbligatoria.
 
Inoltre i professionisti dovranno possedere requisiti di affidabilità e di professionalità, adeguati e proporzionati alla natura ed alla tipologia dell’attività che si intende svolgere, comprovati mediante apposito curriculum vitae e idonea polizza assicurativa.
 

Ricostruzione post-sisma: limiti al tetto degli incarichi

Al fine di evitare la concentrazione degli incarichi relativi agli interventi per la ricostruzione privata nelle mani di pochi progettisti, si è stabilito un tetto massimo di 30 incarichi professionali e un limite d’importo dei lavori di 25 milioni di euro.
 
Sono però previste delle eccezioni: i limiti massimi previsti possono essere aumentati, dal 25% al 35%, in particolari casi (come nel caso di professionisti associati con giovani professionisti).
 
In più, con apposito provvedimento del Commissario straordinario, motivato da esigenze organizzative professionali, può essere autorizzata l’assunzione di incarichi oltre i limiti previsti in presenza di comprovati requisiti di affidabilità e di professionalità, adeguati e proporzionati anche dal punto di vista organizzativo.
 
Ogni professionista dovrà obbligatoriamente sottoscrivere con il committente beneficiario dei contributi un contratto (schema di contratto tipo) e rispettare i limiti massimi previsti agli incarichi, pena l’esclusione dall’elenco.
 

Terremoto: limiti ai contributi per le attività di ricostruzione

Il Protocollo d’intesa stabilisce un limite massimo per il contributo ammissibile relativo alle prestazioni professionali e alle spese tecniche per ciascuna delle attività effettuate dai professionisti.
 
È previsto un contributo aggiuntivo per prestazioni specialistiche, come la relazione geologica, le pratiche di accatastamento, le relazioni ambientali, rilievo storico-critico ecc.
 

Terremoto: Architetti soddisfatti per i limiti agli incarichi

Il Consiglio Nazionale degli Architetti (CNAPPC), che aveva criticato il precedente Protocollo che non prevedeva un tetto al numero degli incarichi, ha espresso ora soddisfazione per il nuovo Protocollo d’intesa per l’iscrizione nell’elenco speciale dei professionisti abilitati.
 
Giuseppe Cappochin, Presidente del CNAPPC ha, infatti, dichiarato: Siamo soddisfatti che il nuovo Protocollo introduca norme significative contro l'accaparramento di incarichi, fissando un tetto e relativi importi, vietando il subappalto ed accogliendo così le richieste degli architetti italiani”.
 
“Nonostante il rammarico perché esso non preveda, come da noi auspicato, la possibilità di cassare la discrezionale possibilità del Commissario di elevare il tetto degli incarichi è indubbio che con questa riscrittura vengono meno le cause che avevano portato il Consiglio Nazionale degli Architetti a non sottoscrivere il Protocollo nella sua precedente versione”.
 
“Gli architetti italiani hanno, infatti, sin da subito assunto la responsabilità etica e professionale a contribuire alla ricostruzione post sisma e fatto propri scopi e finalità dell’apposito Decreto legge teso a risanare le zone dell’Italia Centrale colpite dal terremoto” ha concluso Cappochin. 
 
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