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Appalti, Oice: ‘si tenga ferma la centralità del progetto’

Appalti, Oice: ‘si tenga ferma la centralità del progetto’

Nei primi 11 mesi del nuovo Codice, progettazione a + 37,3% in numero e +64% in valore

Vedi Aggiornamento del 19/07/2017
Appalti, Oice: ‘si tenga ferma la centralità del progetto’
Vedi Aggiornamento del 19/07/2017
13/04/2017 - A undici mesi dall’entrata in vigore del Codice Appalti, il mercato della progettazione è in netta crescita rispetto ai mesi dello stesso periodo precedente: +37,3% in numero e +64,0% in valore. In termini assoluti, da maggio 2016 a marzo 2017, si sono raggiunti i 365 milioni di euro, contro i 223 milioni di euro degli stessi mesi 2015-2016, un dato comunque ridottissimo rispetto agli altri paesi europei (l’Italia vale solo il 2,9% del mercato europeo).
 
Secondo l’Osservatorio OICE/Informatel, le gare per servizi di sola progettazione pubblicate nel primo trimestre 2017 sono state 803, per un valore di 92,4 milioni di euro; nel confronto con il primo trimestre 2016, il numero cresce del 39,2% e il valore dell’82,6%.
 
Le gare di servizi per sola progettazione rilevate nel mese sono state 335 (di cui 42 sopra soglia) per un importo di 34,2 milioni di euro, rispetto al mese di marzo 2016 crescono del 108,1% in numero e del 28,6% in valore. Le gare rilevate nel solo mese di marzo sono state 549 con un importo complessivo di 84,1 milioni di euro, rispetto a marzo 2016 il numero dei bandi cresce dell’86,1% e il loro valore del 34,1%.
 
“I dati del primo trimestre confermano la soddisfazione espressa nei mesi scorsi - ha dichiarato Gabriele Scicolone, Presidente OICE -. Al leggero miglioramento della situazione economica generale si è sommato l’effetto di modifiche legislative che stanno liberando il mercato da zavorre e lacci che lo hanno frenato negli ultimi anni, ridonando il giusto posto alla progettazione e quindi alla qualità ed alla certezza del realizzato”.
 

Codice Appalti: Oice: 'attenzione a on fare passi indietro'

“Occorre adesso fare molta attenzione a non fare passi indietro. Ci preoccupano - ha continuato Scicolone - alcuni passaggi del parere del Consiglio di Stato sul decreto correttivo del Codice, che fa riferimento ad un immotivato ritorno ai minimi inderogabili, così come il riferimento compiuto dai giudici alla necessità di ripristinare la priorità alla progettazione svolta all’interno della Pubblica Amministrazione, forse nella speranza di ridare ai tecnici interni quel 2% di incentivo sulla progettazione che saggiamente il legislatore ha abrogato, dopo 15 anni di richieste fatte dall’OICE in solitaria”.
 
“Sono, questi, - secondo Scicolone - segnali di una pericolosa marcia indietro che, per le nostre materie, significherebbe anche non prendere atto che i cambiamenti tecnologici nella prestazione di servizi di ingegneria e architettura rendono antieconomico e obsoleto non soltanto progettare, ma anche dirigere i lavori senza la dovuta preparazione ed aggiornamento”.
 
“Di questo - ha continuato il Presidente OICE - dà atto, ad esempio, l’ANAC chiedendo ai RUP di assumere la qualifica di ‘project manager’, un obiettivo ambizioso ma lungimirante da perseguire attraverso anni di formazione di un apparato tecnico demotivato e non aggiornato che, nelle more, potrebbe giovarsi del supporto di project manager esterni da cui acquisire know how ed esperienza”.
 
“Anche per questo - sostiene L’OICE - la strada della terziarizzazione dei servizi, a soggetti selezionati attraverso requisiti coerenti e adeguati, è quella obbligata, in grado anche di creare occupazione nel settore delle professioni tecniche tanto provato da tanti anni di crisi. Semmai si dovrebbe chiedere ai tecnici interni alla P.A. di dimostrare la stessa esperienza richiesta a chi opera sul mercato, per garantire qualità e sicurezza nell’interesse dell’utenza finale e quindi dei cittadini”.
 
“Stiamo chiedendo quindi al Governo - ha concluso il Presidente OICE - di tenere ferme le scelte fondamentali fatte con il Codice 50/2016 neanche un anno fa e che sono pericolosamente, ed a nostro avviso troppo frettolosamente messe in discussione; a partire dall’obbligo di applicare il decreto parametri, punto di partenza necessario per gare di qualità già adesso provate da ribassi sempre alti, e dall’obbligo di affidare lavori sulla base del progetto esecutivo senza passi indietro sull’appalto integrato. Vorremmo vedere, in sintesi, il coraggio di mantenere la ‘barra a dritta’ sulle forti scelte che il legislatore ha fatto solo un anno addietro”.
 
Fonte: OICE
 
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