Appalti, progettisti più tutelati con i Parametri obbligatori
NORMATIVA
Appalti, progettisti più tutelati con i Parametri obbligatori
L’Amministrazione deve sempre pagare i professionisti, anche se l’opera progettata non viene più realizzata per mancanza di fondi
Vedi Aggiornamento
del 11/10/2019
10/05/2017 - Stop al lavoro gratuito o sottopagato. Con la pubblicazione del Decreto Correttivo (D.lgs. 56/2017) al Codice Appalti (D.lgs. 50/2016), i progettisti ottengono più tutele.
L’utilizzo obbligatorio del Decreto Parametri renderà i compensi più certi e le procedure di gara più spedite. Le Stazioni Appaltanti dovranno sempre pagare i progettisti per i servizi svolti e non potranno tirarsi indietro nel caso in cui non ottengano i finanziamenti per le opere progettate. Queste regole, lo ricordiamo, saranno operative dal 20 maggio 2017.
Si tratta di una svolta che, oltre a tutelare i professionisti, faciliterà le Stazioni Appaltanti interessate a bandire gare per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura.
Il Codice Appalti approvato nel 2016 riteneva facoltativo l’uso del Decreto Parametri. In sostanza, le Stazioni Appaltanti potevano decidere di utilizzarlo o di rifarsi ad altri criteri, che dovevano comunque essere resi noti.
Secondo i professionisti, questa incertezza nella determinazione degli importi, e quindi nella scelta della procedura per l’affidamento dei servizi di progettazione, ha penalizzato il mercato. Le Amministrazioni, per timore di quantificare gli importi in modo errato, e quindi di incorrere in procedimenti giudiziari, possono aver ritardato o evitato la pubblicazione dei bandi.
A favore dell’obbligatorietà del Decreto Parametri si era da subito schierata anche l’Autorità nazionale Anticorruzione (Anac). Con le sue linee guida, l’Anac si era schierata contro il Governo e contro le norme del Codice.
In alcuni casi, se l’Amministrazione non ha ottenuto i finanziamenti necessari, i progetti sono rimasti su carta e i progettisti che li hanno curati non hanno ricevuto nessun compenso. Questi inconvenienti non saranno più ammessi.
Questo inconveniente potrebbe essere risolto anche grazie all’obbligo di mandare in gara il progetto esecutivo. Con una stima precisa degli interventi e dei costi necessari, si limiteranno gli imprevisti e i rischi che le opere non siano completate.
Analogamente, il Codice “rinnovato” non ammette scorciatoie sui pagamenti. Nei contratti per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura (non attinenti agli interventi sui beni culturali) non si potranno infatti prevedere forme di sponsorizzazione o di rimborso come corrispettivo.
L’utilizzo obbligatorio del Decreto Parametri renderà i compensi più certi e le procedure di gara più spedite. Le Stazioni Appaltanti dovranno sempre pagare i progettisti per i servizi svolti e non potranno tirarsi indietro nel caso in cui non ottengano i finanziamenti per le opere progettate. Queste regole, lo ricordiamo, saranno operative dal 20 maggio 2017.
Decreto Parametri obbligatorio
Le Stazioni Appaltanti dovranno obbligatoriamente rifarsi al Decreto Parametri (DM 17 giugno 2016) per calcolare gli importi da porre a base delle gare di progettazione.Si tratta di una svolta che, oltre a tutelare i professionisti, faciliterà le Stazioni Appaltanti interessate a bandire gare per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura.
Il Codice Appalti approvato nel 2016 riteneva facoltativo l’uso del Decreto Parametri. In sostanza, le Stazioni Appaltanti potevano decidere di utilizzarlo o di rifarsi ad altri criteri, che dovevano comunque essere resi noti.
Secondo i professionisti, questa incertezza nella determinazione degli importi, e quindi nella scelta della procedura per l’affidamento dei servizi di progettazione, ha penalizzato il mercato. Le Amministrazioni, per timore di quantificare gli importi in modo errato, e quindi di incorrere in procedimenti giudiziari, possono aver ritardato o evitato la pubblicazione dei bandi.
A favore dell’obbligatorietà del Decreto Parametri si era da subito schierata anche l’Autorità nazionale Anticorruzione (Anac). Con le sue linee guida, l’Anac si era schierata contro il Governo e contro le norme del Codice.
I progettisti hanno sempre diritto al compenso
Le Amministrazioni non avranno più scuse. Dovranno pagare i professionisti che hanno svolto un servizio di progettazione anche se l’opera non viene più realizzata per mancanza di fondi.In alcuni casi, se l’Amministrazione non ha ottenuto i finanziamenti necessari, i progetti sono rimasti su carta e i progettisti che li hanno curati non hanno ricevuto nessun compenso. Questi inconvenienti non saranno più ammessi.
Questo inconveniente potrebbe essere risolto anche grazie all’obbligo di mandare in gara il progetto esecutivo. Con una stima precisa degli interventi e dei costi necessari, si limiteranno gli imprevisti e i rischi che le opere non siano completate.
Analogamente, il Codice “rinnovato” non ammette scorciatoie sui pagamenti. Nei contratti per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura (non attinenti agli interventi sui beni culturali) non si potranno infatti prevedere forme di sponsorizzazione o di rimborso come corrispettivo.