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Jobs Act Autonomi, tecnici: ‘passo avanti ma insufficiente’

Jobs Act Autonomi, tecnici: ‘passo avanti ma insufficiente’

Rete Professioni Tecniche: ‘ancora da affrontare il tema dell’equo compenso e le controversie tra professionisti e committenti’

Vedi Aggiornamento del 22/02/2019
Jobs Act Autonomi, tecnici: ‘passo avanti ma insufficiente’
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 22/02/2019
16/05/2017 - “Passo avanti, ma ancora insufficiente”. È il giudizio della Rete delle Professioni Tecniche (RPT) sul Jobs Act degli Autonomi, approvato nei giorni scorsi in via definitiva dal Senato e in fase di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
 
Secondo la Rete delle Professioni Tecniche, tra gli argomenti rimasti fuori dalla nuova norma, studiata per garantire più tutele a lavoratori autonomi, professionisti e Partite Iva, ci sono l’equo compenso, le clausole vessatorie e la possibilità di affidare al tribunale del lavoro le controversie tra professionisti e committenti.
 

Jobs Act Autonomi, manca l'equo compenso

RPT sostiene che “l’abolizione delle tariffe non ha fatto venir meno la necessità di continuare ad applicare il principio del ‘giusto compenso economico”.
 
“Nel corso dell’iter legislativo del Ddl Autonomi - spiega RPT in una nota - abbiamo più volte fatto rilevare l’urgenza di introdurre una disposizione che conducesse alla definizione di corrispettivi economici idonei a costituire un efficace strumento di orientamento per i committenti e per i professionisti, nel rispetto dei principi di libera concorrenza e parità di trattamento”.
 

Lavoro autonomo, Ordini non inseriti nel tavolo di confronto

“Non è stata espressamente inserita la rappresentanza ordinistica nel tavolo tecnico di confronto permanente sul lavoro autonomo previsto dall’articolo 17 del provvedimento” sottolinea RPT.
 
“Gli Ordini sono organismi istituzionali che da sempre svolgono funzioni anche di rappresentanza dei professionisti iscritti, in modo particolare negli ultimi anni - fa notare RPT - La loro esclusione da quel tavolo è assolutamente immotivata e priverebbe lo stesso Ministero del Lavoro di una interlocuzione fondamentale per capire e sostenere il mondo del lavoro professionale in Italia. Su questo punto - conclude -  il Ministro Poletti ha assunto l’impegno ad allargare il tavolo anche ai rappresentanti degli Ordini”.
 

I contenuti del Jobs Act degli Autonomi

La norma approvata prevede una serie di misure che avvantaggeranno professionisti e lavoratori autonomi.
 
Sono totalmente deducibili le spese per l'aggiornamento professionale, nonché quelle di viaggio e soggiorno, fino a 10mila euro. Completa deducibilità anche per le spese di orientamento, ricerca di nuove opportunità e certificazione delle competenze fino a 5mila euro. 
 
Le spese per l’esecuzione di un incarico, sostenute dal committente, ma anticipate dal professionista e poi inserite in fattura, non concorreranno alla formazione del reddito.
 
I diritti sulle invenzioni e gli apporti originali, realizzati nell’esecuzione del contratto, spettano al lavoratore autonomo a meno che l’attività inventiva sia prevista dall’oggetto del contratto e venga quindi retribuita.
 
Spetta l’indennità di maternità pur continuando a lavorare.  I congedi parentali salgono da tre a sei mesi nei primi tre anni di vita del bambino. 
 
In caso di malattia prolungata, si può sospendere il versamento dei contributi per due anni. Le somme non pagate dovranno poi essere rimborsate in rate mensili.
 
Dal 1° luglio 2017 l'indennità di disoccupazione (Dis-Coll) per i collaboratori coordinati e continuativi, iscritti alla gestione separata Inps e senza partita Iva, sarà estesa ad assegnisti e dottorandi di ricerca con borsa di studio.
 
Professionisti e autonomi sono equiparati alle imprese per la partecipazione agli appalti pubblici e l’accesso ai Fondi europei.
 
Sono considerate illecite le clausole contrattuali che prevedono la rescissione unilaterale e tempi di pagamento superiori a 60 giorni.
 
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