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Professionisti: ‘necessaria una legge sull’equo compenso’
PROFESSIONE
Professionisti: ‘necessaria una legge sull’equo compenso’
Comitato Unitario Professioni e Rete Professioni Tecniche ieri a confronto con il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti
Vedi Aggiornamento
del 16/11/2017
04/05/2017 - Approfondire le distorsioni del mercato a seguito della cancellazione di ogni riferimento, a partire dal 2006 con le liberalizzazioni, anche solo orientativo sui compensi.
È stato questo l’obiettivo dell’incontro di ieri tra il Comitato Unitario delle Professioni (CUP), la Rete delle Professioni Tecniche (RPT) e il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.
I ceti professionali italiani - spiega il comunicato di CUP e RPT - sono sempre più spesso costituiti da lavoratori intellettuali alla mercé di soggetti contrattualmente più forti, in grado di imporre clausole vessatorie. Da qui la richiesta congiunta di prevedere nel nostro ordinamento una legge sull’equo compenso.
Negli ultimi mesi - prosegue la nota - CUP e RPT hanno affrontato la questione a più riprese, nell’ambito delle audizioni svolte in Parlamento e nei contributi documentali inviati agli organi decisori della Repubblica. La giusta attenzione nei confronti dei compensi professionali rappresenta per gli iscritti agli Albi un punto nodale: per quanto attiene all’aspetto economico, per una effettiva ed efficace tutela della committenza e per il rispetto della dignità professionale dei liberi professionisti.
Le rappresentanze degli Ordini e dei Collegi, in particolare, hanno seguito l’iter legislativo che sta portando all’approvazione del Jobs Act del lavoro autonomo e, sin dall’inizio, in più di una circostanza hanno fatto rilevare l’urgenza di introdurre una disposizione che conducesse alla definizione di corrispettivi economici idonei a costituire un efficace strumento di orientamento per i committenti e per i professionisti, nel rispetto dei principi di libera concorrenza e parità di trattamento.
Durante l’incontro è stato segnalato al Ministro del Lavoro che la prestazione di opera professionale, come nel lavoro subordinato, trova nel ‘giusto compenso economico’ un canone generale che accompagna da sempre la legislazione giuslavoristica. L’abolizione delle tariffe non ha fatto venir meno la necessità di continuare ad applicare detto principio nell’ambito dei rapporti di lavoro autonomo professionale.
“Il testo del Jobs Act del lavoro autonomo - spiega Marina Calderone, Presidente del CUP - ha avviato un dibattito politico intorno all’equo compenso che ha portato i rispettivi presidenti delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato, Cesare Damiano e Maurizio Sacconi, ad impegnarsi attivamente al fine di tutelare di più e meglio il lavoro intellettuale. Apprezziamo che anche il Ministro Poletti abbia voluto ascoltare le nostre ragioni, prendendo atto delle richieste e garantendo la massima attenzione sul tema”.
“È importante sottolineare - aggiunge Armando Zambrano, Coordinatore della RPT - come, ancora una volta, gli Ordini ed i Collegi portino avanti le istanze dei professionisti, monitorando i temi argomento di dibattito in Parlamento e nei Ministeri, approfondendo i testi legislativi, proponendo opportune correzioni e sensibilizzando i decisori politici attraverso incontri e tavoli di confronto, per sostenere le argomentazioni a sostegno dei professionisti tecnici”.
È stato questo l’obiettivo dell’incontro di ieri tra il Comitato Unitario delle Professioni (CUP), la Rete delle Professioni Tecniche (RPT) e il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.
I ceti professionali italiani - spiega il comunicato di CUP e RPT - sono sempre più spesso costituiti da lavoratori intellettuali alla mercé di soggetti contrattualmente più forti, in grado di imporre clausole vessatorie. Da qui la richiesta congiunta di prevedere nel nostro ordinamento una legge sull’equo compenso.
Negli ultimi mesi - prosegue la nota - CUP e RPT hanno affrontato la questione a più riprese, nell’ambito delle audizioni svolte in Parlamento e nei contributi documentali inviati agli organi decisori della Repubblica. La giusta attenzione nei confronti dei compensi professionali rappresenta per gli iscritti agli Albi un punto nodale: per quanto attiene all’aspetto economico, per una effettiva ed efficace tutela della committenza e per il rispetto della dignità professionale dei liberi professionisti.
Le rappresentanze degli Ordini e dei Collegi, in particolare, hanno seguito l’iter legislativo che sta portando all’approvazione del Jobs Act del lavoro autonomo e, sin dall’inizio, in più di una circostanza hanno fatto rilevare l’urgenza di introdurre una disposizione che conducesse alla definizione di corrispettivi economici idonei a costituire un efficace strumento di orientamento per i committenti e per i professionisti, nel rispetto dei principi di libera concorrenza e parità di trattamento.
Durante l’incontro è stato segnalato al Ministro del Lavoro che la prestazione di opera professionale, come nel lavoro subordinato, trova nel ‘giusto compenso economico’ un canone generale che accompagna da sempre la legislazione giuslavoristica. L’abolizione delle tariffe non ha fatto venir meno la necessità di continuare ad applicare detto principio nell’ambito dei rapporti di lavoro autonomo professionale.
“Il testo del Jobs Act del lavoro autonomo - spiega Marina Calderone, Presidente del CUP - ha avviato un dibattito politico intorno all’equo compenso che ha portato i rispettivi presidenti delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato, Cesare Damiano e Maurizio Sacconi, ad impegnarsi attivamente al fine di tutelare di più e meglio il lavoro intellettuale. Apprezziamo che anche il Ministro Poletti abbia voluto ascoltare le nostre ragioni, prendendo atto delle richieste e garantendo la massima attenzione sul tema”.
“È importante sottolineare - aggiunge Armando Zambrano, Coordinatore della RPT - come, ancora una volta, gli Ordini ed i Collegi portino avanti le istanze dei professionisti, monitorando i temi argomento di dibattito in Parlamento e nei Ministeri, approfondendo i testi legislativi, proponendo opportune correzioni e sensibilizzando i decisori politici attraverso incontri e tavoli di confronto, per sostenere le argomentazioni a sostegno dei professionisti tecnici”.