Ecobonus e Sismabonus, Rete Irene: ‘ci sono le risorse per potenziarli’
RISPARMIO ENERGETICO
Ecobonus e Sismabonus, Rete Irene: ‘ci sono le risorse per potenziarli’
17 miliardi di euro all’anno potrebbero essere recuperati revocando i sussidi alle attività ambientalmente dannose
08/06/2017 - Gli incentivi per la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza antisismica degli edifici possono essere potenziati. Le risorse, sostiene Rete Irene (Rete di Imprese per la Riqualificazione Energetica degli Edifici), ci sono e potrebbero arrivare a 17 miliardi di euro all’anno.
Al momento, spiega Rete Irene, lo Stato eroga sussidi ambientalmente dannosi. Revocandoli si potrebbero potenziare gli incentivi esistenti, in particolar modo quelli per gli interventi di riqualificazione profonda degli edifici, che spesso non sono effettuati per i costi elevati che comportano e per il quadro normativo instabile.
Alle richieste avanzate in tal senso dagli operatori del settore, il Governo ha sempre opposto il problema delle coperture finanziarie. In realtà, spiega Rete Irene, sulla base del Collegato Ambientale, il ministero dell’Ambiente ha redatto il catalogo dei sussidi ambientalmente favorevoli e ambientalmente dannosi, come quelli per lo sfruttamento delle fonti fossili. Smettendo di finanziare le attività dannose si potrebbero recuperare 17 miliardi di euro all’anno.
A questo Rete Irene aggiunge che, rimodulando gli incentivi, verrebbe meno il bisogno di trovare una copertura finanziaria perché il costo dei bonus sarebbe coperto dal ritorno degli investimenti.
Probabilmente, sottolinea Rete Irene, l'effetto aggiuntivo sarà molto limitato: gli incapienti potevano già cedere ad altri soggetti diversi dalle banche e le banche potranno utilizzare i crediti acquistati solo in compensazione di propri debiti verso l’erario, oppure ricedendoli a terzi.
Concettualmente, sostiene però Rete Irene, si tratta di un grande passo avanti perché di infrange il tabù della cessione delle detrazioni alle banche. Il Governo ha sempre mostrato cautela su questo argomento perché la cessione del credito alle banche genera debito e fa scattare problemi per le coperture con l’Unione Europea.
Al momento, spiega Rete Irene, lo Stato eroga sussidi ambientalmente dannosi. Revocandoli si potrebbero potenziare gli incentivi esistenti, in particolar modo quelli per gli interventi di riqualificazione profonda degli edifici, che spesso non sono effettuati per i costi elevati che comportano e per il quadro normativo instabile.
Stabilizzazione incentivi, 17 miliardi annui da dirottare
La Strategia energetica nazionale, ricorda Rete Irene, riconosce la necessità di stabilizzare gli incentivi e puntare sulle riqualificazioni profonde per ottenere risultati significativi in termini di risparmio energetico e riduzione delle emissioni inquinanti.Alle richieste avanzate in tal senso dagli operatori del settore, il Governo ha sempre opposto il problema delle coperture finanziarie. In realtà, spiega Rete Irene, sulla base del Collegato Ambientale, il ministero dell’Ambiente ha redatto il catalogo dei sussidi ambientalmente favorevoli e ambientalmente dannosi, come quelli per lo sfruttamento delle fonti fossili. Smettendo di finanziare le attività dannose si potrebbero recuperare 17 miliardi di euro all’anno.
A questo Rete Irene aggiunge che, rimodulando gli incentivi, verrebbe meno il bisogno di trovare una copertura finanziaria perché il costo dei bonus sarebbe coperto dal ritorno degli investimenti.
Cessione dei bonus alle banche
Qualcosa nella diversa percezione delle coperture finanziarie si muove. La Manovrina 2017 riconosce ai condòmini incapienti la possibilità di cedere alle banche un credito di imposta corrispondente alla quota di detrazione spettante per l’intervento di riqualificazione.Probabilmente, sottolinea Rete Irene, l'effetto aggiuntivo sarà molto limitato: gli incapienti potevano già cedere ad altri soggetti diversi dalle banche e le banche potranno utilizzare i crediti acquistati solo in compensazione di propri debiti verso l’erario, oppure ricedendoli a terzi.
Concettualmente, sostiene però Rete Irene, si tratta di un grande passo avanti perché di infrange il tabù della cessione delle detrazioni alle banche. Il Governo ha sempre mostrato cautela su questo argomento perché la cessione del credito alle banche genera debito e fa scattare problemi per le coperture con l’Unione Europea.