Tempi di pagamento, l’Italia e le norme europee
La Direttiva 2011/7/Ue, recepita nell’ordinamento italiano con il D.lgs. 192/2012, dà alle Amministrazioni 30 giorni di tempo per il saldo delle fatture. Termine che, in casi eccezionali, può essere portato a 60 giorni.Secondo il commissario europeo al mercato interno, industria, imprenditoria e Pmi, Elzbieta Bienkowska, la disposizione “sembra estendere sistematicamente a 45 giorni il termine per il pagamento delle fatture nei lavori pubblici e appare quindi contraria alla direttiva sui ritardi dei pagamenti”.
L’Italia ha ora a disposizione due mesi per rispondere e spiegare la propria posizione.
Ritardi pagamenti, procedure di infrazione su più fronti
Nella lettera inviata all’Italia, la Commissione riconosce gli sforzi compiuti dalle autorità italiane per ridurre i ritardi nei pagamenti e smaltire le fatture arretrate, “tuttavia devono essere ancora compiuti significativi sforzi per assicurare che i ritardi medi nei pagamenti siano in linea con i tempi fissati dalla direttiva”.L'Italia nel 2014 è stata già colpita da una procedura di infrazione. In più, l’Unione Europea a febbraio ha contestato all’Italia di avere ancora tempi di pagamento medi ben superiori alla media prevista dalle norme comunitarie.
Con la nuova lettera si apre un altro fronte, cioè la compatibilità della disposizione del Codice Appalti con le norme Ue.