Poli per l’infanzia, firmato il decreto da 150 milioni di euro
NORMATIVA
Poli per l’infanzia, firmato il decreto da 150 milioni di euro
Le Regioni sceglieranno tra le proposte dei Comuni, il Miur bandirà un concorso di idee
03/08/2017 - Via libera alla realizzazione dei Poli per l’infanzia. La Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, ha firmato il decreto che ripartisce tra le Regioni i 150 milioni di euro di fondi Inail previsti dal D.lgs 65/2017 attuativo della Buona Scuola.
Le risorse saranno utilizzate per il triennio 2018-2020 per il potenziamento del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino ai sei anni.
Scarica la Tabella con la ripartizione dei 150 milioni di euro
La distribuzione delle risorse tra le Regioni è stata effettuata sulla base della popolazione scolastica 0-6, secondo dati Istat, e sul numero di edifici già presenti con riferimento alla fascia di età 3-6 anni. L’obiettivo, infatti, è favorire la realizzazione di nuovi Poli in quelle aree in cui è maggiore la domanda e poche sono le strutture disponibili.
La ripartizione, fa sapere il Miur in una nota, è stata concordata con Regioni, Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci) e Unione delle Province italiane (Upi).
Ricalcando il modello ideato per le Scuole Innovative, i Comuni presenteranno delle proposte alle Regioni, che potranno sceglierne al massimo tre. I progetti scelti saranno comunicati al Ministero, che bandirà un concorso di idee. Gli Enti locali proprietari delle aree oggetto d’intervento potranno affidare i successivi livelli di progettazione ai vincitori del concorso.
“Un altro tassello della Buona Scuola e dei suoi decreti attuativi va a posto. La firma al decreto di riparto delle risorse Inail per la realizzazione dei Poli per l’infanzia - ha dichiarato la Ministra Fedeli - è un atto importante che ci accompagna verso la concreta costruzione di un sistema di istruzione ed educazione di qualità e uniforme su tutto il territorio nazionale. Si pongono le condizioni per società eguali e di pari opportunità già dalla nascita. Credo sia un passaggio rivoluzionario e atteso per combattere la povertà educativa e sostenere le famiglie”.
Le risorse saranno utilizzate per il triennio 2018-2020 per il potenziamento del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino ai sei anni.
Scarica la Tabella con la ripartizione dei 150 milioni di euro
La distribuzione delle risorse tra le Regioni è stata effettuata sulla base della popolazione scolastica 0-6, secondo dati Istat, e sul numero di edifici già presenti con riferimento alla fascia di età 3-6 anni. L’obiettivo, infatti, è favorire la realizzazione di nuovi Poli in quelle aree in cui è maggiore la domanda e poche sono le strutture disponibili.
La ripartizione, fa sapere il Miur in una nota, è stata concordata con Regioni, Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci) e Unione delle Province italiane (Upi).
Poli per l’infanzia, la palla passa agli Enti locali
I Poli per l’infanzia sono pensati per potenziare la ricettività dei servizi e sostenere la continuità del percorso educativo. In un unico plesso, o in edifici vicini, sorgeranno più strutture di educazione e di istruzione per bambine e bambini fino ai sei anni, per offrire esperienze progettate nel quadro di uno stesso percorso educativo, in considerazione dell’età.Ricalcando il modello ideato per le Scuole Innovative, i Comuni presenteranno delle proposte alle Regioni, che potranno sceglierne al massimo tre. I progetti scelti saranno comunicati al Ministero, che bandirà un concorso di idee. Gli Enti locali proprietari delle aree oggetto d’intervento potranno affidare i successivi livelli di progettazione ai vincitori del concorso.
“Un altro tassello della Buona Scuola e dei suoi decreti attuativi va a posto. La firma al decreto di riparto delle risorse Inail per la realizzazione dei Poli per l’infanzia - ha dichiarato la Ministra Fedeli - è un atto importante che ci accompagna verso la concreta costruzione di un sistema di istruzione ed educazione di qualità e uniforme su tutto il territorio nazionale. Si pongono le condizioni per società eguali e di pari opportunità già dalla nascita. Credo sia un passaggio rivoluzionario e atteso per combattere la povertà educativa e sostenere le famiglie”.