Società di ingegneria nel mercato privato, il CNI non si rassegna
NORMATIVA
Società di ingegneria nel mercato privato, il CNI non si rassegna
Gli ingegneri: ‘la legge per la Concorrenza crea un regime non concorrenziale’
20/09/2017 - La legge per la concorrenza è in vigore dalla fine di agosto, le società di ingegneria sono entrate a pieno titolo nel mercato privato, ma i liberi professionisti non si danno pace. Dopo il duro scontro tra Oice, come rappresentante delle società di ingegneria, e Rete delle Professioni Tecniche (RPT) nella fase di approvazione della legge, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri torna a manifestare il suo dissenso in una circolare diffusa nei giorni scorsi.
L’unico risultato ottenuto, scrive il CNI, è che le attività professionali siano svolte da professionisti iscritti agli Albi e che la società di ingegneria stipuli un’assicurazione professionale. Per poter lavorare coi privati, quindi, le società di ingegneria devono indicare il nominativo del professionista iscritto all’Albo che svolgerà la prestazione e stipulare una polizza R.C. ma non solo, perché solo le società di ingegneria iscritte in un apposito casellario tenuto dall’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) possono lavorare con i privati.
Secondo il CNI, non si tiene conto di alcuni fondamentali aspetti riguardanti la libera professione, “a partire da quello deontologico, fino al rapporto paritario con la committenza privata”.
“Riteniamo - si legge nella circolare - che la semplice apertura del mercato privato a società nate per operare nel mercato pubblico, con requisiti ed obblighi assolutamente meno stringenti di quelli previsti per i liberi professionisti e per le società tra professionisti, vada esattamente nella direzione opposta rispetto a quella che la legge si propone, ossia verso un regime decisamente non concorrenziale, in cui operatori di uno stesso mercato sottostanno a criteri diversi, che agevolano gli uni a danno degli altri”.
CNI e RPT, conclude la circolare, continueranno a promuovere tutte le azioni possibili per correggere quella che ritengono una “evidente distorsione della concorrenza nel settore dei servizi di ingegneria.
A queste argomentazioni l’Oice ha sempre risposto che si tratta di strumentalizzazioni dal momento che occupano decine di migliaia di professionisti tenuti al rispetto del codice deontologico e versano il contributo integrativo alle Casse di previdenza.
Società di ingegneria nel mercato privato
La legge per la concorrenza (Legge 124/2017) riconosce alle società di ingegneria la possibilità di assumere commesse dai privati. La disciplina della Legge 266/1997, che ha consentito l’esercizio della professione in forma societaria, viene estesa alle società di ingegneria costituite in forma di società di capitali o cooperative. In questo modo, da una parte il mercato privato si apre definitivamente alle società di ingegneria, dall’altro si afferma la validità dei contratti tra società di ingegneria e privati conclusi a decorrere dall’11 agosto 1997 (Data di entrata in vigore della Legge 266/1997).Gli Ingegneri denunciano condizioni inique per i professionisti
Il CNI, che ha cercato fino all’ultimo momento di far modificare la legge, nella circolare afferma di non essere contrario all’ingresso delle società di ingegneria nel mercato dei lavori privati, a condizione che siano previste eguali condizioni di partenza e siano tutelati la dignità della professione e i diritti dei committenti.L’unico risultato ottenuto, scrive il CNI, è che le attività professionali siano svolte da professionisti iscritti agli Albi e che la società di ingegneria stipuli un’assicurazione professionale. Per poter lavorare coi privati, quindi, le società di ingegneria devono indicare il nominativo del professionista iscritto all’Albo che svolgerà la prestazione e stipulare una polizza R.C. ma non solo, perché solo le società di ingegneria iscritte in un apposito casellario tenuto dall’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) possono lavorare con i privati.
Secondo il CNI, non si tiene conto di alcuni fondamentali aspetti riguardanti la libera professione, “a partire da quello deontologico, fino al rapporto paritario con la committenza privata”.
“Riteniamo - si legge nella circolare - che la semplice apertura del mercato privato a società nate per operare nel mercato pubblico, con requisiti ed obblighi assolutamente meno stringenti di quelli previsti per i liberi professionisti e per le società tra professionisti, vada esattamente nella direzione opposta rispetto a quella che la legge si propone, ossia verso un regime decisamente non concorrenziale, in cui operatori di uno stesso mercato sottostanno a criteri diversi, che agevolano gli uni a danno degli altri”.
CNI e RPT, conclude la circolare, continueranno a promuovere tutte le azioni possibili per correggere quella che ritengono una “evidente distorsione della concorrenza nel settore dei servizi di ingegneria.
A queste argomentazioni l’Oice ha sempre risposto che si tratta di strumentalizzazioni dal momento che occupano decine di migliaia di professionisti tenuti al rispetto del codice deontologico e versano il contributo integrativo alle Casse di previdenza.