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Edifici abusivi, alla Camera riparte l’esame del ddl Falanga

Edifici abusivi, alla Camera riparte l’esame del ddl Falanga

Forza Italia: 'Giusto affrontare il problema dell'abuso di necessità'. M5S: ‘più grave di un condono perché senza limiti temporali’

Vedi Aggiornamento del 01/03/2018
Edifici abusivi, alla Camera riparte l’esame del ddl Falanga
di Alessandra Marra
03/10/2017 - Riparte alla Camera l’esame del disegno di legge sull'abusivismo edilizio che definisce criteri gerarchici per la demolizione degli immobili abusivi.
 
La discussione sul ddl Falanga, avviata ieri, potrebbe portare all’approvazione definitiva del provvedimento o ad una nuova battuta d’arresto, viste le numerose critiche mosse al disegno di legge da diversi esponenti politici. Ad esempio, il presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci (Pd), aveva sollevato dubbi sull’approvazione senza modifiche del provvedimento.
 

Abusivismo edilizio: cosa prevede il ddl

Il provvedimento detta le priorità che orienteranno le demolizioni. In cima alla lista ci saranno: gli immobili di rilevante impatto ambientale o costruiti su area demaniale o in zona soggetta a vincolo ambientale e paesaggistico o a vincolo sismico o a vincolo idrogeologico o a vincolo archeologico o storico-artistico; gli immobili che costituiscono un pericolo per la pubblica e privata incolumità; gli immobili sottratti alla mafia. 

In ognuna di queste categorie la priorità sarà attribuita agli immobili in corso di costruzione o non ultimati alla data della sentenza di condanna di primo grado e a quelli non stabilmente abitati. Gli ultimi saranno gli edifici abitati “la cui titolarità è riconducibile a soggetti appartenenti a nuclei familiari che non dispongano di altra soluzione abitativa".

Il Ddl, quindi, distingue tra abusivismo di necessità e abusivismo di speculazione, stabilendo che gli immobili abusivi per speculazione avranno la priorità.
 
Per integrare le risorse necessarie alle demolizione da parte dei Comuni, il provvedimento prevede l'istituzione di un fondo rotativo di 40 milioni di euro,da suddividere per ciascun anno fino al 2020 e l’istituzione di una banca dati nazionale sull'abusivismo edilizio che sarà gestita dall’Agenzia per l'Italia digitale.
 

Manufatti abusivi: la discussione sulle demolizioni

Nel corso della discussione di ieri, il relatore Carlo Sarro (FI-PdL) ha difeso il provvedimento dipingendolo come “una soluzione normativa che non introduce nessuna forma di sanatoria e di condono" ma fissa con chiarezza procedure e tempi per l’abbattimento degli immobili abusivi che minano l’incolumità degli abitanti.
 
L’On. Donatella Agostinelli (M5S), ha espresso la contrarietà del Movimento: “Si continua ad affrontare in modo insoddisfacente l'intero fenomeno; inoltre, si rischia di ottenere un effetto ben più grave dei soliti condoni, perché il provvedimento in oggetto non prevede limiti temporali alla sua applicazione”.
 
L’On. Michela Rostan (MDP), ha dichiarato che si tratta di una legge, che in definitiva, non ha l'obiettivo di tutelare il territorio e di combattere l'abusivismo e di tutelare la legalità ma ha come obiettivo quello di rassicurare chi ha realizzato gli abusi.
 
Il relatore Carlo Sarro, in replica ai due interventi, ha risposto che il problema dell'abuso di necessità, così come delineato dalla pronuncia della Corte europea dei diritti dell'uomo, è quello di ritenere comunque ammissibile una fascia di tutela e di protezione rispetto a quelle che sono condizioni di estremo disagio e di estrema difficoltà, nelle quali, appunto, la soluzione abitativa è solo ed esclusivamente quella rappresentata dall'abitazione anche se costruita in assenza di titoli abilitativi. 
 

Ddl Falanga: critiche dalle associazioni ambientaliste  

Dure critiche arrivano da Green Italia: “Senza vergogna la decisione della conferenza dei capigruppo alla Camera che ha deciso la calendarizzazione per l’approvazione finale del ddl Falanga che bloccherà le demolizioni anche nelle aree vincolate. E’ indecente che il Pd e la maggioranza decidano di accelerare su norme che sostanzialmente danno il via libera a costruire abusivamente perché l’impunità sarà garantita, e introducono per la prima volta nel sistema legislativo il concetto del tutto truffaldino dell’abusivismo di necessità”.
 
Per gli esponenti di Green Italia Roberto Della Seta e Francesco Ferrante “l’abusivismo edilizio è una piaga che ha procurato danni enormi al paesaggio, ha truffato sia lo Stato che i costruttori e i compratori di case onesti, ha aggravato il dissesto del suolo e l’insicurezza abitativa di chi vive in aree a rischio, come abbiamo visto in occasione dei recenti terremoti”.

 
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