Governo: ‘gara seria anche senza corrispettivo finanziario’
Secondo il sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Umberto Del Basso De Caro, “anche un affidamento concernente servizi a titolo gratuito configura un contratto a titolo oneroso, soggetto alla disciplina del Codice dei contratti pubblici (D.lgs. 50/2016)”.A detta dell’Esecutivo, i requisiti di serietà e affidabilità vengono rispettati anche se il bando di gara non prevede un corrispettivo finanziario per la prestazione contrattuale perché bisogna valutare “un altro genere di utilità, pur sempre economicamente apprezzabile, generata dal contratto stesso”. Il riferimento è al ritorno di immagine e all’arricchimento curriculare che il professionista otterrebbe in cambio del suo lavoro.
“In aggiunta - ha concluso Del Basso De Caro - la Corte dei conti ha ritenuto che si possa procedere all'indizione di un bando pubblico per il conferimento di incarico gratuito con la previsione del mero rimborso delle spese sostenute, anche se il bando dovrà integrare tutti gli elementi necessari per l'esatta individuazione del contenuto della prestazione richiesta”.
Indignazione dell’on. Pellegrino: ‘ricorreremo alla Giustizia’
La risposta non è piaciuta all’on. Pellegrino, che ha espresso “indignazione per il fatto che si possa legittimamente richiedere ad un professionista una prestazione a titolo gratuito, che risulterebbe compensata da altro genere di utilità”.“Con riferimento al caso specifico e considerati i molti e non sempre legittimi interessi che gravitano intorno alla redazione di un piano regolatore”, ha evocato il rischio che si possano prefigurare accordi tra privato e pubblico a danno della terzietà del professionista e della efficacia e correttezza dell'azione. L’on. Pellegrino ha ribadito che ritiene “inaccettabile ed offensivo che la riduzione della spesa pubblica vada a scapito della retribuzione dei professionisti”.
Dalla sua pagina Facebook l’on. Pellegrino ha reso noto “a questo punto non ci resta che rivolgerci al ministro della Giustizia che ‘dovrebbe’ tutelare il diritto di remunerazione di ogni professionista secondo l'articolo 36 della Costituzione”. Commentando infine: “non credo che Bersani, cancellando i minimi tariffari, pensasse che si arrivasse a tanto. Gli architetti non sono corporativisti e hanno sempre lavorato purtroppo senza troppo spirito di appartenenza a una comunità. Nel Paese dell'architettura per gli architetti non c'è diritto di cittadinanza”.