
Legge di Bilancio 2018, Confprofessioni chiede più misure per i professionisti
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Legge di Bilancio 2018, Confprofessioni chiede più misure per i professionisti
Equo compenso, estensione ai professionisti di tutti gli incentivi per le imprese e deducibilità dell’assistenza sanitaria integrativa
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del 29/05/2019

09/11/2017 - “Nella Legge di Bilancio 2018, in discussione al Parlamento, servono ulteriori strumenti a favore dei liberi professionisti, tenuto conto delle dimensioni di ricchezza che il lavoro libero professionale mobilita in termini di contributo al Pil e di occupazione”.
Questo il commento del presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, al termine dell'audizione sulla Legge di Bilancio 2018, svolta lo scorso 6 novembre presso la V Commissione permanente del Senato. Secondo Stella, nella norma vanno affrontati tre temi cardine per i professionisti: incentivi, welfare ed equo compenso.
Stella ha ribadito che tale intervento “non confligge con l'ordinamento europeo” e ha chiesto che “la legge di bilancio sia integrata da una norma che imponga alle amministrazioni pubbliche e alle società pubbliche, anche nell'ambito delle prestazioni rese attraverso gare di appalto, di attenersi a valori minimi equi nella determinazione del compenso dei professionisti; valori che siano determinati sulla base di un confronto con le rappresentanze associative del nostro mondo, in modo da ponderare con esattezza i costi di produzione e l'impegno personale e materiale della prestazione”.
Per Stella, “l'esclusione dei professionisti dai benefici previsti dalla Legge Sabatini costituisce un errore strategico nella prospettiva del sostegno alla crescita, laddove da tempo si segnala nella mancanza di tecnologie adeguate la principale debolezza degli studi professionali italiani rispetto ai competitor europei”.
Quindi, gli incentivi e le agevolazioni previsti per le piccole e medie imprese (Pmi), come l’iperammortamento (attualmente limitato soltanto i titolari di reddito d’impresa), devono potersi applicare anche ai professionisti.
“Una misura efficace di grande valore sociale ed economico per estendere i servizi di welfare a fasce più ampie di soggetti, sgravando la spesa sanitaria dello Stato”, sottolinea Stella.
Questo il commento del presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, al termine dell'audizione sulla Legge di Bilancio 2018, svolta lo scorso 6 novembre presso la V Commissione permanente del Senato. Secondo Stella, nella norma vanno affrontati tre temi cardine per i professionisti: incentivi, welfare ed equo compenso.
Equo compenso: da inserire nel Bilancio 2018
Confprofessioni ha chiesto più coraggio alle forze politiche per affrontare entro il termine della legislatura il problema delle prestazioni professionali gratuite e degli incarichi sottopagati svolti a favore della pubblica amministrazione, attraverso l’introduzione del principio dell’equo compenso.Stella ha ribadito che tale intervento “non confligge con l'ordinamento europeo” e ha chiesto che “la legge di bilancio sia integrata da una norma che imponga alle amministrazioni pubbliche e alle società pubbliche, anche nell'ambito delle prestazioni rese attraverso gare di appalto, di attenersi a valori minimi equi nella determinazione del compenso dei professionisti; valori che siano determinati sulla base di un confronto con le rappresentanze associative del nostro mondo, in modo da ponderare con esattezza i costi di produzione e l'impegno personale e materiale della prestazione”.
Bilancio 2018: più incentivi ai professionisti
Sul fronte della crescita, secondo Confprofessioni, le misure a sostegno delle imprese devono abbracciare sistematicamente ogni attività economica e, di conseguenza, vanno estese automaticamente ai liberi professionisti e lavoratori autonomi.Per Stella, “l'esclusione dei professionisti dai benefici previsti dalla Legge Sabatini costituisce un errore strategico nella prospettiva del sostegno alla crescita, laddove da tempo si segnala nella mancanza di tecnologie adeguate la principale debolezza degli studi professionali italiani rispetto ai competitor europei”.
Quindi, gli incentivi e le agevolazioni previsti per le piccole e medie imprese (Pmi), come l’iperammortamento (attualmente limitato soltanto i titolari di reddito d’impresa), devono potersi applicare anche ai professionisti.
Aumentare le misure di welfare per professionisti
In tema di welfare, Confprofessioni lancia la proposta della deducibilità dei contributi versati da professionisti e lavoratori autonomi agli enti che erogano servizi di assistenza sanitaria, previsti da contratti collettivi e da altre forme mutualistiche.“Una misura efficace di grande valore sociale ed economico per estendere i servizi di welfare a fasce più ampie di soggetti, sgravando la spesa sanitaria dello Stato”, sottolinea Stella.