Equo compenso, forze politiche al lavoro per migliorare la norma
PROFESSIONE
Equo compenso, forze politiche al lavoro per migliorare la norma
Boccia (PD): chiariremo il rapporto con la PA, rafforzeremo il legame con i parametri e agiremo sui crediti Iva dei professionisti
04/12/2017 - Il via libera alla norma sull’equo compenso, contenuta nel Decreto Fiscale, è solo il punto di inizio, non di arrivo, per riconoscimento del valore sociale ed economico delle prestazioni professionali.
E' la posizione unanime delle forze politiche e delle associazioni professionali intervenute alla manifestazione ‘L’equo compenso è un diritto’ organizzata da Cup e Rtp lo scorso 30 novembre Roma.
“Dietro al lavoro dei professionisti” commenta Boccia “ci sono strutture, storia, competenze, studio permanente e collaboratori. Quando si chiede un consiglio, un'analisi o un progetto si deve avere la consapevolezza che dietro quella risposta c'è un mondo e una storia che non può essere stracciata in nome della massimizzazione del profitto delle grandi imprese, o addirittura dello Stato in alcuni casi”.
In più annuncia modifiche già nella Manovra 2018: “nel passaggio parlamentare alla Camera della legge di Bilancio ci sono tutte le condizioni per intervenire ancora sull'equo compenso per eventuali correttivi migliorativi anche al fine di evitare interpretazioni diverse. Interverremo sui crediti iva dei professionisti, modificheremo il testo in base ai parametri e metteremo bene in evidenza il rapporto con la Pa”.
Per Massimiliano Fedriga, capogruppo della Lega Nord alla Camera, “questa dell’equo compenso è una battaglia per il Paese perché se passa il concetto di lavoro gratuito si mette a rischio un concetto fondamentale per il Paese: oggi è toccato a voi, dopo a chi toccherà? E le professioni - assicura - sono garanzia per consumatori e imprese. Ai colleghi qui presenti dico: promettiamo quello che si può fare e facciamolo subito, ne va del bene non solo delle professioni ma dell’intero Paese”.
Secondo Maurizio Sacconi, presidente della commissione Lavoro del Senato, sul testo dell’equo compenso ancora si deve fare qualcosa: “Il testo di legge è pasticciato. Serve un atto interpretativo che faccia chiarezza sul fatto che l’equo compenso si applichi a tutte le professioni, a tutte le imprese, a tutti i committenti. Per le professioni non ordinistiche che non hanno parametri ci possiamo basare sugli usi”.
L’Alleanza avrà lo scopo di valorizzare un asset strategico quali sono le professioni in termini di cultura, competenze, garanzie di legalità e tutela dei diritti dei cittadini. Con la loro funzione sussidiaria le professioni intendono abbracciare la sfida su cui costruire un vero percorso di semplificazione ed efficienza dell’attività della Pubblica Amministrazione.
Il manifesto “Professionisti per l’Italia”, infine, intende valorizzare l’apporto dei professionisti anche in termini di proposizione di misure legislative che possano favorire la ripresa dell’economia, l’ammodernamento delle infrastrutture, il miglioramento della qualità della vita nelle nostre città, gli investimenti in economia reale. La prestazione intellettuale di qualità, infatti, è di rilevante interesse pubblico in quanto genera plusvalore economico e sociale.
E' la posizione unanime delle forze politiche e delle associazioni professionali intervenute alla manifestazione ‘L’equo compenso è un diritto’ organizzata da Cup e Rtp lo scorso 30 novembre Roma.
Equo compenso, forze politiche: al lavoro per miglioramenti
Per il presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia (PD) la norma sull'equo compenso corregge le distorsioni di questi anni che avevano trasformato il lavoro professionale in merce.“Dietro al lavoro dei professionisti” commenta Boccia “ci sono strutture, storia, competenze, studio permanente e collaboratori. Quando si chiede un consiglio, un'analisi o un progetto si deve avere la consapevolezza che dietro quella risposta c'è un mondo e una storia che non può essere stracciata in nome della massimizzazione del profitto delle grandi imprese, o addirittura dello Stato in alcuni casi”.
In più annuncia modifiche già nella Manovra 2018: “nel passaggio parlamentare alla Camera della legge di Bilancio ci sono tutte le condizioni per intervenire ancora sull'equo compenso per eventuali correttivi migliorativi anche al fine di evitare interpretazioni diverse. Interverremo sui crediti iva dei professionisti, modificheremo il testo in base ai parametri e metteremo bene in evidenza il rapporto con la Pa”.
Per Massimiliano Fedriga, capogruppo della Lega Nord alla Camera, “questa dell’equo compenso è una battaglia per il Paese perché se passa il concetto di lavoro gratuito si mette a rischio un concetto fondamentale per il Paese: oggi è toccato a voi, dopo a chi toccherà? E le professioni - assicura - sono garanzia per consumatori e imprese. Ai colleghi qui presenti dico: promettiamo quello che si può fare e facciamolo subito, ne va del bene non solo delle professioni ma dell’intero Paese”.
Secondo Maurizio Sacconi, presidente della commissione Lavoro del Senato, sul testo dell’equo compenso ancora si deve fare qualcosa: “Il testo di legge è pasticciato. Serve un atto interpretativo che faccia chiarezza sul fatto che l’equo compenso si applichi a tutte le professioni, a tutte le imprese, a tutti i committenti. Per le professioni non ordinistiche che non hanno parametri ci possiamo basare sugli usi”.
Equo compenso: nasce ‘Alleanza professionisti’
Nel corso della manifestazione dello scorso 30 novembre è nata l’alleanza 'Professionisti per l'Italia', iniziativa voluta dai vertici del Cup e Rpt, che aggrega Ordini, Casse previdenziali ed associazioni di lavoratori autonomi per vigilare sulla concreta attuazione della legge sull’equo compenso.L’Alleanza avrà lo scopo di valorizzare un asset strategico quali sono le professioni in termini di cultura, competenze, garanzie di legalità e tutela dei diritti dei cittadini. Con la loro funzione sussidiaria le professioni intendono abbracciare la sfida su cui costruire un vero percorso di semplificazione ed efficienza dell’attività della Pubblica Amministrazione.
Il manifesto “Professionisti per l’Italia”, infine, intende valorizzare l’apporto dei professionisti anche in termini di proposizione di misure legislative che possano favorire la ripresa dell’economia, l’ammodernamento delle infrastrutture, il miglioramento della qualità della vita nelle nostre città, gli investimenti in economia reale. La prestazione intellettuale di qualità, infatti, è di rilevante interesse pubblico in quanto genera plusvalore economico e sociale.