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In vigore l’equo compenso, stop ai bandi da 1 euro?

In vigore l’equo compenso, stop ai bandi da 1 euro?

Pubblicata la legge di conversione del Decreto Fiscale. Le Amministrazioni si impegneranno a garantire il principio per le prestazioni dei professionisti

Vedi Aggiornamento del 01/12/2022
In vigore l’equo compenso, stop ai bandi da 1 euro?
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 01/12/2022
07/12/2017 - Con la pubblicazione della legge di conversione del decreto fiscale in Gazzetta Ufficiale, sono entrate in vigore le norme sull’equo compenso per tutti i professionisti. Da questo momento dovrebbero scomparire i bandi a un euro e tutte le formulazioni in cui di fatto si chiede al progettista di lavorare gratis.
 
Vediamo perché.
 

Equo compenso nel Decreto Fiscale

La legge considera equo il compenso determinato in maniera proporzionale alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, nonché al contenuto e alle caratteristiche della prestazione. Valutazioni che devono essere fatte sulla base del  Nuovo Decreto Parametri bis.

La norma inoltre considera vessatorie le clausole, anche qualora siano state oggetto di trattativa e approvazione, che:
- consentono al cliente di modificare unilateralmente le condizioni del contratto;
- attribuiscono al cliente la facoltà di rifiutare la stipulazione in forma scritta degli elementi essenziali del contratto;
- attribuiscono al cliente la facoltà di pretendere prestazioni aggiuntive a titolo gratuito;
- prevedono le spese della controversia a carico del professionista;
- prevedano la rinuncia al rimborso delle spese direttamente connesse alla prestazione dell'attività professionale oggetto della convenzione;
- prevedano termini di pagamento superiori a sessanta giorni dalla data di ricevimento da parte del cliente della fattura.

Durante l'iter di approvazione della legge, l'Antitrust ha dato parere negativo all'equo compenso, considerandolo contrario ai principi concorrenziali. Il Parlamento ha però ignorato il parere, approvando la misura.

 

Codice Appalti e compenso dei professionisti

Le norme appena entrate in vigore ribadiscono princìpi giù sanciti dalla normativa vigente: il Codice Appalti (D.lgs. 50/2016) stabilisce che i corrispettivi a base di gara debbano obbligatoriamente essere quantificati in base al decreto Parametri. Nonostante ciò, molte Amministrazioni hanno continuato a prevedere compensi simbolici nei bandi per l’affidamento di incarichi di progettazione. Perché?
 

Gli obblighi della PA per l’equo compenso

Il decreto fiscale fa un passo in più e, oltre a prevedere l'obbligo dell'equo compenso, prevede che “la pubblica amministrazione, in attuazione dei principi di trasparenza, buon andamento ed efficacia delle proprie attività, garantisce il principio dell'equo compenso in relazione alle prestazioni rese dai professionisti”.
 
Questo dovrebbe bloccare il fenomeno dei bandi a un euro. A meno che il principio dell’equo compenso non venga interpretato diversamente.

Ma vediamo da dove nasce e come si è sviluppata la lotta per l'equo compenso.
 

I casi 'Catanzaro' e 'Solarino'

Gli addetti ai lavori segnalano spesso i bandi che non rispettano l’obbligo del Decreto Parametri. Alcuni di questi sono diventati particolarmente famosi per il feroce botta e risposta tra Amministrazione, professionisti e sistema giudiziario.
 
Nel 2016 il Comune di Catanzaro bandisce una gara per la redazione di un piano strutturale. Compenso previsto: un euro. Alla bagarre delle proteste si oppongono due voci. Da una parte il Consiglio di Stato, che chiude la questione affermando che la mancanza di guadagno economico è compensata dal ritorno di immagine per il vincitore. Dall’altra lo stesso Comune di Catanzaro, che nella scelta, guidata anche dalle carenze finanziarie, vede vantaggi per tutta la comunità.
 
La giustificazione della mancanza di un compenso si basa sulla sottile distinzione tra utilità finanziaria ed economica. Per i giudici, nel bando non manca l’utilità economica, ma solo quella finanziaria perché “l’utilità economica si sposta su leciti elementi immateriali inerenti il fatto stesso del divenire ed apparire esecutore dell’incarico”. Questo fa sì che il contratto eventualmente stipulato tra Comune e professionista si qualifichi “a titolo oneroso”.

Dopo che la sentenza del Consiglio di Stato ha sdoganato il ricorso ai bandi a un euro, il Comune di Solarino (SR) ha pubblicato due bandi per la progettazione (definitiva ed esecutiva) e la direzione lavori di interventi di efficientamento energetico di due plessi scolastici, prevedendo un importo a base d’asta per la direzione lavori quantificato in base al DM 17 giugno 2016 e quantificando l’importo per la progettazione pari ad 1 euro. 
 

Il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo

I bandi hanno suscitato lo sdegno dei professionisti. Il Consiglio Nazionale degli Architetti (CNAPPC) si è appellato alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per contestare la sentenza del Consiglio di Stato con cui è stata aperta la strada alle gare senza compenso.

Nel ricorso, il CNAPPC ha sottolineato che 
un bando che prevede compensi pari ad un euro non ha spazio nell'ordinamento, essendo tale circostanza vietata sia dalla normativa comunitaria che da quella italiana.
 

I professionisti: ‘l’equo compenso è un diritto’

Lo scorso 30 novembre migliaia di professionisti si sono riuniti al Teatro Brancaccio di Roma nella manifestazione “L’equo compenso è un diritto” organizzata dalla Rete delle Professioni Tecniche (RPT) e dal Comitato Unitario delle Professioni (CUP). Durante l’evento è stata presentata una ricerca del Centro Studi CNI che ha smentito la tesi secondo la quale l'equo compenso danneggerebbe la concorrenza e i giovani professionisti. La ricerca ha evidenziato, al contrario, che negli ultimi anni il reddito dei professionisti tecnici è diminuito e che a farne le spese sono stati soprattutto giovani e donne, categorie che possono trarre vantaggi dal riconoscimento dell'equo compenso.
 

In arrivo modifiche con la Legge di Bilancio 2018

Durante la manifestazione, il presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia (PD) ha affermato che l'approvazione della norma sull'equo compenso nel decreto fiscale è solo il punto di inizio, non di arrivo, per il riconoscimento del valore sociale ed economico delle prestazioni professionali. A suo avviso sull'equo compenso è ancora possibile lavorare per evitare interpretazioni diverse. Per questo ha annunciato la presentazione alla Camera di emendamenti al disegno di legge di Bilancio 2018 che interverranno su crediti iva dei professionisti, modificheranno il testo in base ai parametri e metteranno bene in evidenza il rapporto con la Pa.
 
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