Ferrovie turistiche, cresce l’appeal della mobilità dolce
AMBIENTE
Ferrovie turistiche, cresce l’appeal della mobilità dolce
130.000 turisti nel biennio 2016/2017 hanno provato l’esperienza di viaggio lenta sui treni d’epoca
12/02/2018 - Nel biennio 2016/2017 sono stati 130.000 i turisti che hanno provato l’esperienza di viaggio lenta sui treni d’epoca di Fondazione FS Italiane, attraverso i luoghi più suggestivi d’Italia, ricchi di storia e cultura. Rispetto al biennio 2014/2015, la crescita è stata del 45%, a conferma del successo della mobilità dolce.
I dati sono stati illustrati giovedì scorso a Roma dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, e dal Presidente Fondazione FS Italiane, Mauro Moretti.
Nel corso dell’evento è stato ricordato che molte regioni italiane - Abruzzo, Campania, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Molise, Piemonte, Toscana e Sicilia - hanno inserito itinerari con treni d’epoca nei progetti finanziati per sostenere e valorizzare questa nuova offerta turistica.
Itinerari che attraggono, in particolare, stranieri e amanti della natura, appassionati del mondo ferroviario, giovani e famiglie, perché i treni storici percorrono principalmente territori immersi nel verde con un viaggio lento e dolce che consente ai turisti di godere appieno delle meraviglie del Belpaese.
Fondazione FS Italiane e Rete Ferroviaria Italiana stanno recuperando e valorizzando storiche infrastrutture di trasporto: linee ferroviarie, ex caselli e stazioni. In particolare, con un investimento di circa 20 milioni di euro, è stato completato il restauro del Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, che nel 2017 ha registrato oltre 110mila visitatori, +58% rispetto al 2016 e +647% rispetto al 2014. Nel luglio 2017 è stato avviato il restauro del Museo di Trieste Campo Marzio, per un investimento complessivo di circa 5 milioni di euro.
Inoltre, negli ultimi tre anni, per sviluppare il turismo lento e sostenibile, sono state riaperte all’esercizio turistico 9 linee ferroviarie per quasi 600 chilometri di binari: la Ferrovia del Lago in Lombardia, la Ferrovia della Val d’Orcia in Toscana, la Ferrovia del Parco in Abruzzo e Molise, la Ferrovia dei Templi in Sicilia, la Ferrovia della Valsesia e la Ferrovia del Tanaro in Piemonte, la Ferrovia dell’Irpinia e la Benevento-Bosco Redole in Campania, la Maniago-Gemona del Friuli in Friuli Venezia Giulia.
La recente Legge 128/2017 ha istituito le ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico e archeologico e ha individuato le prime 18 tratte ferroviarie ad uso turistico.
Tra i progetti in corso c’è il restauro dei treni storici di lusso, come l’Arlecchino, quasi completamente restaurato e pronto per rientrare in attività, e il Settebello, il più famoso treno italiano, per il quale è previsto il restauro estetico e il ripristino funzionale, dopo 15 anni di abbandono, e un concorso di idee per la riprogettazione degli arredi delle carrozze 6 e 7, in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze e Trenitalia.
I dati sono stati illustrati giovedì scorso a Roma dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, e dal Presidente Fondazione FS Italiane, Mauro Moretti.
Nel corso dell’evento è stato ricordato che molte regioni italiane - Abruzzo, Campania, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Molise, Piemonte, Toscana e Sicilia - hanno inserito itinerari con treni d’epoca nei progetti finanziati per sostenere e valorizzare questa nuova offerta turistica.
Itinerari che attraggono, in particolare, stranieri e amanti della natura, appassionati del mondo ferroviario, giovani e famiglie, perché i treni storici percorrono principalmente territori immersi nel verde con un viaggio lento e dolce che consente ai turisti di godere appieno delle meraviglie del Belpaese.
Fondazione FS Italiane e Rete Ferroviaria Italiana stanno recuperando e valorizzando storiche infrastrutture di trasporto: linee ferroviarie, ex caselli e stazioni. In particolare, con un investimento di circa 20 milioni di euro, è stato completato il restauro del Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, che nel 2017 ha registrato oltre 110mila visitatori, +58% rispetto al 2016 e +647% rispetto al 2014. Nel luglio 2017 è stato avviato il restauro del Museo di Trieste Campo Marzio, per un investimento complessivo di circa 5 milioni di euro.
Inoltre, negli ultimi tre anni, per sviluppare il turismo lento e sostenibile, sono state riaperte all’esercizio turistico 9 linee ferroviarie per quasi 600 chilometri di binari: la Ferrovia del Lago in Lombardia, la Ferrovia della Val d’Orcia in Toscana, la Ferrovia del Parco in Abruzzo e Molise, la Ferrovia dei Templi in Sicilia, la Ferrovia della Valsesia e la Ferrovia del Tanaro in Piemonte, la Ferrovia dell’Irpinia e la Benevento-Bosco Redole in Campania, la Maniago-Gemona del Friuli in Friuli Venezia Giulia.
La recente Legge 128/2017 ha istituito le ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico e archeologico e ha individuato le prime 18 tratte ferroviarie ad uso turistico.
Tra i progetti in corso c’è il restauro dei treni storici di lusso, come l’Arlecchino, quasi completamente restaurato e pronto per rientrare in attività, e il Settebello, il più famoso treno italiano, per il quale è previsto il restauro estetico e il ripristino funzionale, dopo 15 anni di abbandono, e un concorso di idee per la riprogettazione degli arredi delle carrozze 6 e 7, in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze e Trenitalia.