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Costruzioni, Osservatorio Ance: ‘2017 grande delusione’
MERCATI
Costruzioni, Osservatorio Ance: ‘2017 grande delusione’
Costruttori edili: ‘colpa dell’inefficienza della Pubblica Amministrazione, ma il 2018 potrebbe essere l’anno di svolta’
22/02/2018 - Il 2017 è stato per le costruzioni un anno di grande delusione. È quanto emerge dall’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni. Lo studio è stato illustrato dal Presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), Gabriele Buia, dal Vicepresidente Rudy Girardi e dal Direttore del Centro Studi Ance, Flavio Monosilio. Presente anche Gustavo Piga, Professore Ordinario di Economia Politica all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
Sulla dinamica incide il dato negativo delle opere pubbliche. I 10 anni di crisi che hanno colpito il settore dei lavori pubblici, hanno determinato un gap di investimenti in infrastrutture pari a 60 miliardi di euro.
A trainare la ripresa avrebbero dovuto essere le opere pubbliche, ma nonostante le misure di rilancio per le infrastrutture, previste dal Governo già nella Legge di Bilancio del 2017, non sono stati sortiti gli effetti sperati. C’è stato un aumento delle risorse per infrastrutture del 72% per il triennio 2016-2018, il superamento del patto di stabilità interno, misure di sostegno agli investimenti degli Enti locali e una programmazione stabile e pluriennale per i principali soggetti attuatori (Anas, Rfi, ecc).
Secondo l’Ance, nonostante gli sforzi fatti il settore dei lavori pubblici ha registrato un calo del 3% rispetto al 2016. La performance peggiore è quella dei Comuni che nello scorso anno hanno ridotto la spesa per investimenti in opere pubbliche di circa 800 milioni, pari a -7,4%. La clausola europea per gli investimenti che avrebbe dovuto determinare un aumento degli investimenti di 5 miliardi nel 2016, ha portato invece a una riduzione di 2 miliardi.
Per l’associazione dei costruttori edili, la colpa dell’ulteriore calo registrato sta nell’inefficienza della Pubblica Amministrazione, che avrebbe causato una perdita di investimenti aggiuntivi pari a 6 miliardi di euro. A contribuire è stato anche il nuovo Codice Appalti e il Correttivo, che hanno bloccato un settore che si voleva invece rilanciare.
Lievemente migliorata, ma lontana dagli obiettivi previsti dalla normativa, la situazione dei ritardi nei pagamenti, con 5 mesi il ritardo medio dopo l’emissione dei Sal. Continuano le prassi inique della Pubblica Amministrazione, segnalate da più del 90% delle imprese. Spiccano la richiesta di ritardare l’emissione del Sal o l’invio delle fatture, di accettare in sede di contratto tempi di pagamento superiori a 60 giorni, di rinunciare agli interessi di mora.
Secondo l’Ance, a guidare il nuovo trend sarà il comparto della riqualificazione del patrimonio abitativo, che secondo le stime dell'osservatorio continuerà a crescere grazie alla proroga delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie e l’efficienza energetica (+1,3%). Per quanto riguarda gli effetti del sismabonus, trattandosi di interventi complessi e globali, bisognerà attendere la metà del 2018.
Dopo oltre un decennio di forti cali dovrebbero iniziare a crescere le opere pubbliche (+2,5%) grazie agli stanziamenti della Legge di Bilancio, all’avvio della ricostruzione nelle zone terremotate e all’approvazione del contratto di programma Anas. Si dovrebbe verificare il recupero dei livelli produttivi nella nuova edilizia abitativa (+2,8%) e consolidarsi la ripresa del comparto non residenziale privato (+3,7%).
Costruzioni: ancora un calo nel 2017
Come spiegato nella presentazione, il settore costruzioni aveva riposto molte aspettative nell’anno appena concluso, ma il risultato è stato di un ulteriore lieve calo dei livelli produttivi (-0,1%), con una perdita complessiva dall’inizio della crisi del 36,5%.Sulla dinamica incide il dato negativo delle opere pubbliche. I 10 anni di crisi che hanno colpito il settore dei lavori pubblici, hanno determinato un gap di investimenti in infrastrutture pari a 60 miliardi di euro.
Nell’UE l’Italia cresce meno, Ance: colpa della PA
Secondo lo studio, il Pil dei Paesi europei è cresciuto nel quarto trimestre del 2017 in media del 2,4%. Quello italiano dell’1,6%. È mancato l’apporto del settore delle costruzioni.A trainare la ripresa avrebbero dovuto essere le opere pubbliche, ma nonostante le misure di rilancio per le infrastrutture, previste dal Governo già nella Legge di Bilancio del 2017, non sono stati sortiti gli effetti sperati. C’è stato un aumento delle risorse per infrastrutture del 72% per il triennio 2016-2018, il superamento del patto di stabilità interno, misure di sostegno agli investimenti degli Enti locali e una programmazione stabile e pluriennale per i principali soggetti attuatori (Anas, Rfi, ecc).
Secondo l’Ance, nonostante gli sforzi fatti il settore dei lavori pubblici ha registrato un calo del 3% rispetto al 2016. La performance peggiore è quella dei Comuni che nello scorso anno hanno ridotto la spesa per investimenti in opere pubbliche di circa 800 milioni, pari a -7,4%. La clausola europea per gli investimenti che avrebbe dovuto determinare un aumento degli investimenti di 5 miliardi nel 2016, ha portato invece a una riduzione di 2 miliardi.
Per l’associazione dei costruttori edili, la colpa dell’ulteriore calo registrato sta nell’inefficienza della Pubblica Amministrazione, che avrebbe causato una perdita di investimenti aggiuntivi pari a 6 miliardi di euro. A contribuire è stato anche il nuovo Codice Appalti e il Correttivo, che hanno bloccato un settore che si voleva invece rilanciare.
Lievemente migliorata, ma lontana dagli obiettivi previsti dalla normativa, la situazione dei ritardi nei pagamenti, con 5 mesi il ritardo medio dopo l’emissione dei Sal. Continuano le prassi inique della Pubblica Amministrazione, segnalate da più del 90% delle imprese. Spiccano la richiesta di ritardare l’emissione del Sal o l’invio delle fatture, di accettare in sede di contratto tempi di pagamento superiori a 60 giorni, di rinunciare agli interessi di mora.
Ance: ‘il 2018 potrebbe essere l’anno di svolta’
Le aspettative dei costruttori si concentrano ora sul 2018. La previsione Ance è di un aumento degli investimenti in costruzioni del 2,4% su base annua.Secondo l’Ance, a guidare il nuovo trend sarà il comparto della riqualificazione del patrimonio abitativo, che secondo le stime dell'osservatorio continuerà a crescere grazie alla proroga delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie e l’efficienza energetica (+1,3%). Per quanto riguarda gli effetti del sismabonus, trattandosi di interventi complessi e globali, bisognerà attendere la metà del 2018.
Dopo oltre un decennio di forti cali dovrebbero iniziare a crescere le opere pubbliche (+2,5%) grazie agli stanziamenti della Legge di Bilancio, all’avvio della ricostruzione nelle zone terremotate e all’approvazione del contratto di programma Anas. Si dovrebbe verificare il recupero dei livelli produttivi nella nuova edilizia abitativa (+2,8%) e consolidarsi la ripresa del comparto non residenziale privato (+3,7%).