
Impatto ambientale, ok alla Via postuma a due condizioni
NORMATIVA
Impatto ambientale, ok alla Via postuma a due condizioni
Corte Giustizia Ue: non si devono eludere le norme comunitarie e bisogna considerare gli effetti già provocati sull’ambiente

06/03/2018 - Nuovo via libera della Corte di Giustizia Europea alla valutazione di impatto ambientale (VIA) postuma, ma a due condizioni.
In caso di omissione di una VIA prescritta dal diritto dell’Unione, lo Stato membro deve provvedere alla regolarizzazione ottenendo una Via dopo la costruzione e la messa in servizio dell’impianto.
I giudici comunitari hanno spiegato che si tratta di un’eccezione. Questa soluzione non può essere adottata per prassi ed è consentita a due condizioni: che non si generi di fatto l’occasione di eludere o disapplicare le norme di diritto dell’Unione e che la VIA effettuata a titolo di regolarizzazione prenda in considerazione non solo l’impatto futuro dell’impianto, ma anche quello provocato a partire dalla sua realizzazione.
I giudici comunitari hanno quindi esortato le autorità locali a decidere sulla regolarizzazione sulla base di regole conformi alle norme Ue.
VIA postuma, quando è possibile
Con la sentenza C-117/17 la Corte ha ricordato che gli Stati membri possono decidere se sottoporre un progetto a VIA in base a un esame caso per caso oppure a soglie o criteri fissati per legge. Ad ogni modo, sia le valutazioni caso per caso sia i criteri devono essere conformi alle Direttive 2011/92/UE e 2014/52/UE.In caso di omissione di una VIA prescritta dal diritto dell’Unione, lo Stato membro deve provvedere alla regolarizzazione ottenendo una Via dopo la costruzione e la messa in servizio dell’impianto.
I giudici comunitari hanno spiegato che si tratta di un’eccezione. Questa soluzione non può essere adottata per prassi ed è consentita a due condizioni: che non si generi di fatto l’occasione di eludere o disapplicare le norme di diritto dell’Unione e che la VIA effettuata a titolo di regolarizzazione prenda in considerazione non solo l’impatto futuro dell’impianto, ma anche quello provocato a partire dalla sua realizzazione.
Via postuma, il fatto
La Corte UE, analogamente a quanto accaduto l’anno scorso, si è pronunciata sul contenzioso sorto per l’approvazione di un progetto di potenziamento di un impianto a biomasse, che sarebbe passato da 249 a 999 kW. Il Comune su cui sorgeva l’impianto si era opposto all’autorizzazione, rilasciata sulla base di una legge regionale, poi dichiarata parzialmente incostituzionale, che escludeva dalla VIA gli impianti di potenza inferiore a 1 MW.I giudici comunitari hanno quindi esortato le autorità locali a decidere sulla regolarizzazione sulla base di regole conformi alle norme Ue.